Skip to content

Sibari

Narrow screen resolution Wide screen resolution Increase font size Decrease font size Default font size    Default color brown color green color red color blue color
Advertisement
Vi Trovate: Home arrow Agricoltura arrow CEE penalizza l'agricoltura del Sud
Skip to content
CEE penalizza l'agricoltura del Sud PDF Stampa E-mail
Scritto da A.M.Cavallaro   
giovedì, 18 aprile 2013 07:37
ImageDurante il convegno sulla figura di Nicola Zitara, meridionalista eccelso, tenutosi a Nola una settimana fa e di cui abbiamo relazionato nella sezione “eventi”, il dott. Angelo D’Ambra è intervenuto su di un argomento particolarmente delicato per l’economia del mezzogiorno, specificatamente sulle innumerevoli determinazioni della CEE, che aprendo i mercati europei ai prodotti agricoli del nord-Africa (e non solo) ha di fatto penalizzato i produttori ortofrutticoli meridionali, messi con le spalle al muro da una concorrenza incontrollata dei prezzi. Vi proponiamo di seguito lo stralcio di un articolo di Angelo D’Ambra sull’argomento pubblicato nel 2012 sulla rivista on-line "Fora".   “Il 16 febbraio 2012 il Parlamento europeo ha approvato un accordo col Marocco che danneggerà nel breve periodo l’economia mediterranea, quindi quella meridionale, e nel medio periodo sconquasserà la stessa economia marocchina. Si sono convenute misure di liberalizzazione dei prodotti agricoli e della pesca in base alle quali i prodotti agricoli marocchini, ortaggi, fiori e pesce, potranno entrare entro i confini dell’UE senza pagare dazi.

La liberalizzazione immediata riguarda il 55% dei dazi sui prodotti agricoli e della pesca dell’UE, mentre il Marocco dovrà procedere ad una liberalizzazione spalmata su dieci anni del 70% dei dazi sui prodotti agricoli e della pesca europei, contro l’attuale 1%. La scelta dell’UE è caduta sul Marocco perché il paese ha una struttura produttiva caratterizzata da una filiera ortofrutticola specializzata nell’export di agrumi e pomodori. L’accordo fatto con l’intento apparente di contribuire a risolvere i problemi sociali ed economici del Marocco permetterà ai Paesi del Centro Europa di ottenere ortaggi e fiori a basso prezzo, quindi con enormi risparmi, ma penalizza il commercio degli agricoltori e dei pescatori meridionali che subiranno un crollo netto degli utili di fronte alla concorrenza marocchina che non segue le medesime direttive in materia di scambi commerciali e tutela dei consumatori imposte agli operatori agricoli e ittici meridionali dall’UE con conseguente aumento dei costi di produzione. L’arancia siciliana che oggi costa la miseria di 7 centesimi si troverà a competere con un’arancia marocchina che ne costerà 5 o 6. Il Marocco in cambio dovrà abbattere nel giro di 10 anni le sue barriere doganali e farsi invadere dalle merci industriali mittel-europee.”

(Angelo D’Ambra)

Nel mese di Maggio dello stesso anno  2012 il senato italiano approvò una mozione per ridurre i danni che la CEE stava provocando alla nostra agricoltura, ma la faccenda non è ancora oggi conclusa (n.d.r.)

ImageAGRICOLTURA, SENATO APPROVA MOZIONE GRANDE SUD SU ACCORDO UE-MAROCCO

Con 192 voti favorevoli, nessuno contrario e 12 astenuti il Senato ha approvato la mozione promossa da Grande Sud riguardante la revisione dell’accordo tra l’Unione Europea ed il Marocco in materia di liberalizzazione della vendita dei prodotti agricoli e ittici di quel Paese.

“Il mantenimento di accordi economici di questo tipo – ha spiegato il senatore del movimento arancione Salvo Fleres, intervenendo nell’Aula di Palazzo Madama – danneggiano l’agricoltura e la pesca soprattutto delle ragioni del mezzogiorno, con particolare riferimento alla Sicilia, alla Calabria, alla Puglia ed alla Campania. Il voto del Senato – ha concluso – , conforme anche sulle altre mozioni presentate in materia, costituirà un elemento importante per la revisione del documento e l’introduzione di elementi perequativi di natura economica e fitosanitaria, a tutela degli agricoltori e dei pescatori del Sud”.

Nel dettaglio, la mozione di Grande Sud impegna il Governo “ad attivarsi, nelle opportune sedi comunitarie, al fine di evitare i paventati effetti negativi che l’Accordo potrebbe produrre nei settori agroalimentare e della pesca, preminenti fonti di reddito per i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo – in particolar modo per le regioni del meridione d’Italia – in grado di garantire sviluppo e occupazione; ad adottare le opportune iniziative per salvaguardare i diritti degli agricoltori e il rispetto delle norme in materia di sicurezza alimentare, con particolare riferimento all’ambito delle garanzie sanitarie e fitosanitarie; ad assicurare, attraverso controlli doganali sui prodotti agricoli, l’equilibrio del sistema agricolo e a prendere misure che tutelino la produzione nazionale di qualità e consentano alla stessa un miglior accesso ai mercati internazionali”. (dal web)

< Precedente   Prossimo >