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Alberi a rischio dopo la cura cemento PDF Stampa E-mail
Scritto da P.Martino   
martedì, 30 ottobre 2012 23:19
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La villa dopo e prima la cura cemento
Dopo una prima segnalazione da parte di Pietro Martino, agrotecnico dottore naturalista, inviata al Sindaco, all’Assessore all’Ambiente e ai LL.PP. e al Presidente del Consiglio Comunale, in merito al cattivo stato di salute di una specie di conifera identificata sommariamente in un Cedrus (Cedro) ma che molto più verosimilmente trattasi di un Cupressus (Cipresso), esistente da diversi anni nella Villa Comunale, oggi, con rammarico, dallo stesso studioso ci perviene un’altra dolente segnalazione. Questa volta si tratta di una specie di latifoglia presente anch’essa come la conifera da diversi anni all’interno della Villa Comunale e piantato proprio a fianco al Cipresso (?) malato, un po’ più in basso verso sud. La latifoglia (Alloro?, Lauroceraso?) come la conifera è in uno stato preoccupante di cattiva salute, stato che potrebbe portare alla morte della pianta se non si interviene con estrema urgenza per come sollecitato già per il Cipresso (?).
Sembra chiaro a questo punto che l’ipotesi già avanzata dallo stesso studioso, di uno sconvolgimento profondo e purtroppo deleterio della vecchia villa comunale per la sua “ristrutturazione” sembra essere la causa dell’evidente deperimento circoscritto per ora solo a queste due specie, ma che potrebbe interessare altre specie presenti.

Anche se a dir il vero di specie vegetali arbustive e arboree non ve ne sono più: sono spariti alcuni arbusti da fiore, alcuni grandi eucalipti, qualche altra specie arborea che si intravedono solo su vecchie foto ante operam, perché ora la villa è diventato un vero e proprio palmeto. Palme salvate dal flagello del punteruolo rosso per intervento a tempo debito operato dal Corpo Forestale.
E’ necessario, innanzitutto, procedere con uno studio tassonomico di tutte le specie vegetali, presenti non solo nell’area della Villa Comunale, ma sull’intero territorio comunale. Uno studio che permetterebbe di catalogare, identificare e all’occorrenza intervenire, su specie singole ma anche su aree ritenute interessanti da salvaguardare, proteggere e/o rivalutare. Val la pena ricordare che un giardino botanico o più semplicemente una Villa Comunale è sì uno spazio aperto al pubblico ma è soprattutto uno spazio di contatto diretto con la Natura e chiunque vi si trovi dovrebbe perlomeno sapere come si chiama questa o quella specie di fiore, arbusto o pianta.
Purtroppo, sollecitare così profondamente un ecosistema, anche se piccolo e quindi più delicato, ha conseguenze che possono essere anche deleterie e che solo opportuni studi di carattere ecosistemico e/o agronomico-botanico può cercare di evitare. La profonda deturpazione del microclima, ha evidentemente portato al cattivo stato vegetazionale nel quale versano le due specie arboree richiamate. E’ dunque urgente intervenire e non perdere tempo: salvare quegli alberi è un obbligo morale e civile al quale certamente l’Amministrazione Comunale non si sottrarrà. Purtroppo tutte le cose in questa parte di universo deperiscono e muoiono, ma quando la morte sopraggiunge per ignoranza, allora la tristezza di questa evidenza è ancora più dolente e profonda.
In riferimento alla specie alla quale questa nota si riferisce, dal confronto con vecchie foto, sembrerebbe esserci un ulteriore pericolo. Le precarie condizioni di salute della pianta, dovute con molta probabilità all’interessamento delle sue radici per gli scavi avvenuti nell’area e alle successive (probabili) infezioni (fungine?) veicolate attraverso di esse all’intera pianta, sta indebolendo la sua stessa struttura con il pericolo reale di una improvvisa caduta. Per esserne certi e per porvi ovvio rimedio, potrebbe essere necessario eseguire una valutazione della sua stabilità. Studio che dovrebbe essere esteso anche alla specie di conifera visto e considerato che versa nella stessa condizione e a tutte le altre specie arboree presenti sul territorio.
Se colpa c’è, questa va cercata. Non è possibile che una tale progettazione sia solo ed esclusivamente condotta a titolo ingegneristico e/o architettonico, anche se a parere dello scrivente di architettonico e/o di ingegneristico vi è poco o nulla. Se colpa c’è, questa va cercata e soprattutto trovata.

Pietro Martino

(Cliccare quì per Schede con foto)

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