La morte del creato |
Scritto da A.Canonico | |
mercoledì, 19 dicembre 2012 08:55 | |
Ispirato dagli innumerevoli interventi sui mass-media di tutto il mondo riguardo alla "salute" del nostro pianeta, il nostro caro amico Antonio Canonnico ci ha inviato una bella poesia dedicata all'argomento inquinamento. In particolare i suoi versi si riferiscono alle paventate trivellazioni che la ESSO ha avuto l'autorizzazione a compiere nel nostro mare. Non conoscevamo un Canonico poeta e dobbiamo riconoscere che la sua vena è fervida, sicuramente in futuro ci darà altri saggi della sua sensibilità. La bramosia mai paga di ricchezza Degli insaziabili tempi nostri Non turbi dell’acheo remo Il suono del flutto e la dolce brezza Delle bianche spume odorose Del greco mar che a mani larghe Generose bellezze a te, dea dell’Olimpo, I radiosi natali diedero.
Pari a te, o terre baciate, di dovizie E calore il cuore vostro è il frutto rigoglioso. Dall’astro eterno imperlato, Il manto tuo radioso Di riflessa luce, intiepidisce i cuor. Con voci ammalianti di sirene Catturi dell’amante il suo ardire. Cuori intiepiditi d’amanti Che si prendono per mano A contemplarti o che di sera insieme a te Corteggiano le stelle, Guide fedeli di uomini di mare, assai belle. La dolce voce tua alla risacca Nostalgica rimembra, agli anni miei, Di quando in lontananza in giovinezza D’amore e di speranza si viveva con fierezza. Ne più mai la tua voce, dolce flutto, I figli del Creato sentiranno Ma infida trivella al cuor daranno Di morte verde certa ognun cadrà. Del dolce manto tuo lo splendore, Soltanto un gran ricordo resterà, Melassa nera di morte porterà, Ai figli nostri, alla nostra posterità. Dal profondo del tuo cuore, Dall’avida trivella trafitto, Il nero sangue grumoso impasta, melassa di morte, le ali del bianco gabbiano. Impastato di nero, Il gaio cormorano Risale il tuo letto di morte. il sorriso delle tue bianche spume È soffocato dal tenebroso manto. L’agile delfino cerca l’onda che non trova, Il bianco granello di sabbia Non sfugge dalle dita della mano Impastato nella nera melassa degli alcani resta. È la fine, la morte del creato. Antonio Canonico
Cassano all’Jonio 16.12.2012 In occasione dell’annunciata perforazione dello Ionio. |
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