La venditrice ambulante (poesia) |
Scritto da Staff.redazione | |
giovedì, 27 febbraio 2014 08:26 | |
Fino a qualche decennio fa le strade della Sibaritide erano pochissimo frequentate da pedoni, solo automezzi che sfrecciavano in su e in giù. A poco a poco, prima solo attorno a Corigliano e poi dilagando dappertutto, anche in certe stradine secondarie, sono apparsi dei singolari “paracarri”. Si, perché non si tratta di gente in cammino, ma di donne in attesa. Talune, bellocce, vestite come pronte ad andare ad un party, altre alla buona, altre ancora con pochi indumenti a mostrare il più possibile la merce oggetto di “noleggio”, e automobili che passano sempre sfreccianti ed altre che passano quasi in rassegna questo esercito di “venditrici ambulanti a stazionamento fisso”, con occhi libidinosi e bramosi di uomini insoddisfatti, che cercano da loro qualche briciolo di effimera felicità. Uomini che non hanno voglia di sprecare tempo in un rapporto con l’altro sesso, per loro sempre più difficile, che comporta rispetto reciproco, dedizione e impegno. Il mio amico carissimo, Luigi Visciglia da Corigliano, mi ha inviato una poesia sull'argomento, con una metafora triste, ma azzeccata che mi piace parteciparvi. Buona Lettura.
La venditrice ambulante Sulla strada affollata della disperazione, le figlie di un dio sconosciuto passeggiano ridono, truccandosi il volto; ridestando inviti eccitanti per i viandanti frettolosi ed oziosi. Un uomo! Bramoso, si sofferma Con goffo imbarazzo. Dimmi! Bellona, cosa vendi? Baratto fiori, rose non fresche, li spaccio con dolore, per il trastullo e la velleità umana, solo un foglietto di cartamoneta. L’uomo! Osserva, scruta incuriosito. Si! Cedimi la tua bella rosa svigorita, per un foglietto colorato, Creandomi effimere illusioni. La rosa! Fresca soave essenza della vita. Che strano! Questo fiore non ha fragranza. La donna! Defraudata, spogliata, violentata, con aria risentita, risponde: “io vendo fiori … non il profumo”.
Luigi Visciglia |
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