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Sibari

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Un'ode a Cassano PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Miani   
sabato, 05 gennaio 2013 07:44

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Cassano:Palazzo NOLA (foto Martire)
"Il nuovo anno porta tante cose, speranze nuove, desideri mai sopiti, illusioni che ammaliano gli animi, ma che allungano tempi, ricordi, memorie che non vogliono cedere il passo. D'altronde come ogni secondo, minuto, giorno che tramonta a sera. Questa poesia è una preghiera che nasce nei cuori di  coloro che lasciano il borgo nativo e vanno altre le colonne d'Ercole, ove  pensano di trovare fortuna, ove pensano di scoprire, come Ulisse, l'arcano della vita, ma ciò resta sempre avvolto nel mistero, nel fascino dell'oscuro. La vita è odissea continua anche se bella e ci incanta continuamente, fata morgana che appare e poi sparisce : illusione".

Michele Miani, nostalgico cantore di una Cassano che non c'è più, con questa bella poesia ricorda i giorni spensierati della sua giovinezza fra i vicoletti e le campagne di Cassano.

Pensiero mio va

 

Pensiero mio, va, leggero vola

Libero fra le colline della terra mia.

Va sulle erbe dei prati, va lungo i pendii

Da Sibari antica, sali a Cassano paese madre.

Vai negli antri fumanti ricoperti di soffice muschio.

 

Pensiero va, dove ho camminato ragazzo,

Dove ho odorato il primo umore della mossa terra.

Ho avuto caro il primo amore di una donna bella.

Tuffati nel mare azzurro, di Venere la più bella dea,

Bagna misterioso la grande piana del biondo Crati.

 

Pensiero mio va, trova le pietre, le mura calde

Ove godeva tra esse il sibarita molle,

Invitante il profumo delle tavole imbandite

Il nettare delle giovani ammalianti donne brune,

Che languide danzavano davanti agli accesi occhi.

 

Pensiero va, costeggia le rive fresche dell’Eiano,

Dove ho bagnato il piede libero nelle acque pure, cristalline.

Inebriati al sole tra gli ulivi e i mandorli,

Nelle vigne tra i grappoli di malvasia,

Il miele tenero, dei secchi pastosi fichi.

 

Pensiero mio va, non ti scordare

Nel campo ove dormono ormai sereni

Gli avi tra i salici e i cipressi verdi.

Portagli le nenie, i lamenti che balzano,

Stridono fra i tanti paesi stranieri, lontani, freddi.

 

Pensiero mio, vaga tra i natii tetti a me si cari.

Scorgi le lise selci ancor calde ormai lontane,

Battute dal sole d’estate, d’inverno da copiose piogge

Ove il tempo camminare ora mi vieta.

Portami un ricordo che le memorie rinverdi.

 

Pensiero va canta a Cassano il poema d’amore

Che tormenta triste le membra, la mente

Il cuor disilluso ora stanco pei ricordi e il tempo,

Che pesano in più, ogni giorno che muore a sera

Quando il sole oscura l’azzurro e rafforza invano il desio, la speme.

 

Michele Miani

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