I misteri della lingua moderna |
Scritto da A.Iannaccone | |
lunedì, 05 settembre 2011 06:33 | |
Ai tempi del fascismo era vietato usare termini stranieri, anche se in uso ormai da anni nel parlare e scrivere quotidiano, Vietate parole come garage, sostituita da rimessa, addirittura il tennis si dovette chiamare "pallacorda", il bar si chiamò "mescita" o "quì si beve", l'alcool divenne "l'alcole", il sandwich "tramezzino" (usato ancora oggi) ecc ecc. Ma alcuni "neologismi" introdotti ai giorni nostri, non è che siano meno ridicoli e fuori dalla realtà. Il nostro amico, giornalista, scrittore ed esperto linguista ha pubblicato nella rivista che dirige "Il foglio volante", scritta in italiano ed in esperanto, una noterella che mi è particolarmente piaciuta e che ho pensato di condividere con voi, carissimi e affezionati visitatori del nostro sito. La trovate nella seconda parte, se non siete d'accordo, niente di male, ma fatecelo sapere. Grazie e Buona lettura.
Diversamente
Siccome in una società come la nostra tutti devono essere, volenti o nolenti, abili e arruolati, c’è qualcuno che ha deciso che non esistono piú i “disabili” o gli “inabili” ma solo i “diversamente abili”, i quali sono cosí obbligati ad essere “abili”, sia pure “diversamente”. Allora, per rendermi utile alla società, mi permetto fare anch’io qualche proposta: i sordi si chiamino “diversamente udenti”, i muti “diversamente parlanti”, gli zoppi “diversamente camminatori”, i castani “diversamente biondi”, le persone di colore “diversamente bianchi”, gli stranieri “diversamente italiani”, gli analfabeti “diversamente colti”, i ladri “diversamente onesti” e, per simmetria, gli onesti “diversamente ladri”. Siano poi chiamati “diversamente intelligenti” i cretini, come quello che si è inventato la formula “diversamente abili”. Amerigo Iannacone |
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