Essere genitori: difficile ma necessario |
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Scritto da +V.Bertolone | |
lunedì, 01 dicembre 2014 07:54 | |
![]() Se questo accade è perché oggi c’è poca comunicazione intergenerazionale. Ed il mondo è abitato da una società di smemorati, che non si raccontano più le grandi cose, i grandi eventi, e restano protesi sull’effimero, sul giorno che alla fine si spegne, perdendo volto e identità. Si apra una finestra su una casa qualsiasi, sui genitori alle prese coi figli: c’è chi con pazienza intraprende la strada delle spiegazioni minuziose e chi più spiccio conta fino a tre; chi ordina perentoriamente e chi supplica; chi promette e minaccia punizioni; chi urla e chi dopo un’estenuante contrattazione passa alle maniere forti. Farsi ascoltare dai figli non è mai stato facile per i genitori: un tempo, al genitore bastava un’occhiata, un’alzata di sopracciglio a incenerire un’intemperanza infantile, per il resto c’erano botte e punizioni. Oggi pochi hanno nostalgia di quell’educazione autorevole che doveva drizzare la schiena al giovane virgulto, sebbene al genitore contemporaneo, dialogante e disponibile, morbido e protettivo, la pazienza scappi in fretta così che spesso le maniere forti tornano in auge. Si corre allora il rischio di trascurare una verità fondamentale: i bambini vogliono diventare grandi, hanno realisticamente bisogno di imparare a vivere, di muoversi molto, di apprendere ciò che non conoscono. Insomma, di imparare “a volare” sperimentando anche da piccoli la vita. Hanno bisogno di esperienze, non di adulti che si sostituiscano a loro vestendoli, imboccandoli e servendoli. Hanno bisogno di testimoni, di esempi e di buone consuetudini che permettano loro di essere tranquilli e di sapere cosa poter fare, quando e come. In altre parole, di papà e mamme che non siano né troppo autoritari e né troppo “fanciulli” che non eccedano nella confidenza o del voler plasmare i fanciulli a propria immagine e somiglianza, ma che accettino invece il compito gratificante, ma altrettanto arduo, del mestiere più importante del mondo: quello del genitore-educatore. Della figura capace di aiutare i figli ad imparare dalle proprie mancanze, a dar loro fiducia, ad accettarne gli errori senza per questo marchiarli di incapacità. Essere genitori è difficile quanto necessario. È una sfida da accettare sapendo di poter contare sempre sulla presenza di Cristo e sulla sua Grazia: non raccoglierla vuol dire rinunciare al futuro.
+ Vincenzo Bertolone
Fonte: "Il Sole 24 Ore" del 30 Novembre 2014 |
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