Alla faccia dell'Equità - La cura Berlusconi e la dieta successiva, impostaci da Monti hanno portato l'Italia e gli italiani in ginocchio. A dire il vero non è proprio così, perchè in ginocchio ci sono solo le classi meno privilegiate: gli operai, gli impiegati, i braccianti, i manovali, i giovani laureati e non senza lavoro, che rappresentano circa il 90% della popolazione, mentre il 10% delle famiglie italiane detiene quasi la metà della ricchezza del paese. Secondo una recente indagine della Banca d'Italia, pur se con dati imparziali, è chiara a chiunque la inimmaginabile imparzialità del nostro sistema paese. Come dicevo prima, il 10% dei più ricchi del Paese detiene quasi la metà dei patrimoni. C’è poi un 2,8% di famiglie completamente in bolletta. «Il livello di ricchezza per famiglia del 2011 a prezzi costanti è simile a quello della fine degli anni novanta», si legge nel dossier di Palazzo Koch. AUMENTANO LE DISUGUAGLIANZE. La distribuzione della ricchezza è caratterizzata «da un elevato grado di concentrazione», fa presente Bankitalia spiegando che la metà più povera delle famiglie italiane detiene il 9,4% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco ha il 45,9%
L’indice di Gini, che misura il grado di disuguaglianza, risulta in aumento. RICCHEZZA -5,8% dal 2007 al 2010. Dal 2010 al 2011, ovvero in un anno, il calo è stato del 3,4%, mentre nel primo semestre 2012, secondo stime preliminari, il calo (ma in termini nominali) è stato dello 0,5% - TRE FAMIGLIE SU 100 TOTALMENTE IN ROSSO. Il 2,8% dei nuclei familiari italiani ha una ricchezza netta negativa. In questi casi le difficoltà finanziarie non sono compensate neanche dal possesso dell’abitazione. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere attentamente sulla situazione di grave dissesto in cui versano la maggior parte delle famiglie italiane, invece, in controtendenza, molti continuano a comportarsi come se tutto andasse bene, si continua a spendere più delle proprie possibilità, sarebbe necessaria una maggiore ponderazione nell'affrontare acquisti inutili anche di pochi euro. Pochi spiccioli al giorno, a fine mese sono centinaia di euro che possono essere risparmiati o spesi in necessità più impellenti. Le slots-machine nei bar sono sempre occupate, è raro trovarne qualcuna che non sia impegnata da qualche speranzoso giocatore. E lo Stato? incentiva, ovviamente, questi giochini che sembrano innoqui ma che portano via dalle tasche, per lo più dei meno abbienti, milioni di euro al giorno. Se è proprio la Banca d'Italia a divulgare i dati che abbiamo presentato, vuol dire che la situazione non è certo delle più floride, un po' di attenzione nelle spese, quindi, è il minimo che si possa fare in questi infausti frangenti. Antonio MIchele Cavallaro
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