la telenovela dell'olio taroccato |
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Scritto da A.M.Cavallaro | |
venerdì, 07 febbraio 2014 07:52 | |
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"Questa sarebbe una risposta coerente alla necessità di combattere le truffe e di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto dei consumatori" - e aggiunge che - "i prezzi pagati agli agricoltori calabresi sono crollati al di sotto dei costi di produzione e questo mette a rischio il futuro del settore, che nella nostra regione può contare su: 84.638 aziende agricole ad indirizzo olivicolo, 189.375 ettari di superfice agricola investita in olivo, 215milioni di piante, 2milioni e 600mila quintali di olio, tre Dop riconosciute e l'Igp Calabria in fase di riconoscimento, 600milioni di Euro di valore medio della produzione, 15milioni di giornate lavorative. Le vignette di Nicholas Blechman fanno invece apparire, che la produzione nazionale di extravergine sia un covo di truffatori, protetti dal potere politico, che importano olio dall'estero da adulterare e miscelare con quello nostrano per poi spacciarlo come Made in Italy, sfuggendo anche ai controlli dei nuclei specializzati delle forze dell'ordine. Un crocevia di traffici e triangolazioni che comporteranno una immagine negativa sulle vendite all'estero dei nostri prodotti. Una situazione, che conosciamo bene tutti, politica compresa, ma alla quale non si vuole dare una risposta chiara. Una legge per la trasparenza e l'etichettatura c'è, è stata approvata dal Parlamento Italiano dopo lunghe ed estenuanti battaglie della nostra organizzazione, ma Bruxelles sta tentando di insabbiarla. Ad uscirne sconfitta è anche l'agricoltura della nostra regione, fatta da persone serie, degli imprenditori che producono con passione, amore e rispetto del consumatore". Le dichiarazioni del presidente della coldiretti calabrese ci sembrano particolarmente allarmanti ed è necessario correre subito ai ripari in un momento economico delicato in tutto il paese, ma particolarmente nel mezzogiorno dove l'unica risorsa è proprio l'agricoltura di qualità. Particolarmente sentito negli ultimi tempi è il problema della promozione del nostro territorio, e ci si affanna in tanti a cercare attrattori di natura architettonica, culturale e paesaggistica, ma non si tiene conto abbastanza della nostra maggiore fonte di reddito che determina poi il 90% del PIL regionale e cioè l'agricoltura. E' inutile che ci si affanni con la ricerca spasmodica di opere d'arte, di palazzi e castelli da far visitare quando non si è coscienti che i prodotti della terra sono per il momento l'unica grande risorsa della Calabria. Nessun tipo di promozione territoriale è possibile senza tener conto di questo importantissimo dato di fatto.
Forse un po' di sana AUTARCHIA nel consumo giornaliero di cibi e bevande farebbe bene alla nostra salute e alla nostra debole economia. Antonio MIchele Cavallaro |
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