Bersani parlava ieri nell’Aula Magna dell’Università della Calabria a Rende e fuori un gruppo di studenti protestava contro di lui e le sue proposte politiche. Ho ascoltato per un po’, in mezzo alla calca dei “tifosi” le proposte del “lieder” del PD, che la strascicata parlata emiliana, rende, diciamo la verità e se ce ne fosse bisogno, ancor più monotone e soporifere. Sempre stesso testo e stessa musica. Dietro qualche idea di rinnovamento si nasconde chiaro l’intento di continuare l’opera del governo Monti, che se fa piacere all’Europa dei tedeschi, butta sul lastrico l’economia italiana. All’esterno uno sparuto gruppo di studenti gridava con forza, rabbia e indignazione contro lo smantellamento dell’articolo 18, i tagli dissennati operati dall’attuale governo nei confronti della scuola, della salute, del welfare, della giustizia. Quei giovani esprimevano il disagio pericoloso in cui la maggior parte degli italiani sta vivendo questo momento di crisi. Che la situazione sia “pericolosa” probabilmente lo hanno capito anche le forze dell’ordine, che ieri erano presenti con una settantina di unità tra carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili urbani, molti in tenuta antisommossa, addirittura una squadra di artificieri della Benemerita. (Cliccare sull’immagine per ingrandirla)
Questo spiegamento di forze è il segnale chiaro che chi è preposto all’ordine pubblico sta all’erta, perché sa che la gente non ne può più e in qualsiasi momento potrebbe guizzare la scintilla che farebbe saltare la polveriera stracolma della pazienza. L’avvento del prof. Monti alla guida del paese ha segnato l’incapacità della politica di gestire la cosa pubblica e in particolar modo ha segnato il fallimento, speriamo definitivo, dell’era berlusconiana. Non bisogna dimenticare che chi ha gettato la spugna è stato il centro-destra e il suo ras Berlusconi, che, dimostrando appieno l’incapacità a governare ha praticamente abdicato; ma la sinistra, pur felicissima del harakiri degli avversari, si è trovata impreparata ( lo è ormai da tempo) ad affrontare l’improvvisa debacle del governo ed ha acconsentito all’arrivo dei “tecnici” (per la felicità della Merkel e della combriccola dei banchieri nazionali ed esteri), che pur prendendo alcune decisioni necessarie e importanti hanno messo in ginocchio il popolo dei ceti medi e bassi aumentando tasse e balzelli in modo spropositato e orizzontale, fregandosene della tanto decantata “equità fiscale”. Oggi nessun rappresentante delle due coalizioni di destra e sinistra può dir male dell’attuale governo, visto che stanno avallando in Senato e alla Camera ogni decreto e proposta di legge e dovranno dar conto al proprio elettorato di questa specie di vigliacca subalternità, non si spiega diversamente il successo di Grillo e la massiccia astensione siciliana, che qualcuno al Nord vuol far passare come voluta dalla mafia: le solite fanfaluche per i benpensanti. Nella grande crisi del ’29 che colpì anche l’Italia fascista, Mussolini - il che è tutto dire - di fronte alla necessità di gravare il popolo di ulteriori balzelli così si espresse: «La pressione fiscale è giunta al suo limite estremo e bisogna lasciare per un po’ di tempo assolutamente tranquillo il contribuente italiano e, se sarà possibile, bisognerà alleggerirlo, perché non ce lo troviamo schiacciato e defunto sotto il pesante fardello ». La situazione economica attuale, con tutti i “distinguo” possibili, non è molto diversa di quella dell’epoca, e se un dittatore come Mussolini capì che era meglio limitare l’aggravio fiscale sui cittadini, a maggior ragione dovrebbe essere chiaro per i rappresentanti odierni della sinistra che si propongono alla guida del nostro paese. Ma in quella specie di “barzelletta” mediatica che è stato il faccia a faccia tra i cinque pretendenti del centro-sinistra al “trono” del governo italiano, nessuno di loro si è espresso chiaramente sul tema dell’abbassamento del peso fiscale. Solo Vendola ha accennato ad una possibile diminuzione delle tasse, ma anch’egli, non in modo chiaro e netto. Probabilmente sarà Bersani il futuro “conductor”, ci auguriamo che a Rende, oltre ai salamelecchi e alle sviolinate dei soliti lecchini, fra i quali alcuni elementi del PD che andrebbero decisamente allontanati a calci nel sedere, abbia sentito anche le proteste accorate di quei ragazzi, incazzati e rabbiosi, che non avevano decisamente tutti i torti a esserlo. Antonio MIchele Cavallaro
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