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Il mio stelo (poesia) PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Miani   
martedì, 09 luglio 2013 14:00

Il mio stelo Image

Crebbe all’ombra  di una quercia

Già antica con poche  foglie,

Resistente alle procelle

Del duro inverno.

Stava con le radici

Nella terra forte

Fra sassi e umor

D’insetti, lombrichi e acqua

Profumata di funghi

E radici morte.

C’era stato incontro

Contorto di radici giovani,

Deboli attorno a forte fibra.

Così vissi della stessa linfa.

E crebbi, crebbi, alzando

Le chiome su in alto

Quasi a gara con l’albero

Che perdeva i teneri rami,

Le foglie, le gemme, i fiori

Mentre il mio stelo,

prima tenero arbusto cresceva

verso l’azzurro del cielo.

Con la tua ombra riparato

Dal sole cocente, dall’impatto dei venti

Quelli freddi, quelli duri di tramontana.

Sentivo nel silenzio la tua voce

Che mi raccontavi la tua vita,

Mi illustravi la tua storia lunga

Di pianta ormai vecchia e spoglia

Con sommessa nostalgia degli anni verdi,

Di foglie tenere e nuove a primavera,

Rami molli e penzolanti.

Il cinguettio dei passeri nei nidi

Al risveglio con il sole all’alba,

 al raccogliersi fra i rami nell’ora del tramonto.

Parlavi, parlavi a lungo e ripetevi

Affinché anch’io godessi del sole,

Della pioggia, dello stormire del vento

Fra i rami flessuosi all’inizio d’ogni

Dolce giorno di primavera

 Quando il cinguettio d’amore

Di mille uccelli svolazzavano

E i piccoli passerotti nascevano

Numerosi nei nidi come le tue chiome.

Ho dato anch’io riparo fra i rami fragili.

Ho atteso la primavera e le gemme,

Dopo le gelide giornate dell’inverno.

Ho resistito ai venti, ai temporali

Che saettavano fulmini e saette,

Quando tu perdesti secca la corteccia

Senza più vita e mostravi bianco il tronco

Morto e stanco dagli anni e della vita.

Ormai lontano è il tempo che tu pacata

Felice mi donavi la sapienza della vita.

Spero che abbia donato anch’io saggezza,

Riparo nelle mie chiome al cuculo e all’allodola,

Dato umor e vita ai fiori ed ai frutti.

Nelle calde giornate d’estate ombra

Ai passeggeri assolati che si fermavano

Presso il mio tronco verde e tenero

Su cui ancora sono incisi i nomi,

i cuori di tanti giovani innamorati.

Tutto come te ho ormai trapassato.

Il tempo e le stagioni

Mi han reso il tronco debole

E la testa bianca ricca di ricordi,

Di nostalgia e dolce malinconie d’inverno.

Aspetto e non sarà lungo l’attimo

Nel quale una lama tagliente,

M’abbatterà, per il fuoco del camino.

La speranza mia non morirà con me,

Perché come te, ho parlato della vita.

Ho detto di credere, lottare e vivere

Anche se le procelle saranno dure e perigliose.

I nuovi steli potranno vivere conoscendo

Il bene profondo della vita,

Il mistero della morte,

La speranza certa che chi nascerà

Vivrà di noi, per noi

Nel futuro eterno senza fine.

 

 

Michele Miani

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