Tra Afasia e Logorrea |
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Scritto da L.Niger | |
mercoledì, 11 marzo 2015 08:06 | |
![]() Travolti dalla confusione, storditi e trascinati da falsi miti, seppelliti sotto una valanga di notizie siamo impantanati in una specie di zona grigia, dove tutto è bordeline, è confine, è soglia. Si convive con tutto e il contrario di tutto. Si oscilla dalle certezze assolute alla nebulosità paralizzante e angosciante. Sembra che i figli delle certezze indiscutibili siano, ieri come oggi, i fanatici, i fascisti, gli intolleranti, i terroristi, i violenti, gli ignoranti, che, ancora una volta, rappresentano una minaccia perenne per l’uomo e per quei valori evangelici ed illuministici, tutti ancora da realizzare. Per quelli che vivono nella nebbia perenne, l’incertezza, l’indecisione continua e l’immobilismo irrequieto sono diventati tratti tipici del pensare e dell’agire. Per quest’ultimi vi è , e non a torto, la convinzione che tutto, o quasi tutto, sia manipolato, costruito, inventato, a partire dai famosi dati, dai sondaggi, dalle statistiche, e soprattutto, dai teorici dell’economia, che non è mai stata una scienza, e oggi, anzi, si caratterizza, nella versione finanziaria, per il suo carattere criminale. Il vuoto dentro e il vuoto fuori, la mancata soddisfazione di bisogni e di desideri spingono a cercare conoscenze, legami, realizzazioni, utilizzando in modo compulsivo i social network. Come acutamente nota uno studioso, si creano intimità tra estranei. Un teatro finto e disperato, dove trionfano il narcisismo più esasperato e l’inganno deliberato. Storie inventate , che spesso finiscono realmente nello squallore e nell’amarezza. Sono da preferire rispetto al nulla o alla noia o alla solitudine subita? Abbiamo dimenticato che il dubbio, la fragilità, la finitezza sono le caratteristiche peculiari dell’esistenza umana? O il rifiuto di quest’ultime ci spinge verso lo sperdimento e, talvolta, nell’abisso? Da qui la fatica, il disagio, l’inquietudine nello scrivere e nel parlare. L’ambiguità, alla fine, genera malessere, la recita continua logora, la menzogna permanente deprime. Ci raccontiamo continuamente cose ripetitive e, non poche volte, inesistenti. Ancora una volta, il potere, nella sua anonima, seducente e pervasiva onnipotenza, continuare a dominare e a dominarci, rendendoci un po’ tutti afasici o logorroici, in ogni caso disorientati e straniti e prigionieri. Vi sono ancora margini per cercare pensieri diversi e parole nuove? Forse, sì. Luigi NIGER |
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