Skip to content

Sibari

Narrow screen resolution Wide screen resolution Increase font size Decrease font size Default font size    Default color brown color green color red color blue color
Advertisement
Vi Trovate: Home arrow Eventi arrow Un sibarita premiato dai cosentini
Skip to content
Un sibarita premiato dai cosentini PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Sanpietro   
sabato, 02 febbraio 2013 11:46
ImageIeri sera A Rende nella sala del Museo del Presente, organizzato dal "Centro Studi Convivio"si è svolto un convegno dal titolo "Per il Turismo Culturale e libero Mercato nell'era della Globalizzazione", fra i relatori Pasquale Capuano e Antonio Cavallaro di Sibari. Si è trattato della 38.a Edizione del Premio del Sensivismo del M° Aldo Bianco e questa volta uno dei premiati è stato anche il gestore del nostro sito dott. Antonio  Cavallaro, con la seguente motivazione:  "Si conferisce al dott. Antonio Cavallaro per aver saputo coniugare nel suo lavoro imprenditoriale innovazione e competenza professionale e profuso dedizione all’ imprenditoria ed al turismo culturale in Calabria". La serata è stata arricchita   dagli interventi della dott.ssa Alba Carbone , dirigente scolastico, che ha presentato le variegate possibilità che la Calabria offre al Turismo Culturale, mentre Cavallaro ha stigmatizzato le difficoltà che la nostra regione deve assolutamente rimuovere per poter efficacemente pensare ad uno sviluppo del turismo culturale che possa incidere fortemente sull'economia del territorio. il dott. Pasquale Capuano ha brillantemente dissertato sulle peculiarità del "libero mercato". (vedi relazione nella seconda parte) e l'avv. Ubaldo Le Pera, presidente di giuria, ha parlato sul delicato tema dell'Economia legale e Sviluppo Sostenibile.

Altri premiati sono stati: il dott. Giulio Grandinetti "per aver saputo coniugare con competenza professionale economia-finanza nell’ ambito del pubblico e privato con meriti eccezionali e soddisfazioni" -  la dottoressa Anita Furgiuele."Per aver saputo coniugare con competenza professionale l’Arte della comunicazione e della conoscenza con innovazione per il Turismo Culturale in Calabria" - la prof.ssa Marcella Gagliardi Scervini "Per aver saputo coniugare nella sua vita artistica i valori sociali ed encomiabili come curatrice di testi teatrali e coordinatrice nella compagnia teatrale “Attori per caso”. - la dottoressa Alba Carbone  "Per aver saputo,con competenza professionale, coniugare l’arte della comunicazione e del sapere e rinnovare i valori sociali e le varie problematiche educative". Dopo le relazioni e la consegna degli attestati è seguita la proiezione  del video artistico culturale “Giulio Cesare” di William Shakespeare, recitato all'aperto a Cosenza dalla compagnia teatrale cosentina“Attori per caso” di Antonio Petrassi.
Erano presenti tra gli altri il prof.Coriolano Martirano, segretario dell'Accademia Cosentina, il dott. Pasquale Arnone produttore cinematografico, il dott. Vincenzo D'Atri emerito giornalista RAI e gli impenditori Cav. Roberto Aiello e il dott. Fortunato Amarelli.
La manifestazione è stata patrocinata dall'assessorato alla cultura della provincia di Cosenza e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Rende e curata dal prof. Alessandro Guarascio e dalla dott.ssa Alessandra Primicerio rispettivamente presidente e direttrice del Centro Studi Convivio. I vari momenti della serata sono stati ottimamente coordinati dalla giornalista dott.ssa Giulia Fresca.
Michele Sanpietro

Image  (cliccare sulla foto per ingrandire)

 

 

