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VITA DA CANI,lo specchio dell’era moderna! PDF Stampa E-mail
Scritto da D.Lombardi   
sabato, 04 ottobre 2014 07:29

ImageUn racconto e un'intervista all'autore che fanno riflettere su quella specie di idolatria per i cani che soppianta spesso l'amore ed il rispetto che si devono avere per il tradizionale "amico dell'uomo".

Ebbene sì al padre di Elena, Pacifico, non piacciono i cani, o meglio detesta i proprietari stupidi dei cani. Molti di questi si comportano come se tutto il mondo fosse in obbligo con loro solo perché hanno un cane, si fanno chiamare “PADRONI” impongono sempre ed ovunque la bestialità con tutti ed ovunque e se solo provi a dimostrarti contrariato, ti additano come un malato che odia gli animali.    

Partono, se tutto va bene, solamente con i giudizi ed i vari perché della loro zoolatria che pare se la raccontino da soli, se invece provi ad obiettare su questo antropomorfismo e questa autoritaria imposizione, magari chiamando le forze dell’ordine per la violazione di eventuali divieti, incominciano gli insulti e non disdegnano le percosse ed aggressioni. Pacifico il peggio lo ha vissuto, purtroppo, in compagnia della sua bimba, allora  di solamente due anni, con minacce, pugni addirittura trovandosi molossi puntare sia lui che la bambina, per ordine dei proprietari stessi che con il loro oggetto divino, di fatto posseggono ogni diritto su tutti e tutto.Pacifico, non sopporta  quando queste bestiole cagano ed urinano rigorosamente sui marciapiedi e la maggior parte dei loro stupidi ma onnipotenti proprietari, non raccolgono  gli escrementi e  ti guardano e trattano male se glielo fai notare.

Avere un cane non è un dovere sociale. Molto spesso è solo un capriccio inconscio, instillato dai media, per “uniformare” il modello sociale più consono e docile al comando mediatico subliminale del compra compra, trasmesso attraverso scritte, suoni e immagini onnipresenti, che pare trattino i più svariati argomenti, ma che nascondono al loro interno – come in un codice cifrato- frasi ed immagini  avulse di cani, che rimangono nella memoria degli ignari spettatori.

Il padre di Elena, ha notato come i manifesti delle varie leghe mostrino sempre languidi cuccioloni con gli occhi imploranti. La tv propaga immagini di cagnolini umanizzati che dormono con gli uomini, che ubbidiscono al primo cenno del “padrone”, che giocano con i bambini e con gli anziani … una sorta di Mulino Bianco e di Lilli e il vagabondo allargato e rivisto: tutti felici e contenti dentro la favoletta del nuovo The Truman Show dei loppidi.

Intendiamoci, Pacifico non va in giro a dar fuoco ai cani o a farli sbranare dalla  tigre, è però davvero stanco di convivere con la maleducata ignoranza del surrogato d’uomo, ipnotizzato e succube di ogni dettame politico deviato che dilaga in questa epidemica diffusione del cancro, per la distratta ed assente deambulazione di massa voluta e diffusa da Mangiafuoco.

I cinofili o animalisti secondo il padre di Elena sono solo degli “ignari degenerati” che sfogano il loro istinto vitale (ipnotizzato), esibendo cani mastodontici ed aggressivi, nei quali spesso l’aggressività è installata a suon di maltrattamenti.

Anche Celentano, il molleggiato donatosi al Rock, nella sua lettera a Livia Turco, scrisse, a seguito della inenarrabile scomparsa di Alessia di soli nove mesi per l’aggressione di due molossidi proprietà degli stessi familiari, evidenziando in modo semplice e chiaro le colpe di un paese incontrollato e comandato, “che non ha superato gli esami dell’educazione, del rispetto delle regole, dell’altruismo non solo per le bestie ma anche verso i propri simili”…

Di chi sono le colpe? Dei degenerati di cui sopra certo, ma anche  e soprattutto delle industrie di mangimi e di gadgets che  fanno miliardi con le loro scatolette di schifezze … nel frattempo lo Stato coi suoi picciotti, batte cassa.

L’unico che esce vincente da questa deprimente commedia della nuova depressione, o nuova normalità, come l’elite finanziaria definisce tecnicamente, instillandoci il verbo che a tratti prende il corpo da film horror e della più macabra cronaca nera..… è il cane. E meno male che i cani hanno qualcuno che li difende dalle critiche degli altri, qualcuno che difenda il loro "clan". Almeno loro. Perché noi miseri umani, in questo senso, non abbiamo proprio nessuno che ci faccia da paladino.

