Sibari: uno scavo inutile? |
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Scritto da A.M.Cavallaro | |
mercoledì, 22 gennaio 2014 08:36 | |
![]() L'architetto Maurizio Silenzi, che recentemente ha brillantemente esposto in una conferenza tenuta proprio nella sala convegni del Museo della Sibaritide, una teoria non tanto peregrina, riguardante il reale sito nel quale si dovrebbero trovare le vestigia della Sybaris arcaiaca, ci ha inviato un commento sardonico che condividiamo e vi proponiamo . Gli "esperti" scopritori di Sibari (se lo confermano soddisfatti l'un l'altro con grandi pacche sulle spalle), non contenti di avere scavato per quarant'anni estraendo soltanto una piccola parte della colonia romana di Copia (192 a.C.), ed una ancor più piccola parte della precedente Thurii (445 a.C.), ed assolutamente nulla, se non scarse vestigia del separato centro portuale dell'arcaica Sybaris, e non soddisfatti del loro umano "errare", chiedono altri stanziamenti per diabolicamente "perseverare". Questa volta vogliono scendere più sotto ancora della Thurii, per trovare, finalmente, la Sybaris. Inutile dire che troveranno soltanto l'acqua del porto sibarita e qualche coccio delle anfore che si ruppero durante i vari trasbordi dalla banchina alle navi. Ma per far questo vogliono delle potenti idrovore che riescano a prosciugare il mare. Perché lì sotto, è proprio quello troveranno: il mare. Resteremo all'asciutto! Addio belle spiagge del Sinus Thurinus. Addio Mare Jonio. Potremo, finalmente, a piedi, raggiungere il nord Africa. Costoro avrebbero fatto la felicità di Annibale che, invece, con i suoi ingombranti elefanti, dovette fare un lungo giro fin sulle Alpi per cercare di invadere Roma. Pescatori, cambiate mestiere, vendete le vostre presto inutili imbarcazioni. Un sospiro di sollievo lo tireranno anche i migranti, basta con le disagevoli traversate sulle carrette del mare: ci sarà un più comodo esodo appiedato. Mosè sembrerà un dilettante, con il suo semplice prosciugamento del Mar Rosso. Sosteniamo i nostri valorosi pionieri nel loro viaggio al centro della terra, dove, tra breve, esausti, ma sempre soddisfatti, inevitabilmente, arriveranno. (Maurizio Silenzi) (Cliccare quì per l'articolo del Quotidiano)
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