CEE penalizza l'agricoltura del Sud |
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Scritto da A.M.Cavallaro | |
giovedì, 18 aprile 2013 07:37 | |
![]() La liberalizzazione immediata riguarda il 55% dei dazi sui prodotti agricoli e della pesca dell’UE, mentre il Marocco dovrà procedere ad una liberalizzazione spalmata su dieci anni del 70% dei dazi sui prodotti agricoli e della pesca europei, contro l’attuale 1%. La scelta dell’UE è caduta sul Marocco perché il paese ha una struttura produttiva caratterizzata da una filiera ortofrutticola specializzata nell’export di agrumi e pomodori. L’accordo fatto con l’intento apparente di contribuire a risolvere i problemi sociali ed economici del Marocco permetterà ai Paesi del Centro Europa di ottenere ortaggi e fiori a basso prezzo, quindi con enormi risparmi, ma penalizza il commercio degli agricoltori e dei pescatori meridionali che subiranno un crollo netto degli utili di fronte alla concorrenza marocchina che non segue le medesime direttive in materia di scambi commerciali e tutela dei consumatori imposte agli operatori agricoli e ittici meridionali dall’UE con conseguente aumento dei costi di produzione. L’arancia siciliana che oggi costa la miseria di 7 centesimi si troverà a competere con un’arancia marocchina che ne costerà 5 o 6. Il Marocco in cambio dovrà abbattere nel giro di 10 anni le sue barriere doganali e farsi invadere dalle merci industriali mittel-europee.” (Angelo D’Ambra) Nel mese di Maggio dello stesso anno 2012 il senato italiano approvò una mozione per ridurre i danni che la CEE stava provocando alla nostra agricoltura, ma la faccenda non è ancora oggi conclusa (n.d.r.)
Con 192 voti favorevoli, nessuno contrario e 12 astenuti il Senato ha approvato la mozione promossa da Grande Sud riguardante la revisione dell’accordo tra l’Unione Europea ed il Marocco in materia di liberalizzazione della vendita dei prodotti agricoli e ittici di quel Paese. “Il mantenimento di accordi economici di questo tipo – ha spiegato il senatore del movimento arancione Salvo Fleres, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama – danneggiano l’agricoltura e la pesca soprattutto delle ragioni del mezzogiorno, con particolare riferimento alla Sicilia, alla Calabria, alla Puglia ed alla Campania. Il voto del Senato – ha concluso – , conforme anche sulle altre mozioni presentate in materia, costituirà un elemento importante per la revisione del documento e l’introduzione di elementi perequativi di natura economica e fitosanitaria, a tutela degli agricoltori e dei pescatori del Sud”. Nel dettaglio, la mozione di Grande Sud impegna il Governo “ad attivarsi, nelle opportune sedi comunitarie, al fine di evitare i paventati effetti negativi che l’Accordo potrebbe produrre nei settori agroalimentare e della pesca, preminenti fonti di reddito per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo – in particolar modo per le regioni del meridione d’Italia – in grado di garantire sviluppo e occupazione; ad adottare le opportune iniziative per salvaguardare i diritti degli agricoltori e il rispetto delle norme in materia di sicurezza alimentare, con particolare riferimento all’ambito delle garanzie sanitarie e fitosanitarie; ad assicurare, attraverso controlli doganali sui prodotti agricoli, l’equilibrio del sistema agricolo e a prendere misure che tutelino la produzione nazionale di qualità e consentano alla stessa un miglior accesso ai mercati internazionali”. (dal web) |
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