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Vangelo di Domenica 1° Febbraio PDF Stampa E-mail
Scritto da don Michele   
venerdì, 30 gennaio 2015 21:20
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Marco 1,21-28.  -  Andarono a Cafarnao e, entrato proprio di sabato nella sinagoga, Gesù si mise ad insegnare.  Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi.  Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare:  «Che c'entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio».  E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell'uomo».  E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.  Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!».  La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea. (in coda il commento di mons.Bertolone)

IV DOMENICA TO – B

1° febbraio 2015

 

Dopo le prime parole pronunciate da Gesù, secondo l’Evangelista Marco (“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”), oggi siamo messi di fronte al primo gesto, al primo “segno”, che Gesù compie: la liberazione/guarigione di un uomo posseduto da uno spirito impuro.

Come le prime parole, anche questo primo segno di Gesù sintetizza tutto il suo ministero, la sua missione, la sua vita: Egli è stato inviato dal Padre per liberare/guarire/salvare l’uomo dallo spirito impuro/male, che lo strazia, che rovina la sua vita.

 

In quell’uomo, perciò, siamo invitati a riconoscerci tutti.

Ma come può avvenire la nostra liberazione/guarigione/salvezza? Come il Signore Gesù ci libera/guarisce/salva dal male, che tutti ci portiamo dentro?

 

Prima di rispondere a questa domanda è necessario sottolineare un altro aspetto: la differenza tra il sapere chi è Gesù e il credere in Gesù.

Lo spirito impuro, infatti, conosce bene l’identità di Gesù. Potremmo dire che conosce bene la teologia e il catechismo: “Io so chi tu sei: il santo di Dio”! Conosce bene chi è Gesù, ma non gli crede!

E qui dobbiamo stare molto attenti perché anche noi, troppo spesso, corriamo il rischio di confondere le nozioni della fede con la fede! Attenzione! Non è affatto sufficiente sapere, se al sapere della fede non fa seguito una vita credente! Anche il diavolo sa bene chi è Gesù, ma non lo ama e non gli crede!

Stiamo attenti perché il nostro modo di vivere la fede, troppo spesso, è un po’ diabolico: sappiamo tante cose su Dio, su Gesù, sulla Chiesa, ma la nostra vita va in tutt’altra direzione!

Se è così, il Signore Gesù dice oggi anche a ciascuno di noi: “Taci”! Di questa fede fatta di nozioni, ma che non sfiora e che non incide seriamente sul tuo modo di vivere, sui tuoi comportamenti, sulle tue scelte, non so che farmene! Taci!

Il Signore è venuto a liberarci da questo “spirito impuro”, da questo modo “sporco” – “mondano” direbbe Papa Francesco – di vivere la nostra fede!

E come ci libera/guarisce/salva?

Ordinandoci di tacere, ci invita ad aprire gli orecchi! È significativo, a questo proposito, che uno dei riti esplicativi che sono presenti nella liturgia battesimale sia quello dell’effatà. Il ministro tocca gli orecchi e le labbra del neo battezzato dicendo: “Il Signore Gesù, che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda presto la grazia di ascoltare la sua Parola ...”.

Ascoltare la Sua Parola! Ecco la via della liberazione/guarigione/salvezza!

Ascoltare la sua Parola! Non a caso, ancora, la prima e fondamentale parabola che i Vangeli sinottici presentano è quella del Seminatore, che semina il seme della Parola!

Ascoltare la Parola di Gesù ci libera/guarisce/salva! Ci libera dal male che ci portiamo dentro, ci guarisce dal nostro cieco e sordo egoismo, ci salva dal nostro esasperato amor proprio, dalla logica dell’interesse e del tornaconto, e ci prospetta sentieri di gratuità, di amore attento e disponibile agli altri!

Dio Padre ha inviato per noi, in mezzo a noi, tra i nostri fratelli, il Signore Gesù: A Lui daremo ascolto!

Solo Lui ha parole di vita! Solo Lui ci libera/guarisce/salva!

Ascoltiamo oggi e sempre la voce del Signore! Amen.

