Economia: Germania non imitabile |
Scritto da G.Alfano | |
giovedì, 30 agosto 2012 10:48 | |
La nota che segue del dott. Giulio Alfano, paolano, economista e attento osservatore della politica italiana ed europea, è stata "ispirata" da un'intervista al presidente Monti pubblicata ieri sull'autorevole quotidiano economico "Il Sole 24 Ore". Condividiamo le osservazionidel dott. Alfano e riteniamo che possono dare importanti spunti di riflessione. Buona lettura. Mi auguro che le riflessioni del Professore non siano veramente quelle esposte a Fabrizio Forquet e pubblicate su "Il Sole 24 Ore". Se gli argomenti da affrontare con la cancelliera tedesca dovessero riguardare il presunto potenziale d'inflazione in Germania è ragionevole ipotizzare che tutto rimanga cosi com’è. Non bisogna certo disturbare il sonno di J .M. Keynes per poter confermare che sono proprio le piccole spinte inflazionistiche a caratterizzare in maniera inequivocabile, nel bene o nel male, lo stato di salute di una economia. I tedeschi, a differenza di tutti gli altri Paesi europei, da sempre, sono riusciti a sfruttare favorevolmente tutti gli strumenti e le leve economiche disponibili nel contesto europeo godendo di una posizione di continuo vantaggio. L’economia tedesca, differentemente da tutte le altre economie europee, presenta un tasso di produttività più alto, una domanda interna più alta ed un livello dell’export in crescita. Ecco perchè i tedeschi possono permettersi un certo grado di inflazione. Anzi, per i tedeschi, una leggera spinta inflazionistica potrebbe innescare un ulteriore vantaggio competitivo proprio nei confronti di tutti i partners europei. Al contrario, un simile scenario potrebbe, rivelarsi del tutto pericoloso per la nostra economia e per tutte quelle della zona euro. I tedeschi, per semplificare evitando troppi tecnicismi, godono di un vantaggio competitivo nei nostri confronti che non si limita alle grandezze economiche accennate, bensì, al fatto che loro hanno molti più strumenti e metodi d’intervento rispetto a tutti i paesi europei. In special modo rispetto a quei Paesi europei che, al momento, in una situazione di piena crisi, anziché attivare strumenti e politiche rivolte all’innovazione, alla crescita, al risparmio energetico, alla riallocazione delle risorse, stanno optando per un "più classico e meno performante" contenimento delle spese rafforzato da un aumento delle entrate (accise, tasse, addizionali, tagli spregiudicati piuttosto che tagli mirati). L’Unione Europea, così diversa e così frammentata, presenta, per certi versi, aspetti che troppo spesso creano delle incolmabili incompatibilità. Infatti, mentre, da un lato l'U.E. vorrebbe essere un territorio di libero scambio e di libera iniziativa, dall’altra, presenta, di fatto, decine di migliaia di politici e centinaia di partiti politici che, nel rispetto del principio della rappresentanza, perseguono troppo spesso scopi e fini tra loro troppo differenti, decine di sistemi fiscali incompatibili, troppo spesso contrapposti ed in competizione tra loro, centinaia di situazioni socioeconomiche differenti fra le regioni che compongono l’area dell'euro … e molto altro ancora. Quanto appena osservato comporta, necessariamente, una ammissione-riflessione tanto vera quanto cruda. Se davvero dovesse accendersi la miccia dell’inflazione in Germania, l’impatto del fenomeno sarebbe molto più sentito in Italia e negli altri paesi della zona euro rispetto che nella stessa Germania. In più, basta osservare, che proprio in Italia ed in altri Paesi europei,è insorto un fenomeno simile a quello dell'inflazione ma, di fatto, profondamente differente dal primo. L'innesco di un seppur lieve fenomeno inflattivo che dovesse manifestarsi in Germania finirebbe concretamente per trasferirsi in tutti i Paesi europei aggravando la posizione complessiva dell'U.E. ma lasciando quasi indenni gli stessi tedeschi. Ora che ilSole24Ore ha deciso di adoperarsi per pubblicare mensilmente le valutazioni dell’impatto dei provvedimenti che prenderà il Governo dormiremo sonni più tranquilli … o no!? L’unica cosa che non posso trascurare, poiché estremamente importante, consiste nel ricordare che le valutazioni ex-post sono "pressoché" inutili. Tant’è. In Italia le valutazioni sono sempre faziose poichè celebrative (positive se eseguite dalla maggioranza, negative se eseguite dall’opposizione) e mai obiettive. La costruzione di una Europa forte e credibile quale territorio comune meriterebbe qualche sforzo in più, primo fra tutti la garanzia concreta per i cittadini di poter scegliere con consapevolezza chi dovrà rappresentarli, le cose che farà e come le farà. Non più burocrati o professori ma uomini, figure di passaggio con tutti i difetti umani e privi di ogni qualità divina! Giulio Alfano |
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