Un treno ESIZIALE? BOHHHHH! |
Scritto da A.M.Cavallaro | |
giovedì, 17 maggio 2012 22:09 | |
Ho letto il programma del candidato a sindaco del centro-destra Mimmo Lione e non mi permetto di esprimere un qualsivoglia giudizio sulla qualità delle idee e delle attività future prospettate, perché si sa che i programmi elettorali spesso non sono che dei proclami scritti giusto per riempire qualche pagina; sfiderei in qualsiasi momento il firmatario a spiegare in termini concreti, punto per punto quanto enunciato. Ma il motivo del mio intervento non è quello di verificare la realizzabilità o la veridicità di quanto asserito nel programma, piuttosto mi ha colpito l’uso di paroloni di cui l’estensore dell’elaborato dimostra di non conoscere il significato corretto e gliene attribuisce uno errato o, addirittura, opposto a quello desiderato. E’ il caso del lemma “ESIZIALE”, che significa (Treccani docet): “che arreca gravissimo danno, pernicioso, altamente pericoloso”. Ma andiamo a leggere l’intero periodo in cui viene utilizzato il termine (si trova al punto 10 Trasporti del programma di Mimmo Lione): “…..Nessuno può nascondere, quindi, che sia esiziale per il rilancio economico di Cassano e dell’Alto Ionio, assicurare il pronto raggiungimento dell’unica tratta ferroviaria degna di tal nome esistente in Calabria, quella Tirrenica……” Provate a mettere l’aggettivo “pernicioso” o “pericoloso” al posto di esiziale e vedrete che la frase assume un significato opposto a quello che il redattore vuole intendere. Probabilmente l’aggettivo “essenziale” più corretto nella fattispecie, è sembrato troppo “banale” e si è pensato di fare sfoggio di cultura con un termine più “aulico”. Sono sicuro che non è stato Mimmo Lione a commettere questo banale errore, ma visto che questa coalizione si ispira alla tanto decantata rivoluzione culturale dell’ex-sindaco on. Gallo, mi è sembrato doveroso mettere in evidenza il “qui pro puo”; diamo, almeno alle parole, il loro giusto significato; sui contenuti, come accennato in precedenza, è meglio stendere un pietoso velo. Antonio MIchele Cavallaro |
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