I cani sono i cani e noi esseri umani non siamo degni di loro.

Beati i cani, c'è proprio da dirlo!

Vi consiglio di cominciare ad abbaiare, cagare ed urinare in giro ovunque e leccare chiunque...(senza mordere, mi raccomando) chissà che qualcuno prenda le vostre difese, un giorno!

Quando l'estate si avvicina e il pericolo "abbandono cane" si fa più incombente...fate una cosa: questa estate, al posto del cane, abbandonate un vecchietto in tangenziale.

I cinofili ve ne saranno senz'altro grati, perché il cane è meglio dell'uomo!

La nuova soglia della degenerazione umana: portare un potenziale partner a casa e sceglierlo in base al fatto che il loppide gli/le ringhi contro o meno, perché se gli/le ringhia contro vuol dire che ti farà soffrire, perché il loppide non sbaglia MAI. 

Sì, perché nel mondo c'è anche questo.

Con l'arrivo della primavera si alzano le temperature e gli escrementi dei loppidi comincia a flautulare i nostri nasi, direttamente dalla madre "Asfalto"...padroni...munitevi di paletta e sacchetto e bottiglia per la parte liquida perché  il mondo non è il gabinetto delle bestie! Nel mondo i bambini DEVONO poter giocare con gli alberi, con la terra, con l’erba, è un dovere nei loro confronti concedergli l’esperienza del mondo, un mondo PULITO!

Pacifico, pensa tutto questo dal letto di un ospedale, dove  si trova per essere stato  sbranato da tre cani dei vicini.

I cani lo hanno ridotto letteralmente a brandelli. I tre cani avevano puntato Elena e  lui si è messo fra lei e le tre bestie per proteggerla.  Anche Elena è stata azzannata, ma le è andata “ meglio”, se l’è cavata con un morso grazie all’intervento del padre.

“ Solo” un paio di  giorni in ospedale e tanta, tantissima paura …   ma suo padre lo hanno azzannato alle gambe, alle braccia, alla testa, strappandogli lembi di carne divenuto preda di una belva satanica.

I chirurghi dell’ospedale, lo hanno dovuto operare d’urgenza per poterlo salvare ed evitare che perdesse gli arti scempiati. L’intervento è durato tutta notte, dalle undici di sera di lunedì fino all’alba della mattina seguente. La prognosi per lui  è rimasta per tanto tempo estremamente riservata. E’ entrato in coma, in un letto della Rianimazione. Dalle lenzuola spunta solo il viso addormentato, segnato anch’esso dai morsi e i graffi delle bestie inferocite.

La madre di Elena  quando ha visto marito e figlia in pericolo ha scavalcato il cancello  e vedendo i suoi cari in preda ai tre cani è svenuta per lo spavento.

I padroni dei cani “rischiano” forse, una denuncia per omessa custodia di animali, o forse di più, perché quei cani dal giardino della villa  non  sarebbero mai dovuti uscire.

Il padre di Elena si salverà ma QUANTO DOLORE e DEGRADO. Intanto la bambina e la madre sono seguite da una psicologa.

Elena ora sa che umanizzare gli animali non è una bella cosa. A volte trattare gli animali con estremo affetto,  talvolta può essere dannoso soprattutto per la salute  degli animali stessi e dei gatti, che vengono sottratti alla loro natura. Una tendenza purtroppo piuttosto radicata di cui non sempre ci si rende conto.

La psicologa le ha raccontato la storia di Ugo. Un cane che è fuggito da casa dove si sentiva soffocare, dove non viveva la sua vita.

Viveva in una bella villa, circondato da tanto affetto, forse troppo o meglio un amore sbagliato.

Si sente ridicolo. Quando fa freddo, piove o nevica i suoi gli fanno indossare una mantellina, il cappottino,  il maglioncino di lana. Lui non ha mai fatto troppe storie, perché era “costretto”. Quando aprono il suo armadio e vede tutta la sua roba la sua coda non scodinzola più e non salta più per la felicità. Si sdraia sul divano e si accuccia con una grande tristezza negli occhi. 

