Don Lazzaro in una foto d'archivio Stamattina, come un fulmine a ciel sereno, la notizia della cruenta morte di padre Lazzaro Longobardi, parroco della Chiesa di San Raffaele nella contrada Lattughelle di Sibari, ha colpito duramente tutti i sibariti che lo conoscevano da almeno tre decenni. Il corpo senza vita riverso in una pozza di sangue davanti alla porta del garage della canonica della chiesa di San Giuseppe, è stato trovato da due signore che si erano recate lì per ascoltare la prima Messa. E’ stato dato l’allarme e, naturalmente, carabinieri e polizia municipale sono accorsi sul posto ma potevano solo constatare il decesso del povero don Lazzaro, che a soli 69 anni lasciava in modo così atroce questo mondo sempre più imbarbarito. Don Lazzaro era venuto a Sibari molti anni fa nella sua funzione di missionario, infatti le parrocchie di Sibari erano affidate alla Congregazione del Santissimo Redentore fondata da San Alfonso dei Liguori nel 1732 di cui egli faceva parte.(in coda i comunicati stampa del comune,partiti e associazioni)
Successivamente confluì nella diocesi di Cassano divenendo prete secolare, quando i redentoristi lasciarono definitivamente le parrocchie di Sibari che per almeno 50 anni avevano degnamente retto. Era conosciuto da tutti per il suo tratto umile e riservato, era riuscito, anni fa, ad organizzare in modo proficuo la Charitas locale che per anni aveva contribuito a dare aiuto fattivo a centinaia di immigrati. Poi, non si sa bene come e perché, fu mandato a reggere solo la Parrocchia di San Raffaele Arcangelo a Lattughelle, ma gli fu concesso di continuare a vivere nella canonica di San Giuseppe, dove oggi ha concluso in modo atroce la sua vicenda terrena. Nelle ultime settimane aveva espresso una certa inquietudine ad alcune parrocchiane lamentando di sentirsi in qualche modo minacciato e in pericolo, pare avesse espresso queste sue paure anche alle autorità ecclesiastiche e di polizia, soprattutto dopo che c’era stato un furto nella canonica. Padre Lazzaro, aveva ospitato per alcuni anni, proprio nella canonica, alcuni immigrati e si era speso molto per aiutarli in tutti i modi, dando alloggio e preoccupandosi di trovare loro un lavoro che potesse affrancarli dalla situazione di precarietà. Le ipotesi per capire cosa possa essere accaduto non sono moltissime, perché pur vivendo in modo appartato si relazionava con i suoi parrocchiani, attuali e quelli di prima, con grande affabilità, pur restando praticamente sempre molto solo. La solitudine non è necessariamente negativa, specie per un uomo di chiesa, ma forse "il sentirsi solo" può influire molto sugli atteggiamenti troppo condiscendenti nei confronti di chi si fa vicino non per amicizia, ma per mero profitto. Riceveva spesso richieste di aiuto economico che non sempre riusciva ad esaudire e deve essere stata proprio la sua grande disponibilità la causa del delitto. Padre Lazzaro era conosciutissimo e stimato dalle migliaia di turisti che durante l’estate assistevano alle sue celebrazioni a Marina e Laghi di Sibari, dove si è prodigato per anni a rendere funzionali, pulite e accoglienti le chiesette all’aperto che egli stesso aveva provveduto a realizzare con gli aiuti dei “parrocchiani occasionali estivi”. Quest’uomo buono, che non dava fastidio ad alcuno, sempre col sorriso mesto sul viso, mancherà a tutti coloro che per anni lo hanno apprezzato e stimato. Purtroppo questo feroce delitto, su cui i mass media si scateneranno, non farà che aumentare a dismisura la “popolarità” negativa del nostro paese. Un giovane sibarita, stamattina, esterrefatto e incredulo davanti al cancello chiuso della parrocchia di San Giuseppe così commentava l’accaduto: “Qui l’orologio, ora, si è definitivamente fermato”. Antonio Michele Cavallaro foto: in rosso il punto in cui è stato trovato il corpo di don Lazzaro - immagine da google maps COMUNICATI STAMPA Barbaro assassinio di padre Lazzaro, Il Sindaco di Cassano All’Ionio e la Giunta in un documento