Honduras:prigione per la "pillola" |
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sabato, 14 aprile 2012 07:44 | |
Ancora pochi giorni e l’Honduras potrebbe diventare l’unico paese a punire con il carcere l’assunzione e prescrizione della pillola del giorno dopo. Il Congresso è infatti impegnato nell’analisi di una legge che prevede il carcere per le donne che decidano di usare l’anticoncezionale d’emergenza in qualsiasi caso, compreso quello della violenza sessuale: se i deputati honduregni approveranno la normativa, rischieranno penalmente anche i medici e qualsiasi persona che venda la pastiglia. L’iniziativa legislativa è partita dalla deputata del Partito Liberale (PL) Martha Lorena Alvarado, avallata dal Collegio Medico che ha sostenuto gli effetti abortivi della pillola, ed ha portato nel 2009 all’approvazione di un decreto che proibisce appunto la vendita, l’uso e la distribuzione dell’anticoncezionale (Decreto n.54 del 2009). Ma diverse organizzazioni per la difesa dei diritti delle donne e la deputata del Partito di Unità Democratica (UD), Silvia Ayala, hanno criticato la decisione, affermando che l’Organizzazione mondiale della Salute ha definito non abortiva la pillola del giorno dopo e che Alvarado «rappresenta gli interessi dell’Opus Dei nel paese» e «i pareri che ha presentato sono di medici appartenenti alla stessa setta».
La questione ha generato una controversia giuridica arrivata fino alla Corte Suprema del paese, che proprio pochi giorni fa ha statuito che la pillola del giorno dopo è abortiva e quindi che il decreto del 2009 che vieta la sua commercializzazione non va contro la Costituzione né viola i diritti della donna. Anzi, rispetta l’art.126 del codice penale che punisce l’aborto senza alcuna eccezione. Dopo una serie di considerazioni sul quando esattamente la pillola farebbe effetto, la Corte conclude così la sua decisione: «Per fini pratici e di fronte all’impossibilità di determinare il momento esatto in cui la pillola farà effetto, siamo dell’opinione che la stessa debba considerarsi come abortiva, per evitare in questo modo qualsiasi controversia generata dal modo in cui agisce la pillola in questione». Con la decisione della Corte, quindi, il dibattito è tornato al Congresso e nei prossimi giorni sarà deciso il destino delle donne honduregne. Diverse organizzazioni, interne e internazionali, si sono unite in una raccolta di firme da presentare al presidente del Congresso Nazionale, Juan Orlando Hernández. Secondo gli attivisti infatti Hernández avrebbe interesse a curare la sua reputazione per lanciarsi nella prossima corsa alla presidenza. Vista la battaglia statale per preservare la vita, vale la pena ricordare che la nazione centro-americana è sempre più spesso paragonata al Messico per il livello di violenza sulle donne. Nel 2010 in Honduras sono state uccise 343 donne, nel 2011 sono diventate 473 e nei primi due mesi del 2012 già si contano 50 vittime. Secondo il Centro per i Diritti delle Donne (CDM), inoltre, ogni ora cinque giovani tra i 10 e i 19 anni restano incinte, molte come risultato di violenze sessuali commesse da uomini molto più grandi di loro, ma il governo non sembra avere alcun disegno di legge in programma per provare a gestire il fenomeno. (fonte:pangea news) |
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