La  proprietaria  di Ugo che diceva ad una sua amica:”  Sapessi quante storie ha fatto il mio vicino perché il mio Ugo ha dato un morsetto alla sua piccoletta … si vede  che se l’è meritato. Gli avrà dato certamente noia quella mocciosetta viziata. Io ho educato bene il mio Ugo e ci tengo a trattarlo come tratto me stessa. Vestire il mio Ugo non vuol dire ridicolizzarlo, ma amarlo ancora di più”.

Il padre è rimasto menomato da questo “incontro” con i teneri cucciolotti e ha sporto denuncia, non ha avuto risposta, ne ha sporta un’altra e un’altra ancora … si è rivolto al tribunale dei diritti dell’UOMO… niente … l’Uomo rispetto al cane NON HA NESSUN DIRITTO! Neppure sulla ricevibilità della denuncia, forse proprio in quanto umano.

IL padre di Elena per fortuna si è risvegliato ed è stato dimesso dall’ospedale, finalmente è tornato a casa. Ancora non ha ripreso tutte le sue funzioni, ma è vivo ..

La famiglia ora si trova davanti al televisore di casa, è seduta sul divano stanno dando un documentario che li blocca davanti alla tv: parla di cani.

Sono indecisi se guardarlo e cambiare canale, poi la curiosità è più forte di loro …

Viene inquadrata una sala del British Museum di Londra dove sono esposti dei bellissimi bassorilievi raffiguranti delle scene di caccia al leone dove i cacciatori sono immancabilmente armati di grossi cani, molossi per la precisione, figure databili intorno al 645-635 a.C, che decoravano all’epoca le sale del palazzo assiro di Nineveh.

Gli Assiri sono oggi noti soprattutto per la loro terribile ferocia nei confronti delle popolazioni vinte, che venivano trucidate e deportate senza pietà. Tra i loro interessi, appunto, figurava anche l’allevamento di cani dall’aspetto poderoso e pesante…

Il Molosso ha da sempre rispettato la potenza che riesce ad incarnare, con le sue spalle possenti e il pelo ispido.

Quando Marco Polo ne vide uno per la prima volta, in visita dal  Gran Can , raccontò che i Molossi d’Oriente erano così forti e potenti che ogni uomo che doveva partire per un viaggio ne portava due con sé.

Questo avveniva perché gli uomini incontravano i leoni lungo il loro cammino e due Molossi erano perfettamente in grado di attaccarne uno e anche se il leone si rivoltava contro di loro non poteva far altro che soccombere.

In  Gran Bretagna , visto il numero molto elevato di cani da caccia, il Molosso venne impiegato principalmente per il combattimento contro i tori. In realtà uno dei principali usi che è sempre stato fatto di questo cane è quello di fedele compagno da guerra, un vero e proprio soldato, conosciuto in tutto il mondo proprio per la sua funzione di accompagnamento e attacco tra le truppe e tra i conquistatori.

Altre storie riguardano anche la caccia ai cinghiali, infatti i Molossi riuscivano a tenere a bada questi animali selvatici, che tutti sappiamo essere molto violenti e capaci di fare davvero male. I Molossi riuscivano ad azzannarli e bloccarli.

I cani da guerra divennero poi cani mascotte, per le truppe italiane, tedesche, inglesi e per molti altri paesi. Ricevevano inumazioni ufficiali e acquisivano un certo rango all’interno degli eserciti. Ci sono molte storie che riguardano i cani in guerra.

Ancora nella religione egizia, Anubi era la divinità che proteggeva le necropoli ed il mondo dei morti, per cui veniva anche chiamato "Il Signore degli Occidentali".

Molti demonologi assimilano la sua figura al demone gotico Ipos. In demonologia è un conte  ed un  potente principe dell’inferno.

Nel primitivo culto zooiatrico, Anubi era raffigurato come un cane dal pelo rossiccio, con grandi orecchie e lunga coda, ma a partire dal Nuovo Regno veniva rappresentato con il corpo di uomo e testa di cane, chiamata poi genericamente testa di sciacallo, per identificare così l'animale che si nutre di carogne e quindi strettamente connesso alla morte. La forma mista di corpo umano e testa di canide non deve far credere che gli Egizi immaginassero e adorassero un dio semi-umano ma significa che essi vedevano nel cane randagio, della Valle del Nilo, la possibile forma, detta ipostasi. Quindi la comune immagine di questo dio, altro non era che un geroglifico indicante la "natura e le caratteristiche" della divinità e non certo il nome. Quindi la raffigurazione della morte dell’uomo in quanto tale, come del resto avviene al giorno d’oggi alla maggior parte  dei cultori dell’”amore“per i cani, che pongono l’animale al di sopra di ogni diritto e rispetto umano, fino ad uccidere per tale NECROSI.

