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Foglio Volante di Settembre 2013 PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Iannacone   
domenica, 01 settembre 2013 13:57
Image Poeti e scrittori meridionali del ’900 cancellati dai programmi per i licei - Quasi di nascosto, nel silenzio generale, nel 2010 una commissione di cosiddetti esperti nominata dall’allora ministro dell’Istruzione Maristella Gelmini, ha stilato il documento dal burocratico titolo «Schema di regolamento recante “Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento concernenti le attività e gli insegnamenti compresi nei piani degli studi previsti per i percorsi liceali di cui all’art.10, comma 3, del d.P.R. 15 marzo 2010, n. ... in relazione all’articolo 2, commi 1 e 3, del medesimo d.P.R.” Le “indicazioni” prevedono che «Dentro il secolo XX e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, ...). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealistica ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello...)».

E Quasimodo? Dimenticato? Ma, insieme al premio Nobel, l’oblio ministeriale ha mietuto altre vittime illustri, come il salernitano Alfonso Gatto, i lucani Rocco Scotellaro e Leonardo Sinisgalli, i siciliani Leonardo Sciascia e Elio Vittorini, l’abruzzese Ignazio Silone, il ciociaro Libero De Libero ed altri autori che hanno il torto di essere meridionali.

È indignato Pino Aprile, scrittore meridionalista, autore del fortunato Terroni. Nel libro Giù al Sud» alla vicenda ha dedicato un intero capitolo. Per lui non ci sono dubbi: «Su 17 poeti o scrittori del XX secolo, escludendo Verga e Pirandello assegnati all’Ottocento, non c’è un solo meridionale. C’è stato un netto rifiuto della cultura del Sud. Gli autori meridionali saranno confinati a realtà regionali, mentre la letteratura vera, quella che conta, sarà quella dell’Italia del Nord, vincente ed europea».

Ma c’è davvero un complotto nordista? Poiché dicono che a pensar male qualche volta ci si azzecca, c’è chi ha avanzato una richiesta ufficiale di “correzione”, con un esposto al ministro del precedente governo Francesco Profumo e anche al Capo dello Stato e ai presidenti di Camera e Senato. Semplicissima la richiesta: «Integrare le indicazioni didattiche con i nomi di Quasimodo, Gatto, Scotellaro e di altri intellettuali del nostro Sud e di regioni del Centro Italia poco rappresentate». L’appello arriva dal «Centro di documentazione della poesia del Sud» di Nusco, in Irpinia, dove ieri si è tenuto un convegno proprio sulla questione con la partecipazione di Aprile. Paolo Saggese, uno dei professori che (insieme con Alfonso Nannariello, Alessandro Di Napoli, Franca Molinaro, Peppino Iuliano) anima l’associazione, spiega di non voler alimentare «polemiche o battaglie di retroguardia. O, peggio ancora, una contrapposizioni Nord-Sud». Al contrario l’appello, lanciato anche a tutte le scuole italiane, vuol essere un manifesto per l’unità culturale del Paese. «Perché — scrive Saggese — una cultura nazionale veramente unitaria deve dare agli studenti la visione completa degli autori, includendo quelli del Sud. Invece con la Gelmini — aggiunge — è stata introdotta, non sappiamo quanto volontariamente, una visione decisamente nordista che tiene fuori almeno 15 regioni».

Amerigo Iannacone

 

 

Ragazzi

 

I ragazzi come noi

vanno via leggeri

ricordando alla sera

di far tacere il cuore.

S’illudono che il giorno

stia fermo nella luce.

Invocano la pace,

distratti dai ricordi

ed ansie giovanili.

Giocano con l’amore

quest’ultima partita

 

                Adriana Mondo

                Reano (Torino)

 

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