chiedono aiuto allo Stato: “Basta parole, servono interventi urgenti e concreti per aiutare questa città”. La notizia della barbara uccisione di Padre Lazzaro Longobardi, che ha profondamente turbato i sentimenti dell’intera città, ha raggiunto il Sindaco, Giovanni Papasso, nell’imminenza dell’inizio della seduta di giunta, precedentemente convocata in via ordinaria. La Giunta Municipale, che si è immediatamente recata sul luogo del barbaro omicidio, ha approvato un documento in cui esprime dolore, sgomento ed indignazione e, principalmente, grande solidarietà verso la Chiesa di Cassano che, per mano assassina, perde un ministro di Dio semplice, buono, generoso, affabile, sempre disponibile ad aiutare gli ultimi. Nel documento approvato, il Sindaco e l’intera Giunta Municipale, ritengono che tale efferato delitto, che ha riaperto nell’animo della collettività una ferita mai rimarginata, per la crudele morte del piccolo Cocò, sia il frutto dell’emergenza culturale e sociale che imperversa in questo territorio. Un’emergenza resa ancora più grave dalla crisi economica che sta mettendo in ginocchio l’intero territorio nazionale e che, in questa terra, fa sentire ancora più forte la sua nefasta influenza a causa di quello sviluppo sempre promesso e mai arrivato, che ha provocato un ritardo difficilmente colmabile. L’impossibilità di sfruttare al meglio le proprie risorse, per mancanza di interventi, per carenze strutturali e per quell’isolamento in cui la Calabria ed in particolar modo la Sibaritide vive, è causa di mancato sviluppo, che si traduce nella mancanza di opportunità di lavoro, nella miseria, nel degrado e nell’abbandono, ove matura il crimine e dove si consumano atti efferati come l’assassinio di Padre Lazzaro. Per questi motivi si torna ad invocare l’intervento di quello Stato, sempre più lontano ed assente e della Regione Calabria, che non può continuare ad essere silenziosa ed indifferente verso questa parte bella ed amara del territorio. Non servono più parole di circostanza e diventano inutili i proclami: urgono fatti concreti ed interventi sostanziosi e precisi per aiutare questa Città e l’intera Sibaritide a risolvere i mali e a riacquistare fiducia e speranza di poter, un giorno, costruire una società libera dal male, progredita ed avanzata La giunta municipale, che nella propria agenda politica ha assegnato un posto privilegiato alle politiche culturali, alle problematiche sociali ed alla cura dei bisogni più urgenti, atti a prevenire fenomeni di devianza sociale, nella consapevolezza della gravità del compito, dinanzi a questo ennesimo fatto di sangue, chiede aiuto alle Istituzioni, che devono fare la propria concreta parte, rivolgendo un occhio particolare a questa terra, i cui figli, per la gran parte onesti e desiderosi di pace e sicurezza, meritano un destino diverso e migliore. Ufficio Stampa del Sindaco di Cassano Ionio Il circolo Sibari-Cassano di SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA',condanna l'ennesimo gesto di "Bestialità Umana"che ha coinvolto mortalmente il povero Padre Lazzaro,trovato questa mattina,nei pressi della chiesa di San Giuseppe di Sibari, senza vita a causa dei colpi che una o più belve gli hanno inferto,fracassandogli la testa con dei corpi contundenti. Esprimiamo piena fiducia alle Forze dell'Ordine e alla Magistratura,nella speranza che presto riescano ad individuare e ad assicurare alla giustizia i criminali,autori dello spietato delitto. Porgiamo le nostre condoglianze ai familiari del povero Padre Lazzaro,nonchè alla Curia Arcivescovile di Cassano All'Ionio e alla Chiesa Tutta e invitiamo la nostra Comunità a non arrivare a conclusioni affrettate,ma a riflettere su quello che è diventata la nostra società,che va ricondotta subito la riconquista di valori assoluti come la Pace,la Convivenza Civile,la Solidarietà e la Democrazia. L'EFFERATA BESTIALITA' di cui è capace l'uomo, non ha differenza di razza,etnia o condizione sociale, l'uomo sa essere una "BELVA FEROCE" a prescindere dalla sua nazionalità o provenienza. Stringiamoci tutti in un caldo abbraccio e fermiamo la corsa di questo pazzo "TRENO SOCIALE" che,attraverso ingiustizia , degrado sociale e perdita di valori,accompagnati dall'egoismo individuale e dallo smarrimento dei nostri "DIRITTI DI CITTADINANZA", stanno portando tutti noi verso una folle perdizione. Giuseppe Carrozza. Svegliarsi con la notizia dell’assassinio di Padre Lazzaro Longombardi ha reso la nostra giornata molto triste. Una comunità la nostra che a stento cerca di metabolizzare e di comprendere la morte di un bambino di soli 3 anni e che a distanza di qualche settimana si ritrova a porsi gli stessi interrogativi. La morte di Padre Lazzaro ci riempie il cuore di tristezza . Ci riporta con i piedi per terra a dimostrare tutta la nostra impotenza difronte a certi eventi. Ora saremo di nuovo nell’occhio del ciclone, verremo assaliti da troupe televisive e da giornalisti di ogni ordine e grado. Verremo dipinti come un popolo omertoso come un popolo che non riesce nemmeno a sdegnarsi. Crediamo che sia arrivato per tutti il momento di agire. Una comunità non può accettare passivamente tutto ciò. Non si può lasciare tutto nel dimenticatoio. C’è bisogno che ognuno faccia la sua parte. Leggendo qua e là sui vari social network siamo rimasti molto colpiti da questa frase “non siamo noi a voler andar via...siete voi che ci state mandando via! questa società non ci appartiene, ognuno fa ciò che gli pare, incurante dei danni che provoca alla popolazione! non siamo più terra dei fuochi...semplicemente siamo terra di nessuno!!!” Noi tutti abbiamo un dovere verso i nostri figli, ed è quello di creare le condizioni per un futuro migliore, in questo momento facciamo appello ad ogni singolo cittadino, ad ogni singolo giovane, a tutte le forze sane di questa nostra Città, affinchè non si creino divisioni di genere, affinchè lo sdegno di noi tutti si trasformi in occasione di riscatto sociale e di azione sul territorio, affinchè si abbia la forza di reagire. Ognuno di noi deve mettersi a lavoro e deve farlo in fretta. Di riflessioni su questi temi ormai ne sono state fatte tante. Bisogna fare sintesi e produrre effetti positivi sul territorio. Rimbocchiamoci le maniche tutti insieme. Associazione La Bussola Il Movimento 5 Stelle di Cassano all’Ionio esprime amarezza e sgomento per la grande perdita che questa mattina ha colpito la città di Cassano all’Ionio, che si risveglia ancora una volta in una triste giornata di sole segnata dal sangue. La notizia dell’uccisione di Padre Lazzaro Longobardi lascia un grande sconforto nella città che segnata dal dolore per questa tragica vicenda, resta nel buio rammarico di un’altra perdita. Un sacerdote esemplare, impegnato senza tregua nel sociale, aveva sempre un sorriso pronto ad accompagnare ogni gesto d’amore verso chiunque lo incontrasse sul proprio cammino. Un lungo cammino di fede e di sostegno per la nostra comunità che oggi viene segnata dal sangue nei pressi della chiesa di San Giuseppe a Sibari, dove quello che resta è la triste immagine di un corpo senza vita. Quasi increduli che possa trattarsi proprio di Padre Lazzaro, un uomo pieno di vita, che combatteva con tutte le proprie forze per il rispetto della dignità umana offrendo ogni tipo di sostegno. Una vita spesa per Dio quella di Padre Lazzaro, dunque per il prossimo, per ognuno di noi. Cassano continua a fare i conti con la criminalità, questa volta è toccato ad un sacerdote autentico, un prete che offriva costantemente il proprio aiuto, un uomo che faceva dono di se stesso agli altri, un angelo che potrà solo guardarci dall’alto ormai, ma di cui noi del cassanese, avevamo bisogno di avere al nostro fianco. Non possiamo rimanere indifferenti a questi episodi, Cassano non può continuare ad essere segnata dal dolore, eppure certi episodi si ripetono in un rituale di violenze inaccettabili. Anna Maria Tarantino (portavoce M5S Cassano Ionio Sibaridide) |