 

Il documentario è terminato e non induce affatto il pensiero al sentimento dell’amore, bensì alla guerra, al demone capace di annientare l’anima di chi lo possiede (necrosi) a guardia del suo corpo senza vita!

La famiglia scambia la buona notte prima di andare a dormire, la bambina è piuttosto agitata ma i mamma e papa cercano di rasserenarla con la parvenza di riuscirci.

Il padre di Elena come si sente?

Ecco le sue parole, il suo pensiero rivolto al futuro della sua bambina:” Chi siamo noi, cittadini? O è forse meglio dire COSA siamo?

Il nulla del nulla e figuriamoci se questo sistema di interessi corrotti ci lascia anche un solo diritto … delusione, rabbia, senso di totale impotenza e nullità. Sfruttati per alimentare voluttuari consumi che distruggono sempre più un pianeta ormai stremato, per arricchire pochi burattinai senza scrupoli che tessono le fila del più grande disastro globale che l’Uomo abbia mai provato, è sufficiente alzare gli occhi al cielo per rendersi conto dei filamenti vaporosi che tessono sopra le nostre teste. Poi governanti, complici falsari che intingono di sangue ogni briciolo di speranza e di gioia di vivere rimasta, sacrificando l’ultimo superstite all’altare del sacrificio del consumo e della giustizia deviata, il surrogato del sociale umano, gestito come oggetto completamente controllato ed al comando di esseri ignobili che di fatto tirano e soprattutto tessono i fili di ignari burattini … e sui quali nulla è consentito fare, assolutamente nulla.. o mi sbaglio?

Mi piacerebbe tanto raccogliere alcune vostre testimonianze unirci in un coro … almeno questo, secondo voi lo potremo fare? Attendo vostre testimonianze …”

Cesare Moroni

 

 

CESARE  MORONI:  SCRIVO PER SALVAGUARDARE IL FUTURO DEI NOSTRI FIGLI - IL SUO RACCONTO "VITA  DA CANI, LO SPECCHIO DELL'ERA MODERNA"

Chi è Cesare Moroni?

Sono nato nella provincia Nord Ovest di Milanonell’anno 1963,  tra una raffineria di petrolio ed il Silla di Figino agli albori del boom economico, cresciuto con due passioni prevalenti, lo sport e la musica. Fanno quindi parte integrante della mia personalità, sia la sana competizione che l'armonia della diversità, come lo sono i diversi strumenti di un’orchestra. Gli studi tecnici hanno poi forgiato la mia attenzione ai particolari che compongono ogni situazione della mia vita, e già li incomincia ad accorgermi della scarsa qualità dell’aria che respiriamo, tanto da tenere sempre sottomano una mascherina antismog in ogni spostamento. Impegnato nell’orientare i risparmiatori verso il profitto, scansando il rischio, la mia attuale professione è quanto più si avvicina alla definizione di “ investitore istituzionale”, che dalla nascita di mia figlia ho incominciato a rendermi conto del vero orientamento del mercato e delle sue conseguenze indelebili sul pianeta e del futuro passaggio generazionale (dedicato a Eleonora).

Perché si è avvicinato alla scrittura?

Perché credo e confido nell’intelligenza dell’uomo, ed anche se al momento tale coscienza collettiva pare offuscata da ogni sorta di agente inquinante, voglio credere ad una sana evoluzione intellettuale e culturale,sollecitando la coscienza collettiva alla comprensione che chi ha solo interessi materialistici distruttivi sul  vero e profondo senso della vita,venga di fatto riconosciuto, scoperto ed abbandonato come con il re nudo!

Cosa vuole raggiungere con questo suo scritto?

Mi piacerebbe davvero contribuire a migliorare questo nostro mondo e fare in modo che la bambina e la futura donna che diverrà, possa camminare e circondarsi di persone vere e rispettose ovviamente in un ambiente sano e confortevole.

Pensa che ci sarà un seguito?

Il seguito, sarà la mia vita!  La ringrazio sentitamente per il suo interessamento! con cordialità e speranza nell’augurio!

Intervista di Daniela Lombardi

 

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