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Sibari

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UNA LAPIDE PER FRANCESCO PDF Stampa E-mail
Scritto da Davide   
sabato, 29 dicembre 2007 18:05
Il sindaco scopre la Targa
Il sindaco scopre la targa
Sabato 29 Dicembre a Sibari presso il Campo Sportivo ha avuto luogo una cerimonia particolarmente toccante in ricordo del giovane Francesco Capuano, vittima 3 anni fa di un incidente stradale. Francesco era un bravo calciatore ed aveva militato nella compagine locale. Tempo fa, a seguito della  richiesta fatta da un gruppo di Sibariti, Il consiglio comunale all’unanimità, ha deliberato di dedicare una tribuna dello stadio sibarita al compianto giovane. Prima è stata disputata una partita di calcio tra la locale compagine del Lattughelle over/30 e una squadra composta da ex-compagni di Francesco che terminava col risultato di 3 a 0 in favore degli  “amici di Francesco”. La partita è stata abbastanza combattuta anche se la differenza d’età e la maggiore continuità hanno premiato i vincitori. La partita è stata egregiamente diretta dall’ex-arbitro Ciccio Capraro. Subito dopo, nei pressi delle tribune, il Sindaco di Cassano avv. Gianluca Gallo, ha scoperto la lapide commemorativa, che era stata precedentemente benedetta da don Francesco Faillace.

La commozione ha pervaso i presenti  che si sono stretti attorno ai genitori, ai fratelli e a tutti gli altri parenti di Francesco in unico grande abbraccio. Quando accadde lo sciagurato evento, tre anni orsono,  il nostro gestore aveva scritto un articolo per "Il Piccolo del Mezzogiorno", che vi proponiamo per intero anche per ricordare a chi di dovere, che nel frattempo, nulla è stato fatto per rendere più sicuro quel tratto maledetto della SS 106.

(per vedere altre foto dell'evento cliccare di seguito:http://www.sibari.info/index.php?option=com_ponygallery&Itemid=47&func=detail&id=157#ponyimg  )

 

La maledizione della 106 ha colpito ancora

F. Capuano
Il sorriso di Francesco
Ancora una vittima sulla vecchia SS106. Ancora un giovane di soli 23 anni, una morte che poteva, che doveva essere evitata. Il fatto: E’ buio pesto su quel tratto di strada che collega la stazione di Sibari all’ingresso della SS 106 bis, una fila di persone in parte a piedi ed in parte in bicicletta si snoda in direzione di Torre Cerchiara, pioviccica ed i fari di un’auto inquadrano all’ultimo momento una giovane ciclista polacca, l’impatto è inevitabile, la bicicletta viene investita e l’auto sbanda leggermente posizionandosi al centro della carreggiata, per fortuna la ragazza investita subisce pochi danni: una leggera distorsione ad un polso, sull’auto investitrice una donna è in preda ad una crisi isterica, il traffico si blocca, alcuni automobilisti frettolosi manovrano pericolosamente e fanno marcia indietro, altri attendono che la strada venga sbloccata con l’arrivo delle forze dell’ordine. Sembra una cosa da nulla, all’improvviso la tragedia, il giovane Francesco Capuano sopraggiunge in moto, un giretto che fa spesso, tanto per rompere la monotonia della serata sibarita, forse non si avvede della coda di auto ferme, forse la strada sdrucciolevole non permette l’opportuna frenata, l’impatto è violento il giovane fa un volo di diversi metri e si abbatte sull’asfalto, inutile la corsa al pronto soccorso di Trebisacce, Francesco non ce la fa.
Appena due anni fa un altro giovane sibarita aveva trovato la morte esattamente nello sesso punto e più o meno con le stesse modalità.Oggi come due anni fa l’intera popolazione di Sibari è piombata nello sconforto totale, il giovane era conosciutissimo perché oltre ad appartenere ad una famiglia benvoluta in tutto il territorio era un bravo e promettente calciatore, che aveva militato in alcune squadre locali.Il cordoglio nostro si unisce a quello di tutti i Sibariti, ma la rabbia che abbiamo dentro deve per forza portare a qualcosa, non si può incolpare solo la fatalità di questi fatti luttuosi, vogliamo capire perché in quel tratto di strada avvengono così spesso questi incidenti con epilogo tragico.I giovani pedoni a bordo strada s’incontrano sempre più spesso e si tratta quasi sempre di extra-comunitari che lavorano nei campi e vengono in paese per fare la spesa, non hanno auto e sono costretti ad andare a piedi o in bicicletta, ma l’ANAS considera ancora la zona attraversata dalla 106 nel centro abitato di Sibari, zona rurale e quindi non sono necessari marciapiedi  o altri accorgimenti a tutela dei poveri pedoni, naturalmente la strada è completamente al buio e la sua pericolosità si accentua notevolmente in caso di pioggia.E’ ora di dire BASTA, non possiamo accettare di vivere in una situazione di completa precarietà, le autorità di tutti i tipi: Comune, Provincia, Regione, considerano Sibari una zona periferica non tenendo conto che vi sono circa 4500 abitanti e che ben 2000 mezzi pesanti al giorno transitano di media sulla 106. I vigili urbani sono sempre solerti e pronti ad innescare trappole insidiose e vessatorie per elevare contravvenzioni, ma non sono mai presenti quando le situazioni di traffico li renderebbero utili e necessari.Come si può pretendere che il civismo, l’educazione, la cultura, l’ordine possano farsi strada in una zona dove lo Stato è completamente assente? Siamo stanchi, stanchi e stufi di essere il fanalino di coda dell’intera Sibaritide.

Questa strada deve essere ammodernata, è necessario che i responsabili prendano gli opportuni provvedimenti affinché sia reso possibile il suo utilizzo in sicurezza anche a chi va a piedi o in bicicletta. Intanto, aspettando che qualcuno si svegli, restiamo a piangere ancora una volta con rabbia ed amarezza sulla tomba di una giovane vittima."

da "Il Piccolo del Mezzogiorno" - Tonino Cavallaro

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