Don Michele Munno

 

(Cliccare quì per il Foglio Settimanale informativo della Parrocchia di San Giuseppe in Sibari)

 

 

IV Domenica del Tempo Ordinario

1° febbraio 2015

INTRODUZIONE

In questa quarta domenica del tempo ordinario la liturgia della Chiesa ci propone unbrano del vangelo di Marco nel quale viene descritta una giornata tipo di Gesù,trascorsa nella città di Cafarnao in giorno di sabato. Con poche pennellate Marcoriesce a creare un quadro di particolare intensità dove l’azione centrale è dominatadalla figura di Gesù intento a insegnare e guarire. Queste due operazionicaratterizzeranno il modo in cui il Cristo svolgerà il suo ministero terreno. Ad unosguardo più attento non sfuggirà certamente tutto il peso di questa straordinariaPresenza che nel suo muoversi, guardare, parlare, stare in mezzo alla gente, suscitastupore, meraviglia, perplessità e dubbio. Tutti sono storditi dalla sua insolita e pocoriconosciuta autorità, con cui si fa cassa di risonanza della voce di Dio. Alcuni neaccetteranno l’insegnamento, altri lo contesteranno e qualcuno preferirà restareindifferente. Ma coloro che si lasceranno scuotere dalla sua Presenza e dal suoinsegnamento inizieranno un cammino di liberazione e di profonda umanità, e convolto nuovo diventeranno testimoni credibili dell’esperienza più sconvolgente dellaloro vita. Questa esperienza può essere la nostra solo se riuscissimo a distinguere frale tante voci dei falsi profeti di oggi, la voce autorevole del vero, unico Profeta di tuttii tempi, la quale con la stessa autenticità, semplicità, chiarezza di duemila anni fascuote le coscienze, rinnova i volti, cambia i cuori, porta al dono di sé.

L’AUTORITÁ DI GESÚ

Chiunque si sorprenderebbe nell’ascoltare qualcuno, magari perfetto sconosciuto, chepretendesse di parlare con autorità. La prima domanda che affiorerebbe alla mentesarebbe: ma chi si crede di essere? Penso che lo stesso stupore, la stessa perplessità sipoteva cogliere sui volti di chi quel sabato si trovava nella sinagoga di Cafarnao. Da dove viene l’autorità di quel Nazareno? E soprattutto che cosa ha a che fare la suaPresenza, la sua parola, il suo insegnamento con loro, con noi?Gesù deriva la sua autorità dall’Alto e da se stesso. Non ha bisogno di altrecredenziali se non quelle che gli garantisce la sua Persona. In Lui la parola annunciata“fa corpo” col suo essere. È Lui la parola. Ma Lui è anche Parola agente. Parolaefficace e potente, che diventa azione, che ama e libera. Sulla bocca di Gesù la Parolaha forza creatrice: comanda al demonio, al mare alla morte. La perfetta coerenza fraquanto insegna e dice, è un’altra manifestazione di questa autorità: la sua parola ècredibile perché Egli fa esattamente come insegna. E se la gente si stupisce di fronte aquesta Parola è perché avverte che esce dal cuore, non è finzione; essa rivela unaPersona che veramente ama e decide di spendersi tutto al servizio degli altri, fino alsacrificio di sé. La gente avverte che quanto si comunica, è un esperienza personale,non un ripetere freddo di ciò che si è appreso. Gesù comunica la sua esperienzapersonale e diretta della realtà divina che è in Lui, e la condivide, perché diventi pergli altri esperienza di liberazione e rinnovamento. Ecco perché la parola di Gesùconquista le menti e i cuori, perché è una, semplice, chiara e, soprattutto, nuova. È lanovità più grande che entra nella storia dell’umanità. Cristo è quella novità capace diliberare l’uomo dalle sue schiavitù e, liberatolo, di portarlo verso Dio; quella novitàche spezza la pigrizia dello spirito, sconvolge la nostra falsa pace, la mediocritàacquisita, le parvenze di verità dietro le quali ci mascheriamo e ci riporta alla veravita. Una vita che ha il mondo come casa , il cielo come tetto e l’eternità come futuro.

