Vangelo II domenica di Pasqua |
Scritto da don M.Munno | |||||||||||||||||
venerdì, 10 aprile 2015 19:48 | |||||||||||||||||
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,19-31. - La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano hiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». ..(segue)
Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
“in-formati” Foglio settimanale parrocchiale di formazione e informazione 12 – 19 APRILE 2015 ________________________________________________________________________________________________________________________ camminando insieme UN GIUBILEO STRAORDINARIO … DI MISERICORDIA! (1)
Lo scorso 13 marzo, durante la liturgia penitenziale tenutasi nella Basilica di San Pietro in Vaticano, il Santo Padre Francesco ha pronunciato le seguenti parole: «Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio. Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell'Immacolata Concezione e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'universo e volto vivo della misericordia del Padre. Affido l'organizzazione di questo Giubileo al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il vangelo della Misericordia». Ha annunciato, così, il Giubileo straordinario, che proprio in questa seconda domenica di Pasqua, o della Divina Misericordia, viene ufficialmente indetto attraverso la lettura della Bolla di indizione, il cui testo sarà proposto in questa piccola rubrica nelle prossime domeniche. Ma cos’è un Giubileo? Il Giubileo è l'anno della remissione dei peccati, della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. Riprende il nome dal Giubileo ebraico, più precisamente la parola deriva dall'ebraico Jobel (caprone, in riferimento al corno di montone utilizzato nelle cerimonie sacre). L'anno giubilare è soprattutto l'anno di Cristo. Nel Nuovo Testamento Gesù si presenta come Colui che porta a compimento l'antico Giubileo, essendo venuto a "predicare l'anno di grazia del Signore". Il Giubileo, comunemente, viene detto "Anno Santo", non solo perché si inizia, si svolge e si conclude con solenni riti sacri, ma anche perché è destinato a promuovere la santità di vita. Il Giubileo può essere: ordinario, se legato a scadenze prestabilite; straordinario, se viene indetto per qualche avvenimento di particolare importanza. Fu Bonifacio VIII ad istituire il primo Giubileo con la Bolla Antiquorum habet fida relatio emanata il 22 febbraio 1300, ispirandosi a un'antica tradizione ebraica. Con questa bolla si concedeva l'indulgenza plenaria a tutti coloro che avessero fatto visita trenta volte, se erano romani, e quindici se erano stranieri[5], alle Basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le mura, per tutta la durata dell'anno 1300; questo Anno Santo si sarebbe dovuto ripetere in futuro ogni cento anni. Nel 1350 Papa Clemente VI, per parificare l'intervallo a quello del Giubileo ebraico, decise di accorciare la cadenza a 50 anni. In seguito l'intervallo fu abbassato a 33 anni da Urbano VI, periodo inteso come durata della vita terrena di Gesù, e ulteriormente ridotto a 25 anni durante i papati di Niccolò V e di Paolo II. Alcuni Pontefici hanno anche proclamato degli Anni Santi straordinari, al di fuori di questa scadenza. Ad esempio, Pio XI l'8 aprile del 1933 concesse il 24º Giubileo in occasione della ricorrenza centenaria della Redenzione. Giovanni Paolo II indisse un Anno Santo straordinario nel 1983 in occasione del 1950º anniversario della Morte e Risurrezione di Cristo. Quello indetto da Papa Francesco sarà il trentesimo Giubileo della storia della Chiesa.
Incamminiamoci con fede verso il Giubileo straordinario! Intanto buona domenica e serena settimana! don Michele
Riflettiamo “insieme” sulla Parola di Dio della Domenica 12 Aprile 2015 II Domenica di Pasqua (At 4,32-35; Sal 117; 1Gv 5,1-6; Gv 20,19-31)
La liturgia della seconda domenica di pasqua o della divina misericordia sembra rispondere in modo chiaro alla domanda: “dove/come possiamo incontrare il Signore Risorto?”. La risposta data dalle letture è univoca: “nella Comunità dei credenti!”. Già la scelta che fa il Lezionario di proporre durante tutto l’arco del tempo di pasqua come prima lettura un testo tratto dagli Atti degli Apostoli è dettata proprio da questa consapevolezza: la Chiesa è il prolungamento sacramentale della presenza del Signore Risorto nella storia. Ma la Chiesa, le singole comunità cristiane rendono vero, autentico, il loro essere sacramento della presenza del Risorto nella misura in cui si sforzano di realizzare quel “quadro ideale” dipinto dalla prima lettura: - perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere; - stare insieme e condividere, dividendo i propri averi con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Un volto di Chiesa davvero affascinante, tanto che il numero dei credenti andava ogni giorno aumentando: “il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati”. Le nostre comunità (questa comunità) assomigliano almeno un po’ a quell’ideale descritto dagli Atti degli Apostoli? Chiediamocelo! È vero, ognuno di noi, sarebbe ipocrita negarlo, ha difetti e pregi. Ma non è sottolineando e rimarcando continuamente i limiti e i difetti dell’altro che questi migliora e che la comunità cresce! La Parola di Dio che ascoltiamo in questa domenica ci aiuta a comprendere anche che una comunità si purifica, divenendo sempre più chiaramente comunità del Risorto, anche attraverso le prove, che deve imparare a sopportare, poiché nessuno e nessuna prova può togliere quella gioia portata dal Signore Gesù. Ce lo ricorda efficacemente san Pietro nella seconda lettura: “siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro - destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco - torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. In questo cammino di impegno e di purificazione per essere comunità che rende davvero percepibile il Signore Risorto un contributo essenziale dev’essere riconosciuto alla domenica. Il Vangelo ci ricorda che il Signore si manifesta alla comunità dei discepoli radunati nello stesso giorno della Risurrezione e “otto giorni dopo”, cioè la domenica successiva. Ciò significa che la domenica, per una comunità cristiana è essenziale! Ogni domenica, come nel giorno della Risurrezione, il Signore si fa presente, sacramentalmente, ai “suoi” ... Tommaso la prima volta non lo incontra perché non è radunato insieme agli altri discepoli ed incontra il Risorto solo quando sarà “insieme” agli altri discepoli! Tutto questo deve avere anche per noi un particolare significato! Tommaso, poi, riconosce il Signore il quale ostenta i “segni” del Suo Amore Misericordioso! La prova che ci ha amati sul serio e che un tale amore comporta segni visibili, tangibili, segni indelebili! Come Tommaso anche noi siamo chiamati a dire “mio Signore e mio Dio!” di fronte alle ferite che segnano le nostre comunità: poveri, immigrati, emarginati, famiglie in difficoltà, giovani provati da angoscia e disperazione per un futuro incerto, disoccupati, anziani, ammalati, persone che vivono il dramma della solitudine! Nella misura in cui mostriamo attenzione per tali “ferite” noi compiamo un atto di adorazione di fronte alle ferite d’Amore del Signore Risorto ... e nella misura in cui ci diamo da fare per tali persone e per tali situazioni diciamo al Signore che anche noi vogliamo provare ad amarLo come Lui ha amato noi! Il Signore Misericordioso, nel quale confidiamo, ci contagi della sua stessa Misericordia! Amen.
AVVISI
- DA Lunedì 13 APRILE la S. Messa vespertina sarà ALLE ORE 18,00.
- LUNEDÌ, MARTEDÌ E MERCOLEDÌ don Michele sarà a Catanzaro per tenere le lezioni di diritto canonico. Sarà sostituito, per le celebrazioni, da DON NICOLA FRANCOMANO (3293564498).
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