La risposta di Papa Francesco su "La Stampa" |
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Scritto da A.M.Cavallaro | |
domenica, 11 gennaio 2015 10:47 | |
![]() Se Benedetto XVI ha pensato bene di ritirarsi (e non è certamente uno sciocco), secondo me (e non solo), lo ha fatto perché aveva capito che la Chiesa pur restando sempre Una, Sancta, Cattolica e Apostolica forse non era saggio che restasse troppo Romana e cominciasse a spaziare con occhio più fraterno e benevolo verso altri luoghi e teorie dottrinali. Papa Francesco è stato eletto certo non per seguire pedissequamente la vecchia e “stanca” teologia cattolica, ma per perseguire una teologia un po' meno "cattolica" e sofisticata, ma più vicina al mondo reale. D'altronde Benedetto XVI aveva così scritto nella sua enciclicas "Caritas in Veritate": <<La carità è la via maestra della dottrina sociale della Chiesa. Ogni responsabilità e impegno delineati da tale dottrina sono attinti alla carità che, secondo l'insegnamento di Gesù, è la sintesi di tutta la Legge (cfr Mt 22,36-40). Essa dà vera sostanza alla relazione personale con Dio e con il prossimo; è il principio non solo delle micro-relazioni: rapporti amicali, familiari, di piccolo gruppo, ma anche delle macro-relazioni: rapporti sociali, economici, politici. Per la Chiesa — ammaestrata dal Vangelo — la carità è tutto perché, come insegna san Giovanni (cfr 1 Gv 4,8.16) e come ho ricordato nella mia prima Lettera enciclica, « Dio è carità » (Deus caritas est): dalla carità di Dio tutto proviene, per essa tutto prende forma, ad essa tutto tende. La carità è il dono più grande che Dio abbia dato agli uomini, è sua promessa e nostra speranza.>>. Non mi pare che le azioni e le parole di Papa Francesco si allontanino molto da quanto il Papa emerito ha divulgato nel mondo. Antonio Michele Cavallaro (Cliccare quì per l'articolo de "LA STAMPA" ) Cliccare quì per l'enciclica "Caritas in Veritate di Benedetto XVI) |
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