NOI PROFETI DI OGGI

Considerare il mondo come casa significa comportarsi da uomini maturi nella fede;credere nell’eternità del futuro è essere profondamente in comunione con Dio. Ma perarrivare a questo bisogna essere tra quelli che si lasciano sconvolgere dalla grandenovità del Vangelo. Essere di quelli che non si chiedono cosa centri Cristo nel lavoro,nella famiglia, nel tempo libero, nella festa o nel dolore, ma lo lasciano entrarenaturalmente, perché credono che Egli trasforma realmente la vita e cambia il modostesso di essere uomini. Perciò accogliamo Cristo, nostra dolce rovina,( rovini lanostra amicizia con il male, scuota la nostra mediocrità e tiepidezza), lasciamo che cicontatti, che comunichi con noi; lasciamo che lavori su di noi, che allarghi i nostriorizzonti e ci consenta di fare la vera scelta. Risvegli in altre parole il nostro sensocritico per poter accettare l’alternativa del Regno. Il raggiungimento di questamaturità potrà farci adulti nella fede, testimoni autentici del Vangelo, comunicatori di

una esperienza personale che trasfigura la vita.Solo così possiamo diventare profeti del nostro tempo, cosa che non dovrebberappresentare una novità per il battezzato, il quale in virtù del proprio battesimopartecipa all’ufficio profetico di Cristo (Lumen gentium, 12).Essere profeta implica l’impegno costante di far risuonare nel mondo la parola diDio, continuare la missione di annuncio del Regno, testimoniare con la vita che nelVangelo veramente si trova la libertà, la sicurezza, la novità, l’ottimismo che non èpossibile trovare altrove. Essere profeti significa vivere come si pensa, cioè concoerenza. Essere profeta significa comunicare anche la forza liberante di unaesperienza di vita vissuta nella consapevolezza di essere amati e scelti sempre. Nonimporta quante cadute potranno esserci lungo il percorso, quanti fallimenti nell’essereascoltati ecreduti, l’importante è conservare quella sana coerenza tra vita e parola, che rendeautentica e autorevole la testimonianza dell’Amore incontrato e ricevuto. Essereprofeti significa cogliere e vivere l’invito di Charles de Foucauld che ha lasciatoscritto: “Verso tutti quelli coi quali sono in rapporto, con la bontà, l’affetto fraterno,l’esempio, l’umiltà, la mitezza. Con alcuni, senza mai dir loro una parola su Dio e lareligione, pazientando come pazienta Dio, essendo buoni com’è buono Dio,mostrandosi loro fratelli e pregando. Con altri, parlando di Dio nella misura in cuisono in grado di accettarlo, e, appena hanno in mente di ricercare la verità con lostudio della religione, mettendoli in contatto con un prete scelto molto bene...Soprattutto, bisogna vedere in ogni essere umano un fratello”. Il vero profeta agiscecome il sole: si leva, tramonta, ti fa esultare l’anima. E’ ciò che dovrebbe fare ognibuon cristiano: fare esultare le anime.

CONCLUSIONI

Vogliamo fare la differenza? Allora lasciamo che il mondo si stupisca di fronte alnostro modus vivendi, che è un vivere semplicemente da battezzati. Vivere facendo inmodo di non sprecare la vita, attraversando la vanità e la furbizia del mondomantenendo l’orientamento. Vivere ricordandosi ad ogni passo la fragilità da cui siproviene e l’infinito a cui si tende e che chiama nelle sere della vita terrena.Vivere ricordandosi dell’assenza più bruciante, quella di Dio, per ricercarla,desiderarla ad ogni istante, ad ogni respiro. Vivere inchinando la propria esistenzaalle verità invisibili. Vivere ribellandosi al grande gioco dell’apparenza del mondo,ma preparandosi e fortificandosi per il momento in cui inevitabilmente l’apparenza cipotrà sconfiggere. Vivere per ascoltare proprio in quel momento la voce di Dio che cisussurrerà: la tua vittoria è certa.

Serena domenica

+ Vincenzo Bertolone

 

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