Vangelo IV domenica di Pasqua |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
venerdì, 24 aprile 2015 12:32 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 16,15-20. In quel tempo Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.» Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu assunto in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore operava insieme con loro e confermava la parola con i prodigi che l'accompagnavano.
“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione
26 APRILE – 3 MAGGIO 2015 camminando insieme UN GIUBILEO STRAORDINARIO … DI MISERICORDIA! (3)
Continuiamo la lettura della Bolla Misericordiae Vultus, che ci aiuta a comprendere lo “spirito” del Giubileo straordinario della misericordia e a prepararci adeguatamente ad esso.
«4. Ho scelto la data dell’8 dicembre perché è carica di significato per la storia recente della Chiesa. Aprirò infatti la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II. La Chiesa sente il bisogno di mantenere vivo quell’evento. Per lei iniziava un nuovo percorso della sua storia. I Padri radunati nel Concilio avevano percepito forte, come un vero soffio dello Spirito, l’esigenza di parlare di Dio agli uomini del loro tempo in un modo più comprensibile. Abbattute le muraglie che per troppo tempo avevano rinchiuso la Chiesa in una cittadella privilegiata, era giunto il tempo di annunciare il Vangelo in modo nuovo. Una nuova tappa dell’evangelizzazione di sempre. Un nuovo impegno per tutti i cristiani per testimoniare con più entusiasmo e convinzione la loro fede. La Chiesa sentiva la responsabilità di essere nel mondo il segno vivo dell’amore del Padre. Tornano alla mente le parole cariche di significato che san Giovanni XXIII pronunciò all’apertura del Concilio per indicare il sentiero da seguire: «Ora la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore … La Chiesa Cattolica, mentre con questo Concilio Ecumenico innalza la fiaccola della verità cattolica, vuole mostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna, paziente, mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei separati». Sullo stesso orizzonte, si poneva anche il beato Paolo VI, che si esprimeva così a conclusione del Concilio: «Vogliamo piuttosto notare come la religione del nostro Concilio sia stata principalmente la carità … L’antica storia del Samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio … Una corrente di affetto e di ammirazione si è riversata dal Concilio sul mondo umano moderno. Riprovati gli errori, sì; perché ciò esige la carità, non meno che la verità; ma per le persone solo richiamo, rispetto ed amore. Invece di deprimenti diagnosi, incoraggianti rimedi; invece di funesti presagi, messaggi di fiducia sono partiti dal Concilio verso il mondo contemporaneo: i suoi valori sono stati non solo rispettati, ma onorati, i suoi sforzi sostenuti, le sue aspirazioni purificate e benedette … Un’altra cosa dovremo rilevare: tutta questa ricchezza dottrinale è rivolta in un’unica direzione: servire l’uomo. L’uomo, diciamo, in ogni sua condizione, in ogni sua infermità, in ogni sua necessità». Con questi sentimenti di gratitudine per quanto la Chiesa ha ricevuto e di responsabilità per il compito che ci attende, attraverseremo la Porta Santa con piena fiducia di essere accompagnati dalla forza del Signore Risorto che continua a sostenere il nostro pellegrinaggio. Lo Spirito Santo che conduce i passi dei credenti per cooperare all’opera di salvezza operata da Cristo, sia guida e sostegno del Popolo di Dio per aiutarlo a contemplare il volto della misericordia. 5. L’Anno giubilare si concluderà nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’universo, il 20 novembre 2016. In quel giorno, chiudendo la Porta Santa avremo anzitutto sentimenti di gratitudine e di ringraziamento verso la SS. Trinità per averci concesso questo tempo straordinario di grazia. Affideremo la vita della Chiesa, l’umanità intera e il cosmo immenso alla Signoria di Cristo, perché effonda la sua misericordia come la rugiada del mattino per una feconda storia da costruire con l’impegno di tutti nel prossimo futuro. Come desidero che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio! A tutti, credenti e lontani, possa giungere il balsamo della misericordia come segno del Regno di Dio già presente in mezzo a noi».
