La Casta imperversa senza vergogna |
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giovedì, 07 giugno 2012 21:47 | |
Un amico toscano, agente di viaggio in pensione, mi ha segnalato un articolo pubblicato sulla "Stampa" di oggi riguardo ad alcune delle solite porcherie che la politicaccia italiana si permette di approvare alla faccia di noi elettori sempre più passivi e pecoroni. In questo tripudio di nefandezze ci sono tutti, sinistra, centro, destra e chi più ne ha, più ne metta. Tra le tante furbate che trovate nell'articolo che vi propongo nella seconda parte ci sono le nomine riguardanti i garanti delle comunicazioni e della privacy. Più di tutte mi ha colpito la nomina a garante della privacy di un dermatologo, il nuorese Antonello Soro oggi nel PD ma con un passato democristiano alle spalle. I prescelti, secondo la legge, dovrebbero essere “esperti di riconosciuta competenza delle materie del diritto o dell’informatica, garantendo la presenza di entrambe le qualificazioni“, per quanto abbia tentato di trovare qualche attinenza fra gli studi di medicina e quelli di diritto ed informatica non sono riuscito a raccapezzarmi, ma evidentemente io non sono un tuttologo della politica. Certo è che passare dal cosentino Stefano Rodotà, professore Emerito di diritto civile presso la Sapienza e l'alessandrino Francesco Pizzetti, professore ordinario di diritto costituzionale all'Università di Torino e autore di innumerevoli pubblicazioni e saggi di siritto costituzionale comparato ad un dermatologo, sicuramente bravo medico, non ci sembra il massimo della competenza specifica richiesta. Ma non voglio rubarvi ulteriore tempo, leggete l'articolo di Massimo Gramellini, ce nè abbastanza per inc****rsi di brutto.(A.M.C.)
La dissolvenza della casta di Massimo Gramellini Sulla torta quotidiana della Casta mancava soltanto la ciliegiona e a metterla sono stati i pasticcieri dei tre partiti maggiori, che hanno colto l’occasione delle nomine delle Autorità (Comunicazioni e Privacy) per dare vita a una famelica e scientifica spartizione di posti. L’aspetto insopportabilmente ipocrita della faccenda è che per darsi un tono i partiti avevano sollecitato l’invio dei «curricula» di alcuni fra i giuristi più prestigiosi, Zagrebelsky su tutti. Naturalmente nessuno li ha presi in considerazione. Ne hanno fatto carta da cesso, ha sintetizzato Di Pietro con la consueta brutalità, supponendo ottimisticamente che li avessero almeno srotolati. Più probabile invece che giacciano intonsi in qualche cassetto. I nomi giusti erano già stati scelti dai capibastone nelle segrete stanze. Alle Comunicazioni vanno amici fidati e benissimo pagati, che entro sessanta giorni dovranno decidere se assegnare gratuitamente o meno le frequenze televisive a chi li ha nominati. Mentre a occuparsi di privacy arrivano la moglie di Bruno Vespa (Augusta Iannini) e il democratico Antonello Soro, politico serio e perbene, ma la cui competenza in materia di informazione e informatica risulta assai opinabile, trattandosi di un medico specializzato in dermatologia. Chissà perché fanno così. Forse pensano che i cittadini siano stupidi e che a tenerli buoni basti il taglio ipotetico di qualche auto blu, mentre loro vanno avanti ad autoassolversi e lottizzare. Ma è più probabile che non possano fare altrimenti e che, con l’avvicinarsi del giudizio elettorale, la paura si associ al menefreghismo nell’ispirare comportamenti suicidi. Quello a cui stiamo assistendo impotenti è il «cupio dissolvi» di una generazione politica. da "La Stampa" del 7 giugno 2012 |
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