AL COMUNE DI CASSANO J. NASCE UN NUOVO SERVIZIO - PER LE PICCOLE IMPRESE, LE FAMIGLIE E I SOGGETTI SVANTAGGIATI. - Individuato dall’amministrazione del Comune di Cassano all’Ionio quale funzionario, per l’attività di consulenza formativa – informativa sul microcredito, il dott. Salvatore Cataldi presenta l’iniziativa, voluta dal sindaco Giovanni Papasso. In tal guisa, la Giunta Comunale di Cassano all’Ionio, ha sottoscritto un atto d’impegno con l’Ente Nazionale del Microcredito (ENM), per istituire in comune un nuovo servizio molto innovativo, rivolto alle piccole imprese, alle famiglie e soggetti svantaggiati, che si concreterà con l’apertura al pubblico di uno sportello informativo – formativo per il microcredito, servizi per il lavoro e l’autoimpiego. Sono orgoglioso di aver Preso parte a questo master in rappresentanza del nostro territorio, svoltosi a Roma dal 20 al 24 maggio c.a. Ho il dovere di fare notare, che solo due comuni calabresi, Cassano e Rossano, hanno preso parte a questa importantissima iniziativa, che in futuro potrebbe rivelarsi una leva sostanziale per lo sviluppo locale.
Il mio parere sull’investimento del microcredito è di natura tecnica, cioè scevro da ogni appartenenza politica, dunque, scientifico, e al riguardo, non posso non affermare, che la scelta operata dal nostro comune, mettendo in cantiere la presente politica attiva del lavoro, è eccellente, e per tutto ciò non si può che dare merito al sindaco Giovanni Papasso e agli assessori interessati dott. Antonino Mungo e dott.ssa Alessandra Oriolo, ognuno per le proprie competenze. Forse, no, nel brevissimo periodo, ma sicuramente nel medio lungo termine, questo nuovo servizio, che a breve sarà istituito nel nostro comune, potrebbe, favorire e promuovere, la nascita e l’orientamento, l’accompagnamento e il controllo, di attività imprenditoriali innovative, che meglio rispondono alle vocazioni del nostro territorio: servizi, attività complementari e accessorie per il turismo, l’agricoltura e i beni culturali. Un comune istituzionalmente, non ha la funzione di creare nuovi posti di lavoro, ma può favorirli, orientarli e accompagnarli, rimuovendo, di fatto, gli ostacoli presenti sul territorio, sia essi di ordine sociale, sia di carattere economico, i quali limitano la crescita e lo sviluppo di un territorio e con loro la possibilità che i cittadini possano esprimersi e realizzarsi liberamente. Trattasi di un progetto indirizzato alle quattro regioni che appartengono all’obiettivo Convergenza, e che sono la Calabria, la Sicilia, la Puglia e la Campania: “Le quali hanno la possibilità di investire soldi dell’Ue per la formazione, qualificazione e riqualificazione professionale dei dipendenti pubblici e non” tale da mettere in pratica politiche trasversali, che consentono di migliorare la qualità del capitale umano, risorsa strategica per la crescita e lo sviluppo dei territori. In particolare in Calabria, possibilmente entro la fine del mese di giugno, saranno aperti 90 sportelli con 130 funzionari pronti a rispondere ai cittadini sulle attività del microcredito. Inizialmente gli sportelli saranno preposti a informare e formare sulle opportunità e le linee finanziarie più rispondenti alle idee imprenditoriali presentate. Lo sportello, eventualmente, solo in seguito potrebbe assumere, anche, la funzione di orientare e accompagnare le idee progettuali. In partenza il servizio si occuperà prevalentemente della linea microcredito imprenditorialità e nel tempo sarà integrato dalla linea microcredito sociale. L’Italia è il terzo paese pilota in Europa “che si accinge alla sperimentazione del microcredito” dopo la Francia e la Romania. Il microcredito è semplicemente uno strumento di sviluppo economico, che permette l’accesso ai servizi finanziari, ai soggetti che si trovano in condizione di povertà ed emarginazione. Gli esclusi, piccoli imprenditori che le banche ordinarie non finanziano, perchè in passato hanno avuto problemi (protesti, crif etc), o più semplicemente giovani che hanno idee brillanti, ma non il capitale iniziale per partire. Il rapporto tra il microcredito e l’escluso si costruisce insieme, si condivide e a tal proposito, la persona svantaggiata è chiamata a una collaborazione, seria, veritiera, onesta e chiara, circa la sua situazione di non bancabilità – altrimenti partirebbe già col piede sbagliato. Questa iniziativa aborra in partenza le c.d. idee paesane “du vrusc”. Basta! E non lo dico io, ma lo scenario drammatico attuale e le nuove e più severe regole del gioco. Nazionali ed europee. Questa mentalità (atteggiamenti e comportamenti illusori) ha bruciato economia reale, producendo utilità particolarissima, precludendo, di fatto, nel lungo termine la costruzione di un tessuto imprenditoriale solido e intelligente cioè sostenibile, atto, a creare economia reale (imprese, cooperative di servizi e produttive). Il microcredito in Italia assume due forme: quello per promuovere la nascita di piccolissime attività produttive o di servizi – microimprenditorialità e quello sociale, volto a soddisfare i bisogni primari ed economici delle famiglie o dei singoli meno abbienti. Il primo non può superare la soglia di 25 mila euro, per il secondo l’importo massimo erogabile è fissato in 10 mila euro. Trattasi di