LIBERO MERCATO

Il libero mercato è un mercato in cui i prezzi di beni e serviziscaturiscono dall’interazione tra venditori ed acquirenti. Per definizione, nel libero mercato venditori e acquirenti non si ingannano a vicenda, né sono forzati da una terza parte ma intraprendono un accordo volontario.
Gli effetti aggregati delle decisioni dei singoli sono descritti dalle naturali leggi della domanda e dell'offerta.
I mercati liberi sono in netta opposizione ai mercati controllati, con i c.d. cartelli, con le economie pianificate, in cui i governi regolano direttamente o indirettamente i prezzi e le forniture, pianificando la distribuzione tra i consumatori in base agli obiettivi. Essi possono distribuire i beni in base ai bisogni o favorire chi produce di più, fornendo in tal modo incentivi.
Sul mercato libero il prezzo di un bene o di un servizio aiuta a quantificare il valore che i consumatori gli attribuiscono anche in rapporto ad altri beni e servizi; questa relazione tra prezzo e valore è più chiara che non in un mercato controllato. Secondo questa teoria, attraverso la competizione dei fornitori che offrono beni e servizi, i prezzi tendono a decrescere e la qualità a crescere

Dunque l'economia del libero mercato è strettamente associata con la filosofia economica del “lasciar fare”: con la mano pubblica limitata ad un ruolo difensivo, lo stato stesso non interviene in prima persona nel mercato, se non imponendo tasse al fine di finanziare il mantenimento del libero mercato.
In altre parole, una economia di libero mercato è un sistema economico in cui gli individui, più che il governo, prendono la maggior parte delle decisioni riguardanti le attività e le transazioni economiche.

La dottrina del libero mercato nasce nella seconda metà del 1700 con Adam Smith. I concetti fondamentali di tale dottrina sono che il privato farà sempre meglio del pubblico, che il libero scambio senza nessun vincolo produrrà benefici per tutti e che non bisogna temere l’assoluta libertà degli operatori economici, perché il mercato ha il potere di auto regolarsi, grazie a un meccanismo battezzato “mano invisibile”.
Il primo punto, cioè che il privato tende a essere più economico, ha una certa rispondenza nella realtà. La gente è più disposta a impegnarsi a proprio beneficio piuttosto che a beneficio di tutti, a curare la roba propria, piuttosto che la roba di tutti (che sembra di nessuno), questo è vero. Ma non si può concludere che “è sempre meglio”, esistono molti casi contrari, al più si potrà parlare non di legge ineluttabile, ma di tendenza o prevalenza statistica.
Il secondo punto, quello per cui il massimo profitto individuale coincide con la massima utilità economica generale, è semplicemente falso, come dimostra l’osservazione della realtà, tuttavia occorre spiegarlo secondo gli intendimenti di Adam Smith per comprenderne il significato. La vendita in concorrenza porterebbe i vari operatori economici a specializzarsi, facendo solo le cose che sanno fare meglio degli altri, contribuendo così ad ottenere la massima efficienza del sistema.

Le parti che quindi si incontrano nel libero mercato intraprendono lo scambio perché ciascuna si aspetta di trarne un guadagno. Inoltre, ciascuna ripeterà lo scambio la volta successiva (o lo rifiuterà) perché la sua aspettativa si è dimostrata corretta (o errata) nel recente passato. Il commercio o lo scambio sono intrapresi proprio perché entrambe le parti se ne avvantaggiano; se non si attendessero di trarne un profitto, non acconsentirebbero allo scambio. Questo semplice ragionamento confuta l’obiezione contro il libero scambio tipica del periodo “mercantilista”  classicamente contrapposta alle teorie di Adam Smith. I mercantilisti sostenevano che, in qualunque scambio, una parte può avvantaggiarsi soltanto a scapito dell’altra, che in ogni transazione vi è un vincitore e un perdente, “uno sfruttatore” e uno “sfruttato”. Possiamo immediatamente vedere la fallacia di questo punto di vista ancora diffuso: il compiacimento e perfino l’entusiasmo nel commerciare dimostra che entrambe le parti si avvantaggiano.
ImageDott. Pasquale Capuano
Ma l’appuntamento più importante è quello con la concorrenza: non ci saranno aperture né ampliamenti se prevarranno sempre le chiusure, se non daremo fiducia alle nuove iniziative economiche, se sceglieremo ogni volta la soluzione meno destabilizzante per i vigenti equilibri.
Nel corso del 2008, soprattutto in ragione della crisi finanziaria ed economica, più volte l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato è stata chiamata a riaffermare che la concorrenza sviluppa nuova ricchezza da investire e da distribuire; che la valorizzazione delle competenze nella pubblica amministrazione, nelle professioni, nella formazione, nella ricerca e nel mercato stimola dinamismo e produttività; che la corretta misurazione dei meriti rende equa una competizione che non prescinda dai principi di sussidiarietà e solidarietà.  Ma non sarà sufficiente la regolazione. Servirà un’attenta vigilanza: i monopolisti resistono anche alle riforme già approvate, come in più occasioni hanno dimostrato di saper fare. Suscitano preoccupazione anche le discipline locali che da tempo evidenziano pulsioni vincolistiche spesso in aperto contrasto con gli indirizzi del legislatore nazionale.
ad esempio nella distribuzione commerciale l’Autorità ha ripetutamente segnalato i numerosi limiti in materia di orario di apertura degli esercizi che le normative regionali continuano a imporre.
Per i carburanti, a dispetto della liberalizzazione disposta a livello nazionale, numerose Regioni hanno introdotto il divieto di autorizzazione di nuovi punti vendita se non dotati anche di impianto per la somministrazione di GPL o gas metano.
Le medesime considerazioni valgono per molti altri settori di competenza degli enti locali: dalla gestione dei rifiuti, alla distribuzione dei farmaci, dai centri di telefonia fissa, ai regimi di apertura delle grandi superfici commerciali.

