Skip to content

Sibari

Narrow screen resolution Wide screen resolution Increase font size Decrease font size Default font size    Default color brown color green color red color blue color
Advertisement
Vi Trovate: Home arrow Spirito e Fede arrow E' Maria Odigitria la guida sicura
Skip to content
E' Maria Odigitria la guida sicura PDF Stampa E-mail
Scritto da V.Bertolone   
domenica, 13 maggio 2012 19:06
Image
Nuova Odigitria del Patire
La figura della Vergine è la strada maestra che conduce a Cristo - «Se una madre ha nel ventre il figlio, il suo corpo è come una tenda quando nel deserto soffia il ghibli: è come l'oasi per l'assetato, è come un tempio per chi prega il Creatore».
I Berberi sono un popolo discendente dagli antichi Egizi, che vive nelle regioni montuose dell'Algeria e del Marocco. Il proverbio che dalla loro tradizione si tramanda diventa degna cornice della festa della mamma e della figura di Maria, che nel mese di maggio viene celebrata con particolare intensità dalla Chiesa. In un'epoca in cui il mondo appare senza meta, senza certezza, con la Verità frantumata in tante piccole verità in contrasto tra loro, rinasce ogni volta, come un fiore a primavera, la nostalgia di una luce vera che s'accenda nel cielo della vita. Ecco spiegato il perché del radicarsi e del diffondersi, pure in una società liquida ed in tempi areligiosi come quelli attuali, del culto mariano: la madre ha inventato l'amore sulla terra, e come affermava il poeta americano William Ross Wallace, "la mano che fa dondolare la culla è la mano che regge il mondo". Maria è come una stella che ci precede mentre navighiamo nel vasto e pericoloso mare della contemporaneità, guidandoci col Suo esempio, illuminandoci con le Sue virtù e aiutandoci con la Sua intercessione. In Lei si ha l'umanità rinnovata, libera dalla densità tenebrosa del peccato. È l'emblema di tutte le donne, della loro femminilità, della loro capacità assoluta di amare. Maria è la mamma delle nostre paure, delle nostre rassegnazioni; la mamma dei marinai minacciati dal naufragio, dei viandanti sperduti sulle montagne, dei soldati che perdono sangue, dei figli senza più madre, delle madri senza più figli, degli uomini senza più casa né pane né Dio. Ella ci è doppiamente madre perché ha generato Gesù, il cui cammino ci invita a seguire, e perché sotto la croce Cristo stesso ci affidò con Giovanni a Lei. E sarà per la Sua maternità o per la Sua femminilità, per la Sua purezza o per la Sua sofferenza, sta di fatto che nei momenti più cupi, scanditi da paure, pericoli, tragedie, malattie, è spontaneo invocarla come nostra avvocata per ritrovare tra le Sue braccia la via spianata verso Dio onnipotente e misericordioso.
Image
Il Patirion di Rossano
Maria, dunque, come ricordava anche papa Paolo VI, è pur sempre strada che "conduce a Cristo Salvatore nostro, al quale gli uomini, negli smarrimenti e nei pericoli di quaggiù, sentono senza tregua il bisogno di rivolgersi, come a porto di salvezza e come a fonte trascendente di vita". È la donna dell'ascolto e dell'obbedienza, della trasparenza, dell'accoglienza e della fedeltà, della fecondità e della comunione.
La Vergine è madre e modello: "Non possiamo accogliere pienamente la vergine come madre senza essere docili alla sua parola che ci indica Gesù quale maestro della verità da ascoltare e da seguire", sottolineava un altro pontefice, Giovanni Paolo II. A noi il compito di farne sempre, e non solo a maggio, un sicuro punto di riferimento, nella consapevolezza che Ella è, per dirla con sant'Agostino, "il baluardo vivente che i nemici di Dio non hanno mai scalato e che i loro dardi non possono neppure intaccare".
+ Vincenzo Bertolone
< Precedente   Prossimo >