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Sibari

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Promozione territoriale:Incontro a Rossano PDF Stampa E-mail
Scritto da S.Cataldi   
venerdì, 30 gennaio 2015 12:09
ImageIn occasione dell’incontro tra i rappresentanti della politica turistica dei tre più importanti comuni della sibaritide: Rossano, Corigliano e Cassano e gli imprenditori del settore, incontro fortemente voluto dal COTAJ (Consorzio Operatori Turistici Alto Jonio Cosentino) che ha avuto luogo nella splendida sala convegni della rinomata fabbrica Amarelli di Rossano, ci è pervenuto il comunicato, che pubblichiamo nel seguito, elaborato dagli incaricati dell’assessorato al turismo del comune di Cassano, nel quale vengono sintetizzati alcuni interventi dei convenuti. Sono stati sottaciuti però, sia la presenza, quale membro attivo del COTAJ da 20 anni, sia l’intervento di Antonio Michele Cavallaro, unico Tour Operator  da 26 anni a questa parte presente nel  territorio comunale di Cassano. Non è la prima volta che accade e la cosa non tange più di tanto l’interessato, ma è giusto mettere in risalto certe “dimenticanze” volute, ordinate o occasionali che siano.

Sviluppo locale: un protocollo d'intesa per promuovere il territorio.

Si è svolto presso l'auditorium della fabbrica Amarelli, un dibattito sulla possibilità politica di costruire una sinergia di area vasta e omogenea. Presenti il Consorzio turistico dell'alto Jonio, Cotaj (dott. Natale Falsetta coordinatore del tavolo e il consigliere Pasquale Motta); il Gal dell'Alto Jonio e del Pollino; gli assessori dei Comuni di Cassano All'Ionio, Rossano e Corigliano. Per il Comune di Cassano All'ionio in rappresentanza dell'Amministrazione guidata dal Sindaco Giovanni Papasso, c'erano l'Assessore allo Sviluppo Locale, Marketing Territoriale e al Turismo Stefano Petrosino e l'addetto allo Sportello Europa, Lavoro e Sviluppo dott. Salvatore Cataldi. L'idea è quella di creare una "palestra" che alleni gli operatori economici e le istituzioni del territorio a lavorare insieme. L'obiettivo politico è quello di formalizzare il rapporto di collaborazione, attraverso uno strumento. L'organismo individuato è un protocollo d'intesa tra le parti intervenute. Un organismo che vada a neutralizzare a monte, la prassi secondo cui le sinergie vengano interrotte ad ogni cambio politico. Trattasi in buona sostanza di un meccanismo anti discontinuità, con il quale vengano fissati i termini di collaborazione, e le linee programmatiche di lungo medio termine. Si vuole intraprendere un processo di partenariato orizzontale - istituzioni, operatori turistici - beni culturali e agricoli - soggetti che sono la sintesi e l'espressione plastica delle tre vocazioni per eccellenza del territorio d'area vasta. Si inizia con i tre comuni più importanti nel senso di popolazione residente e potenziale (turisti, visitatori e capacità ricettiva), per poi allargare ad altri comuni contermini più piccoli, anche espressione della *minoranza etnica ortodossa-albanese e della parte più interna dell'area. Bisognerà individuare e condividere un marchio territoriale, attività già iniziata, conferma l'assessore Stefano Petrosino, dall'Amministrazione Giovanni Papasso. Un marchio che promuova e divulga i prodotti, i servizi e le eccellenze turistiche, naturalistiche e culturali della Sibaritide. Un marcatore territoriale, che dia un valore percettivo e sensoriale al contesto, sia all'interno, sia all'esterno e comunichi positività, senso identitario e d'appartenenza forte e coerente. Un messaggio di marketing territoriale, che vada a rompere con decisione, l'immagine distorta e, solo negativa, del contesto per anni esportata. Atteggiamenti e comportamenti sociali, che affliggono da anni i nostri contesti, riferibili alla fenomenologia, che "l'antimeridionalismo nasca in verità dagli stessi meridionali". Questa alleanza, tra l'altro, si pone l'obiettivo di rompere la sfera cognitiva - mentalità (autolesionista, campanilista, individualista e diffidente), che caratterizza la società civile, gli operatori economici e le istituzioni dell'area interessata. Il vero obiettivo è quello di promuovere e vendere le eccellenze produttive, culturali e turistiche in ambito locale, nazionale e internazionale. Ad esempio, presentando progettualità di "pacchetti di turismo integrato di area vasta", ad una kermesse internazionale com'è l'expo 2015 di Milano. Il percorso che condurrà alla redazione del protocollo d'intesa, avrà bisogno di diversi incontri di confronto e condivisione, un tavolo permanente. I tempi di ideazione, di esecuzione e di gestione dovranno essere, però, relativamente brevi. Perché gli ultimi treni, per la crescita e lo sviluppo, non aspettano e sono già in partenza. L'intervento dell'imprenditore turistico Ing. Luigi Sauve si è focalizzato sulla cattiva immagine del prodotto Calabria in termini politici e di servizi turistici. Partecipai dice Sauve, alla fiera di Stoccolma aprile 2014 di promozione turistica ed ho assistito ad una dichiarazione del più grande tour operator europeo il Tui, Calabria no thanks. Ne rimasi allucinato e demoralizzato. Primo passo è quello di raggiungere un'unità d'intenti sulla denominazione da assegnare all'area geografica. il nome è senza dubbio La Sibaritide (aggiunge l'assessore Stefano Petrosino un nome che c'è da millenni). la Sibaritide che dobbiamo fare in modo che diventi la California o la Florida del Sud Italia. Propongo conclude Sauve, la destagionalizzazione del turismo per il periodo marzo - maggio verso il target terza età, sportivo e religioso. Il tutto, a patto che, si punti su un turismo d'elite e che, siano migliorati i servizi minimi ricettivi di base sul territorio allargato (pub, caffetterie, ristoranti e pizzerie). Dove potrei portare un gruppo di inglesi o svedesi una sera di primavera a bere un buon the in un locale rinomato? O con quali mezzi dovrebbero spostarsi sul territorio d'area vasta. C'è necessità di servizi specialistici (guide turistiche, agenzie di viaggio, imprese di taxi e di autobus) da comprendere nel protocollo d'intesa.

 

Dott. Salvatore Cataldi

 

  • La minoranza albanese presente sul territorio calabrese, definita “Arberesh”, non la si può e non la si deve più considerare “etnia”, in quanto pur conservando costumi tradizionali e dialetto d’origine albanese, la popolazione si è talmente frammista con quella locale in 500 anni di storia da farne parte integrante, si tratta quindi di una caratteristica culturale certamente importante che interessa l’intero territorio e non di una minoranza etnica; né tantomeno “ortodossa-albanese” in quanto il loro rito religioso nulla ha a che vedere con l’ortodossia orientale, si tratta del rito “greco-bizantino-cattolico”, rito che, ricordiamo, era preesistente all’arrivo degli immigrati albanesi avvenuto dal XV secolo in poi. (nota della redazione)
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