Previsioni di fine anno |
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Scritto da M.Miani | |
domenica, 11 gennaio 2015 11:52 | |
Giunto al termine è Dicembre. L’ora è quella fatidica ultima dell’anno. Per strada è un susseguirsi di botti, Petardi che scoppiettano fra i vichi, nelle strade, Qualche razzo lanciato verso il cielo Che è grigio un po’ turchino e s’illumina Di colori, di stelline appariscente. Pei viali è un via vai di gente. Va di fretta coi fagotti e i pacchi Residui acquisti di queste feste. I volti son un po’ tutti sorridenti Per l’ora che alfine passa veloce e corre. Ultima nota di un anno trascorso Dicono anomalo, cattivo per tanti Senza dubbio andato. Non come pensato, Previsto negli almanacchi da astrologi, Studiosi d’ astrolabi influenzati dalla Curva dello zodiaco, sulle intercettazioni Degli eventi cosmici siderali, che avevano Pronosticato dai loro studi in un tempo lungo Un anno roseo, gaio dal color del sole, non triste. Pieno di buoni affari, d’amori quelli struggenti, Di bontà serena tra i tanti che pullulano il mondo. I bianchi, i neri, i rossi di pelle, gli uomini gialli, Gli olivastri, quelli la cui pelle e rosa Con ognuno di loro dimentico dei torti, lasciata l’avarizia, La voglia di potere, di conquiste delle terre e d’ogni bene, D’aver schiavi altri uomini al servizio per lavori Duri, non piacevoli, senza paga, e infami Che per una volta almeno distruggono le armi Le sciabole, le pistole, i mitra ed i cannoni, Le bombe quelle che fanno pochi danni, E quelle che sconfinano i limiti di creanza Le atomiche, che uccidono milioni d’uomini, In un botto bruciando case, territori immensi Rendendoli, inerte polvere virale Che da morte per secoli in silenzio. Pronostici e previsioni, che si fanno a fine D’anno vecchio, quello che è l’ultimo passato, Promettendo al volgere dell’ultima ora Buone speranze propizie per tutto l’anno nuovo da venire. Che partono di buon mattino e crescono sino a sera Quando ognun getta da casa ogni cosa nera, I pensieri, le angosce, le paure, le malattie, i drammi Che son passati, i delitti che son successi, Le ruberie dei furbi, gli inganni d’ogni giorno. I torti subiti e fatti, i raggiri, le truffe Le promesse vane dei politici arraffoni Che sono un massa di buon ladroni, Quando parlano dicon A per dire B E tu non devi mai capire se parlano Predicando bene o al contrario razzolano male. E persino alcuni preti, spesso dicono di starsi buoni, Non far peccati, essere santi, ma svoltati Gli angoli non son più angeli confidenti e biondi Con le ali, ma diventano diavoli con le code, Coi tridenti affumicati e rossi, le fauce pronte A gettar fiamme ogni volta che la bocca parla. L’unica cosa buona è che non sono tutti, ma solo in parte. Vorremmo dai pronostici garanzie di buona salute, ricchezza Divertimenti e gaudi, lasciando indietro I tanti amari guai, gli incidenti, le delusioni, I tradimenti di un’amorosa e quelli d’un amico, La perdita del lavoro, i figli sbalestrati Fuggenti dalle case e dagli impegni. Tu hai avuto la promessa di buona sorte, la speranza verde Ma esse nell’anno sono state sempre avverse. Non pensi che il momento è pronto, venuto Per mutare ogni cosa, stracciare l’almanacco, L’oroscopo che per anni ti ha beffato con ogni smacco. Ora io ti raccomando per l’anno nuovo che arriva, Un corso nuovo adatto ai fatti accaduti sino a ieri. Acconcia il tuo pensiero e credi secondo il caso. Se tu hai letto l’oroscopo del nuovo che ti aspetta, Domani che è l’anno giovane un po’ vaghetto, Cercati anche quello dell’anno che sta volgendo al fine, T’accorgerai che esso è tale e quale al nuovo. È nelle pagine simile dal primo giorno all’ultimo. Non cambia nulla, le parole, le virgole. i punti, stanno li non cambian posto,né tono e né musica. Pare che l’almanacco per l’astrolabio studiato sia stato stampato a copia coi soliti colori della speranza. Allora dico a me, dico a te, dico ad ognun degli altri Perché io m’aspetto il nuovo, il meglio nell’andazzo? Il giorno, la settimana, il mese, e l’anno. Tutto diverso? Con fiori, sole, fortuna in abbondanza, un caleidoscopio Senza malanni, acciacchi vari, disgrazie nere, Affanni, inciuci, tragedie vere, imbrogli e ruberie. È inutile cercare le