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Sibari

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Vangelo di domenica 9 Novembre PDF Stampa E-mail
Scritto da don Michele   
sabato, 08 novembre 2014 08:50
ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 2,13-22.  -  Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato».  I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora. Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?». Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».  Ma egli parlava del tempio del suo corpo. Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù. (Nella seconda parte, in coda all’Omelia, pubblichiamo il foglio informativo settimanale della Parrocchia di San Giuseppe in Sibari) - (L'immagine è tratta dal Codex Purpureus di Rossano - la cacciata dei mercanti dal tempio)

RIFLETTIAMO INSIEME SULLA PAROLA DI DIO DELLA DOMENICA

9 NOVEMBRE 2014

DEDICAZIONE DELLA BASILICA LATERANENSE – A

(Ez 47,1-2.8-9.12; Sal 45; 1Cor 3,9c-11.16-17; Gv 2,13-22)

In questa domenica celebriamo solennemente la dedicazione della Basilica lateranense, la chiesa “madre” di tutte le chiese, la prima “cattedrale” del mondo.

La Basilica lateranense, come ogni chiesa-tempio, in cui si celebrano l’Eucaristia e gli altri sacramenti, è stata “dedicata”, cioè - attraverso una preghiera di consacrazione e l’unzione del crisma sull’altare e sulle pareti - è stata sottratta ad ogni uso profano e destinata unicamente al culto e all’adorazione di Dio.

Ed è proprio l’annuale ricorrenza di tale “rito di dedicazione” che noi oggi celebriamo. 

Le letture che ascoltiamo, tuttavia, non ci parlano semplicemente della chiesa-tempio, ma soprattutto della Chiesa-popolo di Dio, la Chiesa costituita da quelle “pietre vive”, che siamo noi.

A questo proposito mi piace ricordare due cose.

La prima. Quand’ero bambino, il coro della mia parrocchia cantava qualcosa che suonava più o meno così: “Chiesa di mattoni no! Chiesa di persone sì! Siamo noi, siamo noi! Nasce la comunità ...”.

La seconda. Don Tonino Bello, che fu vescovo di Molfetta e di cui è in corso la causa di beatificazione e canonizzazione, raccontava un episodio vissuto da lui quando il santuario molfettese della Madonna dei Martiri fu elevato a Basilica “minore”.

La sera precedente, i giovani della diocesi, fecero una veglia di preghiera con il Cardinale che si occupava della concessione del “titolo” e con lo stesso don Tonino. Ad un certo momento un giovane chiese al Cardinale: “Perché si chiama Basilica minore?” Il Cardinale rispose: “Perché Basiliche maggiori sono le chiese che stanno a Roma, le altre si chiamano Basiliche minori”.

Don Tonino, però, intervenne, rincarando la dose: “Questa si chiama Basilica minore perché la Basilica maggiore sei tu; Basilica significa casa del Re: tu sei casa del Re, non catapecchia di periferia, non spelonca da trivio. Tu con la tua persona, la tua vita, per quanto squallida sia, sei Basilica Maggiore”.

Quella risposta di don Tonino i giovani l’avevano davvero capita e presa sul serio! Tant’è che quando terminò la veglia e alcuni di loro diedero un passaggio al vescovo verso l’episcopio, e, arrivati, videro davanti al portone, disteso a terra, Gennaro l’ubriaco, quello che guidava disse: “Don Tonino, Basilica minore o maggiore?” Don Tonino rispose: “Basilica maggiore”!

Noi tutti, ciascuno di noi è Basilica, casa del Re, dimora, tempio di Dio! Lo ricorda chiaramente san Paolo nella seconda lettura: “Santo è il tempio di Dio, che siete voi”! 

Eppure, a volte, noi cristiani ci preoccupiamo più del decoro e della bellezza della chiesa-tempio, della “Basilica minori” - come direbbe don Tonino Bello - che della Chiesa di pietre vive, della Chiesa di persone, fatta di volti e di storie che dobbiamo necessariamente incrociare e che devono necessariamente interpellarci!

Il Vangelo che ascoltiamo è estremamente chiaro! Il “tempio”, abitato abusivamente dai mercanti - che da “casa del Padre” ė diventato un “mercato”, una “spelonca di ladri” - non è tanto la chiesa-tempio (anche se a volte, purtroppo, è anche quella ... quando ogni “servizio pastorale” diventa un “sacro commercio”!), ma la vita stessa delle persone, insidiata continuamente da mercanti “abusivi”, che promettono felicità e successo “a basso costo” e indicano scorciatoie e sotterfugi che non conducono da nessuna parte e che vengono svendute come “chimere” di benessere e di autorealizzazione.

Non le elenco perché non intendo fare il “moralista”, ma tutto ciò che fa della vita dell’uomo e della donna un “mercato” anziché la “casa del Padre” - la dimora di Dio! - “sporca” la vita, la imbruttisce, allontanandone la gioia vera! 

Oggi, il Signore ci chiede - ci “comanda”! - di “portare via”, di allontanare dalla nostra vita e da quella degli altri - dal Suo Tempio! - “queste cose” che la sporcano, la intristiscono, la imbruttiscono ... e, se guardandoci dentro, vi troviamo solo un insieme di “macerie” - a causa dei “mercanti abusivi” che ce l’hanno danneggiata e distrutta - rivolgiamoci a Lui, con maggiore fede e speranza: Lui - Lui solo! - ha la capacità di “ricostruire”, di “farla risorgere”! Amen.

don Michele Munno

 

Cliccare quì per il foglio informativo della Parrocchia di San Giuseppe in Sibari

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