Scritto da A.M.Cavallaro
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sabato, 27 dicembre 2014 08:41 |
Quest'anno il presepe vivente di Sibari è stato veramente bello, toccante, interessante e autentico. si, soprattutto "autentico", perchè mi è sembrato che lo Spirito del Natale abbia aleggiato su tutti coloro che hanno partecipato all'iniziativa, a cominciare da chi con grande sacrificio ha dedicato ore e giorni alla messa a punto della spettacolare "scenografia" e agli "attori" che con semplicità e intima gioia hanno offerto il loro corpo, i loro volti, per interpretare i personaggi che in quella notte furono testimoni del fatto più straordinario del mondo. Grazie a tutti senza distizione per la loro dedizione. Offriamo , nel seguito, una splendida poesia di Aurelio Albanese, che ci ricorda di mantenere vivo nel nostro cuore il sentimento natalizio anche dopo che avremo "smontato" il presepe e riposto i pastori negli scatoloni. (A.M.C.)
Il presepe
Calato il sipario, già dal teatro tirano giù l'azzurro telo trapunto di stelle e tutte le belle accurate scenografie di Betlemme con i suoi monti innevati di cartapesta e così pure con cura si iniziano a incartare tutti i pastorelli, il mulino, la casetta del fornaio, tutte le pecorelle, le galline, il gallo e il grasso maiale sparsi nel muschio. Calato il sipario l'umile grotta si svuota di poesia e profumi e anche la stella cometa che prima brillava sul tetto con gli angioletti si spegne e il bue e l'asinello non scaldano più il Redentore. Calato il sipario Maria e Giuseppe si avviano con i Magi i loro cammelli e la magica scenografia pure loro in soffitta, tra i tanti inutili oggetti e per un intero anno non si parlerà più di loro. Calato il sipario viene pure riposto dentro degli scatoloni in una fredda soffitta l'amoroso perdono e tutti quei propositi buoni che abbiamo fatto con le lacrime agli occhi in silenziosa preghiera.
di Aurelio Albanese  Giuseppe, Maria e il Bambinello nella rappresentazione del Presepe vivente di Sibari |