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Luna Ruffiana (poesia) PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Miani   
giovedì, 13 febbraio 2014 08:30

ImageDovevamo giungere

In quella casa solitaria

In mezzo agli ulivi centenari

Ai filari di viti di malvasia.

E ti ricordi la luna chiara?

S’intrufolò sorniona, taciturna,

Grande, tonda, piena, pallida

Ruffiana meretrice antica.

Esperta di passioni amorose

Splendente ci guidava verso

La nostra isola, alcova d‘amore,

Ci spiava, con facce incognite,

Profilo di donna evanescente,

Mentre noi avanzavamo

Dialogando con frasi banali

Sommessamente mormorate

Paurosi delle orecchie nascoste

Fra i rami verdi, lucenti dei raggi suoi.

Camminando mano nella mano

Giungemmo in quella casa d’estate,

Un lieve scatto di una serratura

Ci chiudeva all’interno di una stanza.

E rammenti quanto ci meravigliammo

Quando silente ci seguì all’interno?

I baci, le carezze corsero sulle guance,

Sui corpi ignudi distesi a fianco a fianco.

La luna pura, sferica, lucente più di prima,

Entrava con i suoi raggi curiosi

Dalle finestre aperte, invidiosa

Dei nostri  movimenti,

Dei nostri corpi sudati

Mentre il pavimento leggermente

Scricchiolava flessuoso con cadenze

Armonioso di musica arcana.

Una piccola nuvola si posò

Sulla pallida chiara luna

Le sue guance divennero increspate

Rosee, vergognosa di averci spiato

Similmente a donna allucinata

Da simile amoroso spettacolo.

In una notte stregata dal fascino magico

Le parole erano mute, inutili, vane

Parlava il cuore con ritmo accelerato.

Cinquanta estati or sono!

Michele Miani

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