Grillini calabresi: no a Grillo |
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martedì, 19 marzo 2013 07:37 |
Molinari si ribella a Grillo - Il senatore cosentino dei grillini contro la "scomunica" ai dissidenti lanciata dal leader del Movimento 5 Stelle dopo il voto a Grasso come presidente del Senato - Il sasso nello stagno lo ha lanciato questa mattina Francesco Verderami, retroscenista politico del Corsera, riportando le parole del senatore M5S Bartolomeo Pepe dopo il voto che ha portato sullo scranno più alto di Palazzo Madama l’ex procuratore nazionale antimafia Piero Grasso: «Eravamo indecisi sul da farsi. Ma quando è arrivata la dichiarazione della Borsellino a favore di Grasso, i siciliani sono andati fuori di testa. Volevano votare a favore di Grasso, non volevano che vincesse Schifani. Ai siciliani si sono uniti i calabresi e poi i campani». La pubblicazione dell’articolo di Verderami precede di qualche ora l’anatema lanciato da Grillo al termine di un sabato convulso, conclusosi con l’elezione (inaspettata) di Laura Boldrini e dello stesso Grasso rispettivamente alla presidenza di Camera e Senato: «Chi sgarra è fuori». Sono parole quasi sibilate («Se qualcuno si fosse sottratto a quest’obbligo ha mentito agli elettori, spero ne tragga le dovute conseguenze»).
Il problema, però, è che i “ribelli”, compresi quelli calabresi, proprio non ne vogliono sapere di rientrare nei ranghi. E se Nicola Morra giura di aver votato «scheda bianca» anche durante la quarta votazione, il suo collega Francesco Molinari affida la risposta (piccata) a Facebook: «Meno reazioni isteriche e più fiducia! Leggo stamattina il post sul blog di Grillo. Mi sento di dirgli di stare sereno, non c’è nessun traditore. Il M5S al Senato è unito: nessuna alleanza, nessuna fiducia. Solo un consiglio a chi ha scritto il post, studiare le differenze fra cariche istituzionali e ruoli politici non farebbe male». Quello del neosenatore cosentino è forse l’attacco più deciso al leader del Movimento. Molinari fa intendere che il consenso dato a Grasso è cosa ben diversa dal voto di fiducia a un eventuale governo Bersani. La precisazione non riduce la portata dello scontro ma conferma la diversità di vedute che esiste all'interno della pattuglia dei senatori 5 Stelle. Ora l’agitazione è grande tra chi ritiene che i “dissidenti” debbano «trarre le dovute conseguenze» e chi invece difende la libertà di coscienza e la scelta del voto a Grasso. Il prossimo banco di prova sarà rappresentato dall’elezione dei vicepresidenti e dei segretari-questori di Camera e Senato. E vista l'aria che tira, non è un'utopia ipotizzare nuove sorprese.
(fonte: Corriere della Calabria - Antonio Ricchio) LINK
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