speranze certe, son favole Accontentati di aver speranze buone Senza gettare quelle vecchie per le nuove, Ché son fantastiche sì, ma son sole vaghe e truffaldine, Anche bugiarde, spropositate a quella che è la vita vera Che è un pò felice, ma tanto amara anche se essa è bella. Io non mi aspetto più la favoletta narrata dalle nonne Dei principi, delle fate turchine, delle maghe buone. M’affaccerò al sole se domani apparirà lucente Dal cielo tra le tante scure nuvole, godrò e mi dirò Buona giornata c’è il sole che mi riscalda l’animo. Oggi non soffro il freddo e mi accontento, Son felice per essermi svegliato al nuovo dì. Buon anno dacché è svanito quello vecchio. Non so se le cattiverie, le guerre, i morti a migliaia Gli imbroglioni, i politici ruffiani e arraffoni, I preti cattivi, i giudici ingiusti, i trafficanti ladri La giustizia avara, la libertà di parte, l’uguaglianza Alterna, La fratellanza spuria, l’amore interessato, i bambini degradati Sfruttati, stuprati, affamati usati come soldati, come cavie umane, Le donne mercanteggiate, abusate, torturate, uccise, La droga, la prostituzione, l’avvelenamento delle terre La sporcizia dell’ambiente, il maltrattamento degli animale E tante sozzure che degradono l’uomo rendendolo Un mostro, un essere abbietto a se stesso sconosciuto, Sconosciuto agli altri, al creato ed al cosmo intero Se ci saranno tutti questi mali ancora a peso della vita Quale originario male, originario castigo eterno Per aver cercato il frutto della scienza, della conoscenza. Dirò convinto, felice buon nuovo giorno di un anno nuovo Nel cui corso io vivendo cercherò la verità delle cose, Vorrò trovare per me e per tutti il valore sano e vero Di giustizia, fratellanza, uguaglianza, libertà. Ove io vivendo a tutti applico sempre i principi Sacri di riconoscere gli esseri umani come fratelli, A cui voler bene anche se diversi nella pelle Nella nazione, nella fazione, nella religione Nel libero pensiero individuale universalmente sacro Facendo si che io quel che faccio agli altri come fratello Sia uguale a quello che mi aspetto dal prossimo Mio fratello in natura secondo l’ordine universale Che rende un uomo pari all’uomo per ogni cosa e idea, Così avrò in avvenire ogni anno nuovo piacevole Che risponde a quanto sicuramente io m’aspetto. Dirai tu, si, ma, con la morte come ti metterai? Amico mio caro su ciò non vi sono responsi certi Maghi, indovini, streghe, astrologi, taciono, non hann parole Non esistono almanacchi pronostici di nessuna sorte e genere. È un problema grande e grave. Quella non vuol ragioni S’arriva non cambia ha sempre fretta, non fa chiacchiere. Non gli interessa il vecchio e il nuovo, per lei è sempre ora Non s’adombra coi tuoi discorsi, va diritta, non s’impiccia Nelle storie strane di speranze, di oroscopi e d’almanacchi Né di previsioni giuste, sballate o errate in tutto. Non vede se il giorno è quello buono, se c’è il sole o v’è tempesta forte. Noi la dobbiamo ipotizzarla ogni anno, ogni mese, giorno o ora, Lei lavora e s’appresta giusta alla conta dei minuti e dei secondi. È l’unica che non puoi vincere modificando l’astrolabio Né cambiando il detto dell’astrologo o del chiromante. Checché ne dicano i religiosi o gli atei, discende direttamente Dall’origine, dalla creazione o della trasformazione dopo il peccato O che si voglia credere dal Big-Ben la grande conflagrazione. Tu non puoi far nulla, devi aspettare il quando oscuro. Ti devi adoperare a crederci, il resto lo fa lei silenziosamente, Pazientemente senza disturbarsi del lavoro o del giorno. Lei lavora e basta! Poi passa ad altra opera tranquilla, sicura. Non conosce furbo mercimonio né piccolo, o grande assai, Non fa scambi o trucchi, non si corrompe è cieca alla bellezza, Non accetta beni sia in natura che in denaro, è equa. Una livella! Perciò buon anno, speranzoso sempre, fortunato sempre Felice come lo vuoi, come te lo crei in mente e nell’animo, senza voler per forza vincere su ogni storia che ti accade. D’altronde il gioco della trottola non lo gestisci tu La vita la si conosce a caso al giorno buono o nero ogni volta che t’appella inevitabilmente al buon e al cattivo stato. Michele Miani
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