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Platone o l'Economia? PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Vaglio   
martedì, 24 marzo 2015 07:40
ImageIl dilemma della riforma della scuola in Spagna (ma potrebbe accadere anche in Italia) - Sia ben chiaro, io li capisco, i banchieri spagnoli. Non è che il ragionamento sia del tutto sbagliato. Tu sei un banchiere, in un paese che sta andando economicamente a catafascio. Hai centinaia di padri e madri di famiglia che non riescono più a versarti una rata del mutuo a fine mese, o l’affitto. Dei deficienti, dal tuo punto di vista, che si sono indebitati e non hanno idea di come venirne fuori. Sì certo, non è colpa loro se la crisi in realtà l’hanno scatenata in parte anche le banche e i banchieri come te, e loro han perso il lavoro un po’ per colpa dell’immensa stupidità tua: resta il fatto che i cretini che non sanno ora come pagare il mutuo e l’affitto sono loro, mentre tu, che sei banchiere, i soldi per quietare le urgenze ce li hai, perché sapevi come metterli da parte.

E se sono cretini i padri, pensi giustamente, figuriamoci quanto lo possono diventare i figli, affidati a questi imbecilli qua. Roba che crescono, diventano adulti, ed invece di essere consumatori in grado di saldare le scadenze, non solo non consumano, ma tocca pure aiutarli con sussidi presi dal bilancio dello Stato, foraggiati da tasse che, da ricco, devi versare tu.

Allora che fai? Visto che un tuo uomo è Ministro dell’Istruzione pensi ad una bella riforma, mettendo economia finanziaria come materia obbligatoria in tutte le scuole. Che è sacrosanto, eh, intendiamoci. Hai visto mai che un domani qualcuno di quegli alunni sia un po’ più ferrato in bilancio di quando non siano stati babbi e mamme odierne, che si sono fatti infinocchiare da te. Solo che, per evitare di pagare qualche soldo in più e assumere altri insegnanti, la soluzione è tagliare qualche altra materia. Di quelle inutili, che non servono a nessuno. E che si taglia? Filosofia, ovviamente.

Diciamocelo fuori dai denti: qualcuno ha mai capito a che cazzo serva la filosofia? A parte che a dare qualche cattedra all’Università ai filosofi, intendo. Cioè, andiamo, ragioniamo seriamente: il mestiere di un filosofo è stare ore e ore e ore a pensare, attività che si può fare anche gratuitamente, e a casa propria. Non produce nulla salvo che qualche idea, o classificazione astrusa di idee, che è pure peggio.

Quindi, via filosofia. E al suo posto esercitazioni di economia finanziaria per i pargoli, chiamati ad imparare che ci sono spese rinviabili e non rinviabili, cui bisogna trovare il modo di fare fronte. E ad imparare anche la classificazione della varie spese in categorie. Per esempio, fra le “non rinviabili” ci sono il mutuo e l’affitto, mentre fra quelle rinviabili il riscaldamento e il cibo.

Come classificazione è interessante, filosoficamente parlando, perché in pratica la riforma pensata dai banchieri ti fa imparare sui banchi di scuola che devi, devi assolutamente pagare il mutuo che hai stipulato con la  loro banca, e non puoi pensare nemmeno di chiedere una dilazione, non importa se per farlo crepi di freddo e di fame. Ed implica, sempre filosoficamente parlando, che è giusto che tu crepi di freddo e di fame per saldare le rate del mutuo.

L’inghippo, secondo me, sta tutto qua: nel fatto che i banchieri non stanno affatto così facendo solo economia finanziaria, stanno facendo filosofia vera e propria. Spiegano la loro visione del mondo, un mondo in cui i mutui vanno pagati anche se questo comporta il fatto che la gente muoia di freddo e di fame. Un mondo dove se hai perso il lavoro sono cazzi tuoi, ci dovevi pensare prima a comprarti una casa per non trovarti strangolato dall’affitto e a mettere da parte i soldi per continuare a versare il mutuo. Un modo in cui se ti capita una disgrazia o lo Stato va a rotoli ti devi arrangiare da solo, e non importa se questo ti distrugge, perché le spese sono “non rinviabili” e se tu le vuoi rinviare non hai scusanti. Un mondo in cui tu sei un “consumatore” prima di ogni altra cosa, quindi se non hai i soldi per continuare a consumare non hai nemmeno più una tua vera identità o una banale ragione di esistere: non sei cittadino, non sei nemmeno essere umano. E dove nessuno deve e può mettere indubbio che magari tutto questo modo di ragionare è ingiusto e soprattutto nemmeno tanto logico, perché, in fondo in fondo, le grandi leggi del mercato le hanno inventate gli uomini, e quindi possono anche ritoccarle quando serve.

Quindi io i banchieri li capisco. Hanno bisogno di consumatori accorti, che sono sempre in grado di consumare, e quindi devono essere educati finanziariamente meglio, per capire come mettere via i soldi che poi devono spendere sul mercato. ma capisco soprattutto perché fra tutte le materie tolgano o riducano proprio la filosofia.

Non perché è inutile, ma perché è concorrenziale.

Mariangela Vaglio

fonte: ilmondodigalatea

 

 ImageL'autrice di questa nota é  Mariangela (Galatea) Vaglio, laureata in Lettere Classiche all'Università Ca' Foscari di Venezia, dottore in Storia Antica alla Sapienza di Roma, è insegnante, giornalista e blogger. Ha collaborato con Il Gazzettino, Il Sole 24 Ore e ora L'Espresso, per cui cura il blog Non Volevo Fare la Prof.

È autrice dell'ebook Piccolo alfabeto della scuola moderna (40k, 2012).

 

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