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Vangelo di Domenica 5 Maggio PDF Stampa E-mail
Scritto da +V.Bertolone   
sabato, 04 maggio 2013 00:38

ImageDal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 14,23-29.

Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.  Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.  Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.

VI Domenica di Pasqua

5 maggio 2013

Verremo e prenderemo dimora

 

Introduzione

La Liturgia di queste domeniche pasquali ci ha preparati ad accogliere la novità forse più straordinaria, che la pagina evangelica odierna ci presenta: ciascuno di noi è la nuova tenda di Dio in mezzo al popolo dei credenti. In questa tenda, che è dentro di noi, hanno preso dimora il Padre, il Figlio e l’amore che li unisce: lo Spirito Santo.

Siamo diventati la dimora della Trinità: che nella nostra umanità fragile ha introdotto il mistero dell’Amore divino: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,23).

Riuscire ad attuare questo mistero farebbe cambiare ovvero riuscire ad amare tanto, tutto, ed ogni cosa assumerebbe la forma e il contenuto dell’Amore che ci abita. Inoltre, riuscire a penetrare questa verità ci potrebbe far comprendere meglio la

nostra natura di uomini con una scintilla di divinità.

Però, prima di conoscere il Mistero che ci abita e vivere, bisogna amarlo giacché solo amando cresce in noi il desiderio di cercare e conoscere.

Dio nell’uomo

Nel saggio Chi è l’uomo lo studioso biblista Abraham Heschel scrive: “La vita è solidarietà tra Dio e l’uomo: Dio non è indifferente alle nostre gioie, alle nostre pene. I bisogni vitali, autentici del corpo e dell’anima dell’uomo sono oggetto della

sollecitudine di Dio. Dio è a fianco dell’uomo nella sua lotta per la giustizia, per la pace, per l’amore, per la bellezza, e avendo Dio bisogno dell’uomo, ha stipulato con lui un patto eterno, un mutuo rapporto che li abbraccia entrambi, che li impegna entrambi…”.

Di fatto, Dio per millenni ha cercato un popolo cui rivelarsi, ha scelto la voce di profeti infiammati per comunicare il suo volere, Iahve si è servito sia di re illuminati, sia di poveri uomini ispirati per confondere i potenti, fino ad incarnarsi in una giovane donna per entrare in comunione più intima con noi rivestendosi di umanità. Ma questa è anche una grande storia d’amore, che ci testimonia il grande amore di Dio per l’uomo, della sua passione per noi e se, come diceva Tommaso d’Aquino,

“L’amore è passione di unirsi alla persona amata”: Dio che è amore, è anche passione per l’uomo.

In Gesù la passione di Dio ha raggiunto la sua massima espressione d’amore.

Veramente in Cristo, Dio Padre ha abbreviato le distanze con l’uomo, anzi il Padre insieme con il Figlio, per la forza del loro amore, lo Spirito Santo, hanno addirittura eliminato le distanze, “mettendo la tenda” in ciascuno di noi. Ciò non può che commuoverci e inquietarci al tempo stesso: come può il nostro piccolo, povero cuore umano contenere il mistero del Padre e del Figlio uniti dallo stesso Spirito?

L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo: un rapporto sproporzionato, tuttavia, non esigente per l’uomo, in quanto Dio chiede solo un minimo frammento del nostro corpo che voglia ospitarlo. Ci chiede di imparare a riconoscere, nel silenzio della preghiera, la voce del suo Spirito.

La nostalgia di Dio

Quando l’uomo riuscirà a interiorizzare questa verità, molti errori e orrori della società non avranno più diritto di cittadinanza. Si tratta, trovandoci con noi stessi, di percepire qualcosa dell’amore trinitario, cogliendone, almeno un’eco, per agire e parlare ispirati solo dall’amore della Trinità.

Perché questo avvenga dobbiamo recuperare la sana nostalgia: di Dio, il volto giusto e il nome proprio del desiderio d’infinito e di trascendenza che è in noi (“…m’illumino d’immenso”.) Proprio questo desiderio, infatti, è prova della reale presenza di Dio in noi. A ragione sant’Agostino faceva dire a Dio: “Tu non mi cercheresti se non mi avessi trovato”.

Nel momento in cui incontriamo Dio, nasce il bisogno di partecipare ad un mistero senza fine. Però dobbiamo lasciarci guidare dallo Spirito Santo, voce e forza donata da Cristo per penetrare il mistero del suo amore. La didattica dello Spirito Santo risponde ad un solo metodo, quello dell’amore: stimolare la memoria affettiva, perché amando si possano ricordare il volto e le parole di Cristo. Non occorre tanto uno sforzo intellettivo, quanto l’accoglienza della voce dello Spirito: per capire, gustare, godere la bellezza della Parola di Dio.

Che meraviglioso dono ci ha fatto il Risorto: il dono dello Spirito Santo! Potremmo dire che Dio si presenta a noi attraverso il volto di Cristo, e ci parla con la forza e l’amore dello Spirito Santo, che dialoga con noi senza sosta; è Lui che ci sussurra nel cuore quanto amore Dio provi per noi. Ed è lo Spirito che svela lepotenzialità della parola seminata nel nostro cuore di credenti, che ne fa emergere le ricchezze e le possibilità inesauribili. Ed è ancora lo Spirito che garantisce il progressivo cammino di unione che porta Dio all’anima dell’uomo e l’anima dell’uomo a Dio.

 

Conclusione

Al termine di queste breve riflessioni vorrei riprendere le parole di un’omelia pasquale di don Tonino Bello: “La Pasqua ci porta l’annuncio che Dio non è solo il totalmente Altro nel quale navighiamo, ma è anche il totalmente Dentro che si è fatto

inquilino di quell’ appartamento privato che si chiama persona umana. Sicché, dal giorno di Pasqua, l’indirizzo provvisorio della Santissima Trinità porta i connotati di ciascuno di noi”.

Serena domenica

+Vincenzo Bertolone

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