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San Bartolomeo da Rossano PDF Stampa E-mail
Scritto da F. Filareto   
lunedì, 11 novembre 2013 06:24

Lunedì  11  novembre,  ore  17,  nella  Chiesa  di  S.  Bartolomeo  in  Rossano  festa  liturgica  e  commemorazione  storica  di  San  Bartolomeo, Co-Patrono della Calabria. LA   MEMORIA   PER   IL   FUTURO -   SAN    BARTOLOMEO: UN   ILLUSTRE   ROSSANESE    DIMENTICATO  (11  NOVEMBRE     1055 - 2013).

Basilio, appartenente a famiglia aristocratica originaria di Bisanzio, nasce intorno al 980 a Rossano (allora la capitale del dominio bizantino in Italia, importante zona ascetica e centro umanistico-scientifico della Calabria.  Formatosi culturalmente e religiosamente nella sua città natale e nei Cenobi viciniori, sceglie, nel 994, di emigrare presso il Monastero di S. Michele di Vallelucio presso Montecassino, attratto dalla figura carismatica del suo più illustre concittadino ed emigrante SAN NILO e si fa monaco e sacerdote italo-greco-niliano cambiando il nome in BARTOLOMEO. 

Segue il suo Maestro nei 10 anni successivi, nei Monasteri di Serperi a Gaeta, di S. Agata a Tuscolo, di Roma; ne raccoglie l’eredità spirituale e ne diventa il principale discepolo e continuatore, perfezionando la sua formazione.  

 Asceta cenobita, animato da un’alta tensione spirituale e caritatevole, vive il messaggio evangelico nella prossimità e al servizio degli ultimi e invisibili, intrattiene rapporti autonomi e fermi con i potenti del tempo (l’abate di Montecassino, i duchi e conti di Capua, Gaeta, Tuscolo, il principe di Salerno, l’imperatore Ottone III di Sassonia sovrano del Sacro Romano Impero, i Papi Gregorio V e Giovanni XVI Filagato anch’egli di Rossano).  Nel 1004, insieme alla sua guida S. Nilo (deceduto nello stesso anno), avvia la costruzione di un imponente Monastero con attigua chiesa, battezzato S. MARIA di GROTTAFERRATA, che completerà nel 1024; lo organizza e ne fa uno dei più qualificati e famosi referenti della religiosità e della cultura greco-bizantine d’Europa.  Pur rifiutando il titolo di Egumeno (come fece anche S. Nilo), dirige per oltre 40 anni il suo Monastero, richiamando una nutrita schiera di giovani monaci, impegnati nella promozione umana (mediante lo Scriptorium, la Biblioteca, la Scuola, il laboratorio di Restauro) e nella missionaria ri-evangelizzazione; è amatissimo dalla gente tanto da essere considerato operatore di miracoli e Santo.   E’ co-protagonista di quella grande stagione della “Riforma” della Chiesa cattolica che porterà al pontificato rinnovatore di Gregorio VII, partecipando ad alcuni Sinodi romani (1037, 1044) ed esercitando un decisiva influenza sui Pontefici Benedetto VIII, Giovanni XIX, Benedetto IX.  Su quest’ultimo svolge una tale azione magistrale di orientamento e di guida da persuaderlo a cambiare radicalmente vita, a rinunciare al Papato (come farà Benedetto XVI), a farsi monaco e suo discepolo a Grottaferrata.  

   Dotato di una straordinaria cultura, è sicuramente l’autore del “Bios” (1030-1040), ossia della “Vita di San Nilo”, biografia scritta in elegante lingua greca, che rappresenta l’opera storica e agiografica più importante dei secc. X e XI, quella che ci consente di conoscere le vicende umane di Rossano e di gran parte dell’Italia a cavallo dell’anno Mille. E’ poeta e autore di un numero enorme di Inni sacri, tanto da essere universalmente considerato il più grande e famoso innografo del sec. XI, fondatore della Scuola Innografica di Grottaferrata, la quale è per secoli uno dei più importanti centri di melurgia e innografia bizantina d’Europa, insieme a Bisanzio e Gerusalemme.  E’ un abilissimo amanuense e calligrafo nello Scriptorium del suo Cenobio, autore di codici di inestimabile pregio letterario e artistico.   E’ un legislatore ascetico-liturgico, ideatore del Typicòn, il Tipico, ossia la Regola originaria dell’Abbazia di Grottaferrata (1025 circa), la più antica tra quelle italo-bizantine, che codifica le norme ascetiche di S. Nilo, sarà il modello di riferimento di altri Cenobi (come S. Maria del Patìr, del S. Salvatore di Messina, di Casole di Otranto), assicura al Monastero vitalità, longevità (e sono trascorsi oltre mille anni) e un ruolo insostituibile quale luogo ecumenico di incontro, confronto, sintesi tra il Cristianesimo greco-ortodosso e quello latino-cattolico.

   S. Bartolomeo fu una testimonianza autorevole e credibile ed è tuttora un “exemplum” autorevole e credibile:  di una scelta radicale di vita, la scelta della radicalità della fede, fino alla santità;  della sinergia tra fede e cultura, perché l’una e l’altra tendono allo stesso obiettivo, la Verità;  della fedeltà alla sua identità e appartenenza greco-bizantine di Rossano, che da emigrante porta fino a Roma;   della coerenza tra scelta di fede colta e impegno di vita tesa a rinnovare il mondo, che ne fa un “intellettuale organico credente ”;  di apostolato di dialogo e di unità in tempi difficili.   

      La vita, il pensiero e l’opera del Nostro ci sono note dal “ Bios di San Bartolomeo ”, una biografia scritta in greco opera di Luca, discepolo di S. Bartolomeo e autore della seconda parte risalente al 1060/1075,  e  di Giovanni Panareti detto “ il Rossanese ”, autore della prima parte databile al 1230.

   Dal 1959 è Compatrono della Calabria assieme al suo Maestro San Nilo, a San Francesco di Paola e a San Bruno di Colonia e Serra.

     In occasione del 958° anniversario della morte di un “illustre” rossanese, ahimè ancora poco conosciuto e perciò  dimenticato e forse anche poco amato dai suoi concittadini,  la comunità laica e religiosa della Chiesa parrocchiale omonima e di tutta la città fanno MEMORIA attuale e proiettata verso il futuro di chi con la sua autorevole testimonianza di vita e il suo “exemplum” ha contribuito a fare bene la propria parte per costruire un mondo più giusto e pacifico, a esportare dalla Calabria in Italia e in Europa la Civiltà, la cultura, la religiosità greco-bizantine, a rendere Rossano famosa e prestigiosa nel mondo: SAN  BARTOLOMEO  di  ROSSANO, al quale con fierezza di Rossanesi esprimiamo riconoscimento e riconoscenza.

Francesco   Filareto

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