un credito di piccolo ammontare, finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o al suo consolidamento (potenziamento e miglioramento), o per far fronte a spese di emergenza di soggetti deboli economicamente e socialmente. Il microcredito nasce perché il sistema bancario ordinario, non riesce a coprire la domanda degli esclusi al credito. Un dato dell’Università di Torino ci racconta che per combattere l’esclusione sociale al credito in Italia ci sarebbe bisogno di 50 miliardi di euro, che equivale solo al 3% degli impieghi bancari totali. Questo significa e ci fa comprendere, che come il reddito pro capite anche il credito è iniquo. Il microcredito ha diverse forme: c’è quello che sostiene i paesi poveri in via di sviluppo, ma a noi interessa, quello che sostiene un paese industrializzato com’è l’Italia, ma che nel tempo ha creato gli esclusi dal credito. Perché è un sistema malato, che presta i soldi a chi ha già il denaro, giacché ha un credit risk più basso. Chi ha una carta di credito ne avrà una seconda e una terza. Il sistema creditizio italiano è fatto in modo che non finanzia il nuovo che vuole intraprendere. Non è meritocratico, ti frega già alla nascita col cognome che porti. Se i migliori dipendono dal cognome che portano…e non dalle idee imprenditoriali innovative, vuol dire che cresceranno i peggiori, ma dal bel cognome e cioè vuol dire che siamo rovinati, perché la società non funziona bene e quindi i migliori saranno indotti ad andarsene. Il microcredito e i servizi per il lavoro è un progetto realizzato in accordo tra il Ministero del Lavoro, l’Ente Nazionale per il Microcredito ex art. 15 L 241/1990, facente parte dell’asse B - occupabilità del PON e del FSE – obiettivo convergenza 2007 – 2013. Il microcredito è uno strumento per controbattere la crisi creditizia delle piccole imprese e delle famiglie indigenti, ma è anche uno strumento di formazione che insegna ad avere una visione più ampia dell’economia locale, guardando non solo all’aspetto razionale e freddo del risultato economico, ma piuttosto a quello sociale e solidale. Permette di accedere al credito al capitale da investire, che offre una possibilità agli esclusi del lavoro e ai giovani in cerca di prima occupazione, per intraprendere cercando di rendere così sostanziale il diritto a intraprendere e principio umano il diritto al credito. L’iniziativa è un investimento, una politica attiva del lavoro dell’ente nazionale (ENM) che non eroga, ma assiste, e del comune (camere di commercio, comunità montane e centri per l’impiego) molto importante, per favorire la crescita (l’incremento di attività di produzione e di servizi) e lo sviluppo (istituzione di un servizio innovativo e creazione di una struttura duratura) di un territorio. Creare una struttura permanente del microcredito vorrà dire, fare rete locale per offrire servizi alle piccole attività e alle persone svantaggiate. Il microcredito è meritocrazia poiché premia idee imprenditoriali innovative, ma è anche promozione d’impresa etica cioè vera, che crea valore in modo duraturo per l’imprenditore e il territorio in senso lato: cittadini e istituzioni. Si badi bene, per non creare confusione e facili illusioni, che il microcredito non è un prestito a fondo perduto, né un prestito al consumo, è un’opera sociale ma non è beneficenza, è un credito agevolato che non si basa su garanzie reali, con l’aggiunta di vantaggi fiscali, pertanto dovrà essere restituito seppur a bassi interessi. Esso è uno strumento, che si prefigge gli obiettivi di creare microimprese (panetterie, gelaterie, bar, laboratori, attività artigianali: i vecchi mestieri etc..) valutare, finanziare, orientare e controllare un progetto d’impresa. Il microcredito si poggia sull’idea di un fondo di garanzia tramite le banche e in particolar modo la BCC locale e di creare progetti sinergici tra le quattro regioni che appartengono all’obiettivo convergenza. Il progetto utilizza la parte del fondo sociale europeo (FSE) destinato alla formazione del capitale umano e non programmato, impiegato e speso dalle stesse regioni, sostituendo, di fatto, quello che è stato un volano per le economie degli stati membri e internazionali: la cooperazione allo sviluppo. Il microcredito si pone l’obiettivo di creare un sistema di microcrediti (nazionale, regionale e locale), formando i dipendenti della PA per farli diventare professionisti, che si occupano dello sviluppo dei loro territori. Ancora, del microcredito possiamo dire che non sfrutta solo, opportunità finanziarie di bandi ministeriali, ma va oltre è una funzione, un nuovo servizio che permane oltre i progetti e che rigenera i SUAP. In conclusione, il servizio si pone gli obiettivi di creare flussi informativi, grazie alla collaborazione di un partenariato pubblico – sociale, locale (imprese, occupazione, credito, ordine dei commercialisti e caf) e centrale (Ente Nazionale del Microcredito e Ministero del Lavoro). Sostanzialmente l’aspetto operativo dello sportello è di fornire informazioni importanti, diverse e generali, efficienti, efficaci e integrate utili per gli operatori economici, che vogliono intraprendere eticamente attività di autoimpiego, attività reali e non per sfruttare l’opportunità finanziaria vantaggiosa. Dott. Salvatore Cataldi |