Camminiamo insieme verso il Giubileo straordinario! Intanto buona domenica e serena settimana! don Michele
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 26 Aprile 2015 IV Domenica di Pasqua (At 4,8-12; Sal 117; 1Gv 3,1-2; Gv 10,11-18)
Ė vero che il Vangelo non ci presenta uno degli avvenimenti accaduti dopo la Risurrezione e che ci fa ascoltare alcune parole dette da Gesù ai discepoli prima della Pasqua, ma proprio queste parole di Gesù ci aiutano a comprendere “come” accade la Risurrezione e “come” si vive da risorti. Nella pagina del Vangelo che ascoltiamo, infatti, c’è un aggettivo che Gesù si attribuisce e che può esserci utile per entrare ancor più in profondità nel mistero della Risurrezione. L’aggettivo è “buono”. In verità, l’aggettivo greco che troviamo nel testo e che in italiano viene tradotto con “buono” è l’aggettivo “bello”, “attraente”. Un aggettivo che, nella sua etimologia, ha a che fare con il verbo “chiamare”. Gesù, perciò, è il Pastore buono perché bello, attraente, perché la sua vita è affascinante! E noi tutti, in particolare coloro che nella Chiesa sono stati chiamati a servire come pastori il popolo di Dio, siamo chiamati ad essere buoni/belli/attraenti come Gesù. Proviamo a riflettere sulla bellezza di Gesù, una bellezza che ci chiede di rivedere radicalmente i nostri canoni estetici. Tutti, infatti, desideriamo essere belli. Non lo possiamo negare! Basti pensare al tempo che si trascorre dietro lo specchio, dall’estetista e ai continui “selfie” che postiamo sui “social”, proponendo la nostra immagine e desiderando che altri ci apprezzino, cliccando, magari “i like”, mi piace! Il nostro “desiderio di bellezza”, che è un desiderio legittimo, poiché radicato nel nostro stesso essere, spesso, però, si trasforma in bellezza apparente, estetica, esteriore e, non provenendo dal profondo, prima o poi svanisce! Probabilmente è questo il motivo per cui l’aggettivo greco “bello” nel Vangelo, attribuito a Gesù, viene tradotto con “buono”. Solo il Pastore buono è anche il Pastore bello! Solo un uomo buono è anche un uomo attraente! Solo la bellezza di una donna buona non svanisce mai! Potremmo leggere in questo senso le parole di Giovanni nella seconda lettura, come un programma di vita per diventare bellissimi: “noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato ... quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è”! Saremo simili a Lui, irradieremo la sua stessa bellezza! Qual è, perciò, il “segreto” della bellezza del Pastore che dovrebbe essere anche la “bellezza” dei cristiani? La risposta alla domanda potremmo individuarla nella similitudine che Gesù utilizza, mettendo a confronto il mercenario con il pastore. Il mercenario è un “narciso”, ama solo se stesso, persegue solo i propri interessi e non si interessa affatto degli altri. La sua bellezza apparente svanisce con la sua stessa “fuga”. Il pastore, invece, conosce le pecore, le chiama per nome, dà la sua vita per le sue pecore. Il pastore, cioè, è uno che ama sul serio! Uno che si cura degli altri! Uno che cura gli interessi degli altri, non dei propri! È l’amore vero, perciò, il segreto ultimo della bellezza! La bellezza di chi ama sul serio non verrà mai meno, perché è una bellezza continuamente alimentata dalla bontà! Lasciamoci amare radicalmente da Gesù per imparare ad amare “come” Lui! Come afferma Pietro nella prima lettura, infatti, “in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati”! Lasciamoci amare da Gesù, lasciamoci salvare, da Gesù ... e saremo salvi, saremo bellissimi, come Lui! Amen.
AVVISI
- VENERDÌ 1° MAGGIO la S. MESSA SARÀ CELEBRATA AL MATTINO (8,30) nella Chiesa “San Giuseppe”. Nel pomeriggio NON SI TERRÀ IL CATECHISMO.
- SABATO 2 MAGGIO, a Bitonto, si terrà L’ORDINAZIONE EPISCOPALE del nostro VESCOVO FRANCESCO SAVINO. Parteciperanno alcuni rappresentanti della comunità. In Parrocchia NON SARÀ celebrata la S. Messa.
- Chi intende far CELEBRARE SS. MESSE in suffragio di fedeli defunti o per altre INTENZIONI può comunicarlo al Parroco.
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