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Meno ideali e più Verità PDF Stampa E-mail
Scritto da V.Bertolone   
domenica, 27 maggio 2012 15:17
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Henrik Ibsen
Non chiamateli ideali, oggi più che mai c'è bisogno di verità
- "Non servitevi di questo termine così nobile: ideale. Abbiamo, infatti, per dire la stessa cosa, nella lingua di tutti i giorni, un'espressione eccellente: menzogna". Per capire quanto di vero e di attuale vi sia nella battuta tratta da un'opera del drammaturgo Henrik Ibsen basta guardare a quel che accade ai giorni nostri, ove tutti si accontentano dell'immediato vantaggio, della furbizia, del risultato ottenuto col minore sforzo e col maggior vantaggio personale, con un'ostentazione di ignoranza e volgarità che spesso si accompagna all'esibizione della violazione delle norme e delle leggi: persino la corruzione è sottratta alla giustizia ed il luogo comune e la stessa menzogna hanno ricevuto una patente di verità.Le cronache degli ultimi tempi raccontano, ad esempio, di tesorieri ed esponenti politici ed istituzionali rei confessi di qualche reato e, soprattutto, del tradimento della fiducia dei militanti dei loro partiti e, più in generale, dell'elettorato e dei cittadini.

 In molti casi, la giustificazione del loro agire è da essi ricondotta al ritornello di una canzone di qualche anno fa che ricordava che la santità non è di questo mondo, quasi a voler dire che la stessa non consiste nel praticare virtù esemplari, bensì semplicemente nel trasgredire le norme, sia giuridiche sia morali, senza essere scoperti. Non soltanto, dunque, si oltraggia la verità mediante astuzie ed inganni, ma si va rafforzando il convincimento che piegare la pubblica onestà alla disonestà personale sia pienamente legittimo.
Eppure, una politica senza ideali, una religiosità senza donazione profonda, una scienza ridotta a tecnica e priva di umanità, una vita non virtuosa, senza progetti e desideri alti, sono segno e sorgente della mediocrità, della volgarità, della superficialità. Per questo non sarà mai raccomandato abbastanza il culto della verità: anche in un clima fatto di intrighi e di sotterfugi, di equivoci e di calcoli utilitaristici, la persona leale e veritiera contribuisce a creare una atmosfera moralmente sana, di cui uomini e donne sentono vivissima la necessità. C'è quindi bisogno di una dose di umiltà necessaria e, al tempo stesso, del coraggio di confessare la propria adesione a una verità, la Verità, anche e soprattutto quando essa va contro il convincimento pregresso o lo stesso interesse personale. E i cristiani, in particolare, sono chiamati ad essere testimoni di ciò con le parole e con le azioni, così da essere trasparenti, da non voler apparire, ma essere, consapevoli che ogni verità raggiunta è sempre solo una tappa verso quella piena Verità che è Cristo e che si manifesterà pienamente nella rivelazione ultima di Dio.
Insomma, citando Alessandro Manzoni, il rimedio all'inganno "come a tutti i mali morali è per tutti la cognizione della dottrina, e dell'amore di essa, che è il mezzo sicuro d'intenderla correttamente". Perché la menzogna è comoda, lusinga, blandisce, illude, ma è Cristo che ci rende veramente liberi perché, come ha scritto Riccardo Bacchelli, la Verità "È come il cauterio del chirurgo: brucia ma risana".

Vincenzo Bertolone

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