L’Italia, dalla metà degli anni ’90, ha dato avvio ad una serie di profonde trasformazioni del sistema sociale ed economico al fine di uniformarsi alle comune direttive emanate dagli organi di governo dell’Unione Europea. Liberalizzazione significa libera concorrenza tra gli operatori economici del mercato non più caratterizzato da un unico grande operatore monopolista. Alcune attività, come quelle più pubblicizzate attualmente (rete luce e gas) sono attività libere ovvero qualunque società italiana o europea può esercitarle.
In estrema sintesi si può immaginare gli operatori del settore suddivisi in due grandi categorie: quelli che tipicamente fanno parte della filiera in regime di monopolio e quelli che invece operano nelle attività libere.
Il beneficio che si vuole ottenere con le liberalizzazioni non consiste solo nell’abbattimento dei prezzi al cliente finale ma anche andare verso una moderna economia di mercato che aumenti la flessibilità e la trasparenza. Il consumatore ha quindi la possibilità di valutare le condizioni di servizio offerte da più fornitori e di conseguenza l’opportunità di passare eventualmente al fornitore che offre le condizioni di servizio migliori. Il potere di cambiare liberamente il proprio fornitore non è un obbligo ma una scelta.
Secondo quando previsto dall’U.E., in Itlia, come nel resto della Comunità europea, ogni consumatore e ogni azienda possono liberamente decidere da quale venditore e a quali condizioni acquistare. Chi esercita questo “diritto” entra ne l “mercato libero” dove è il cliente a decidere quale venditore o tipo di contratto scegliere e quando eventualmente cambiarli selezionando un’offerta che ritiene più interessante e conveniente. Si tratta di una scelta volontaria che non prevede alcun obbligo.
Ma di fronte alla crisi dei mercati finanziari, dovuta proprio alle libere scelte degli operatori economici, ci si è forse affidati per superarla alle capacità di autoregolazione e di autoequilibrio del mercato? O piuttosto non ci si è affidati agli interventi salvifici di miliardi di euro,dollari, sterline ecc. delle banche centrali di tutto il mondo, con gliStati come ultimi soggetti di garanzia? Ci raccontano che il mercato è efficiente, perché elimina gli operatori economici incapaci, che finiscono in perdita, e perché determina il massimo rendimento dalle risorse disponibili, con beneficio per tutti. Però, guarda caso, gli interventi di salvataggio delle banche centrali hanno evitato il fallimento e, quindi, l’eliminazione degli inefficienti,cioè di quei soggetti – istituti finanziari, fondi di investimento, fondipensione, banche – che hanno dimostrato di essere un disastro economico. In altre parole, gli stessi che esaltano la cruda razionalità economica del mercato hanno premiato e premiano i falliti avventurieri della finanza speculativa, ma continuano le loro prediche ai lavoratori, ai pensionati, a coloro che non arrivano alla fine del mese perché accettino sacrifici in nome dell’interesse collettivo.

Image
Cavallaro con il prof. Martirano e signora

< Precedente   Prossimo >