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I Diari di mio padre (libro) PDF Stampa E-mail
Scritto da M.Petroni   
venerdì, 26 ottobre 2012 08:20
ImageHo accolto con piacere l'invito dell'amico Francesco Garofalo, alla presentazione di un libro del noto giornalista della RAI Gregorio Corigliano. Prescindendo dall'amicizia che mi lega da anni a Francesco, quello che ha stuzzicato la mia curiosità è stato il titolo,  "I diari di mio padre", libro di un figlio, ormai anziano, col quale rivisita i ricordi degli avvenimenti di guerra che suo padre, già da tempo scomparso, ha lasciato su alcuni diari vergati dal 1941 al '46. La mia curiosità è stata esaudita perchè durante l'esposizione si è notata l'emozione, ben controllata, dell'autore nel parlare delle vicissitudini vissute dal giovane ufficiale coinvolto, suo malgrado, in una guerra non cercata. Anche io custodisco molti scritti di mio padre vergati su di un "brogliaccio" pesantissimo, inerenti fatti avvenuti durante la sua partecipazione alla prima guerra d'Africa ('31-'34) e  a quella di Grecia e Albania (1941-1943) e successivamente alla sua attività di carabiniere dal 1946 fino al 1963 quando fu collocato in congedo. Storie che hanno molta attinenza, col senso del dovere, richiamato spesso nel libro di Corigliano. Le paginone di questo brogliaccio, riempite con una scrittura minuta e spigolosa, mi hanno fatto conoscere meglio il mio genitore, che nella, talvolta, dura e pericolosa attività nell'Arma dimostrava una grande sensibilità e partecipazione emotiva davanti alle miserie umane. Forse mi deciderò prima o poi a mettere mano anch'io a questi ricordi, certo Gregorio Corigliano mi ha dato ieri una notevole spintarella. La cronaca della manifestazione culturale si trova nella seconda parte, stilata dall'ottimo Mimmo Petroni, che ha anche degnamente condotto i vari interventi. (A.M.C.)

 

 

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Gregorio Corigliano
E' piaciuto alla platea di studenti, nell'incontro con l'autore, il libro di Gregorio Corigliano "I DIARI DI MIO PADRE - 1938 / 1946" - Grande attenzione della numerosa e qualificata platea degli intervenuti, presso l’aula magna dell’Istituto tecnico Professionale di Cassano, per la presentazione del libro del giornalista Gregorio Corigliano, “I diari di mio padre – 1938 – 1946, Pellegrini editore, con la prefazione firmata da Vittorio Zucconi. La manifestazione, di elevato spessore culturale, è stata organizzata dal Centro Studi “Giorgio La Pira”, presieduto da Francesco Garofalo, istituito nel 2007 per rendere omaggio all’indimenticabile sindaco di Firenze, deputato all’assemblea costituente, più volte uomo di governo, instancabile nel perseguire il bene comune e grande uomo di fede, in collaborazione con l’Istituto di Istruzione Superiore, guidato dal professore Antonino Morabito, e il patrocinio dell’amministrazione comunale. Il libro di Corigliano, è un un puzzle di ricordi che raccontano momenti di vita vissuta del genitore, che per diversi lustri sono rimasti, ben conservati, in un cassetto.

 I lavori, sono stati aperti da una breve introduzione del presidente del centro studi “Giorgio La Pira”, Francesco Garofalo, sono seguiti i saluti istituzionali e brevi riflessioni a cura del consigliere regionale Gianluca Gallo, del sindaco della Città di Cassano All’Ionio, Gianni Papasso e del dirigente scolastico dell’istituto ospitante, Antonino Morabito. Tutti, hanno plaudito alla valenza soprattutto didattica della pubblicazione, utile per trasmettere alle giovani generazioni segnali positivi relativi all’importanza dei valori della patria, della famiglia, della pace. Dalle esperienze vissute dal soldato Antonino Corigliano, immortalate sul suo “diario di bordo” durante gli anni della permanenza fuori dall’Italia, prima per missione a Bengasi e successivamente per gli effetti del secondo conflitto mondiale, come prigioniero nei campi di prigionia in India, ai piedi dell’Immalaya, il messaggio a non dimenticare il passato, per costruire un futuro migliore, senza conflitti.

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Il tavolo dei relatori
 L’inizio del “diario” è datato 1938, quando il giovane Antonino, di San Ferdinando, si trova a svolgere il servizio militare a Cesena, per poi essere destinato in missione di ufficiale dell’Esercito in Libia, dove viene raggiunto dai venti impetuosi dello scoppio della seconda guerra mondiale. Il 4 gennaio del 1941 viene fatto prigioniero dagli inglesi e deportato in India e, tra alterni e disumani cammini che sanno di bestialità, giungerà a Yol, dove rimarrà fino al 1946. Qui il tempo si ferma. Si narra nel libro del figlio Gregorio, che tempo e spazio si sfilacciano, l’esistenza perde consistenza, il ricordo si fa bruciante, il dolore un’onda continua. Otto lunghi anni, quelli trascorsi lontano dagli affetti familiari e ambientali dall’ufficiale dell’esercito Antonino Corigliano, che nel racconto trasferiscono al lettore il senso di un’evoluzione straziante. Questo e tanto altro nello scritto di Corigliano. Il “diario”, coniuga i pensieri lasciati agli scritti di Antonino, con quelli del figlio Gregorio, e tutto si trasforma in emozioni palpitanti. Nel dibattito, hanno portato il loro contributo di idee, l’on. Giuseppe Aloise e l’assessore alla cultura, Alessandra Oriolo.-
 Mimmo Petroni

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