Fermo restando il contesto in cui ci troviamo, veramente tragicomico, abbiamo ancora la possibilità di disegnare un futuro? Direi di sì, se, oggi e non domani, siamo in grado, qui ed ora, di leggere in quel che sta accadendo nella società italiana, confusa e sbrindellata, frammentata e rancorosa, sgomenta e smarrita. Un segnale importante e problematico ci viene dalle elezioni politiche recenti, e questo segnale si chiama Grillo, di cui parlerò. Guai a non ascoltare le molteplici voci di disperazione, a non cogliere i disagi di tante insopportabili sofferenze e ingiustizie, a rinserrarsi nella difesa di qualche volatile sicurezza e di antico privilegio. Serve una lucida e spietata analisi del passato e del presente e contestualmente girare pagina, occorre cambiare stile, linguaggio, scelte, specialmente per chi rappresenta l’anima della sinistra. Le scorciatoie, i tatticismi, i compromessi al ribasso preparano il suicidio politico. La crisi non l’ha creata né inventata Grillo. Viene da lontano e da vicino e per quanto riguarda l’Italia, soprattutto a livello antropologico, ha in primis un suo responsabile che si chiama Cavaliere B., sempre sostenuto da tanti servi sciocchi e utili idioti. Anche nelle vicende più assurde e ridicole che avrebbero fatto vergognare cani e gatti. Il sistema B. nella sua opera di corruzione generalizzata (morale, culturale, politica, sociale, economica…) e di impoverimento esistenziale ha goduto dell’occhio benevolo, incoraggiante e interessato della Chiesa e della debole e cieca opposizione della sinistra in cambio di posizioni da tutelare.
Per non parlare dell’opera di imbonimento e di manipolazione operata dai mezzi di comunicazione. Non so quanti anni saranno necessari per sanare danni e guasti cognitivi presenti in tante teste. I modelli proposti e imposti erano e sono chiari e noti: dall’imprenditore spregiudicato, pacchiano ed evasore alla bella ragazza sempre disponibile e puntualmente premiata, dal mafioso pseudo colto al giovane rampante e inquadrato, fino ad arrivare al vecchietto desideroso di storie illusorie e piccanti… E, poi, il peggio del peggio al potere. Pochi hanno tentato di fermare questo degrado progressivo , anche perché parte del partito democratico era impegnato a discutere di organigrammi e di come mantenere ancora in vita personaggi usurati e screditati. E il paese reale? E la società reale e la vita quotidiana?I disoccupati, i mai occupati, la generazione perduta(?), i malati mal curati o non curati, gli anziani abbandonati, i ragazzi disagiati o semianalfabeti,i carcerati mai condannati, insomma i deboli, i poveri, gli esclusi, i vessati, i senza domani esistevano solo nelle statistiche e nelle cronache. Grillo ha capito e interpretato questa vasta e variegata area della paura e del dolore, della rabbia e dell’angoscia , e le ha dato voce, colorita e, talvolta, volgare e insultante. Certo i metodi, gli approcci, le scelte, anche dei candidati, non sono propriamente democratici né alcuni obiettivi sono ragionevoli, come pure non va dimenticata la possibile caduta nel delirio di onnipotenza o in un oscuro cupio dissolvi. Il popolo grillino non rappresenta il popolo eletto né tanto meno quello dei duri e puri, né possono ostentare una verginità e un’estraneità dal sistema in sfacelo. Sono persone giustamente arrabbiate con alcuni temi di battaglia, precisi e discutibili, che hanno il dovere di confrontare con altre persone, altrettanto arrabbiate, portatrici di significative tematiche, che hanno, però, diffidato e continuano a diffidare delle piazze oceaniche osannanti, del carisma del capo e delle sparate propagandistiche, che infiammano le folle, ma contribuiscono ad annebbiare il pensiero critico. Si tratta, allora, di trovare una sintesi in positivo in un dialogo senza scomuniche e senza pregiudizi, sapendo che l’avversario comune è altro (populismo, dittatura, razzismo, fanatismo, classismo…). Tuttavia, a Grillo gli vanno riconosciuti notevoli capacità intuitive e intellettive, oltre che straordinarie capacità comunicative. Ha saputo leggere sotto la pelle della storia e urlare, maledire, minacciare. Vi sono obiettivi oscuri? Grillo è solo un megafono al servizio di altri? Alcune o molte adesioni sono state e sono opportunistiche e interessate? Non lo so. Nessuno, però, può mettere in dubbio che con la sua forte e capillare affermazione ha fatto saltare il tappo di una bottiglia che ancora galleggia in acque putride e limacciose. Tra le altre cose (che condivido) Barbara Spinelli, in riferimento al linguaggio povero, ripetitivo e irritante dei politici ha usato una metafora eolica, a me cara:”Si sono accartocciate come foglie queste frasi fatte, trascinate da un vento che non sappiamo dove andrà ma sappiamo da dove viene” (in la Repubblica, La pentola scoperchiata, 27 febbraio 2013). Ecco, il futuro non possiamo conoscerlo né prevederlo, possiamo, però, immaginarlo e prepararlo, se siamo consapevoli da dove veniamo, di quel che sappiamo e di ciò che è stato nascosto. L’importante è andare, mettersi in cammino, intraprendere un nuovo percorso, cambiare pensieri e azioni, mettersi in gioco come cittadini attivi per un bene comune. Non vi sono alternative all’abisso. Queste elezioni creano problemi minacciosi ma indicano anche possibili soluzioni e ci forniscono un ‘occasione preziosa per cambiare musica e musicanti. Non possiamo sprecarla, senza dimenticare l’etica della responsabilità. Il rischio, l’avventura, l’ignoto sono preferibili allo schifo esistente? Allo sprofondamento nelle fogne dei ripetuti inganni, delle spudorate menzogne e delle false promesse non è preferibile il mare aperto, dopo essersi attrezzati di conoscenza e di responsabilità? Il vento ci sospingerà. Dove? Dipenderà da noi. Luigi NIGER
|