La Provincia della Sibaritide: Una necessità negata |
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lunedì, 20 agosto 2007 12:10 | |
Sulla Gazzetta del Sud di oggi leggiamo un articolo a firma Gianpaolo Iacobini, che fa la cronistoria delle ultime vicende legate all’iter legislativo dei progetti di legge presentati alla Camera ed al Senatoper la costituzione della nuova provincia, arenati, per il momento, sui fondali bassi del lentissimo fiume burocratico delle nostre camere. Un plauso per il puntuale articolo dell’amico Gianpaolo, ma la frase con cui chiude il pezzo: “per la Sibaritide non è ancora tempo di provincia. Né, forse, mai lo sarà”, ci lascia l’amaro in bocca, non è che l’articolista ha qualche altra novità nascosta tra le righe, che per il momento non è dato svelare? Perché questa asserzione finale, “forse, mai lo sarà”? Interrogativi che ci lasciano con molti dubbi. Noi vogliamo fortemente innanzitutto l’autonomia di Sibari, la provincia deve essere una conseguenza logica e scontata. Sappiamo che alcune aeree della politica cassanese vedono ambedue le eventualità con un certo disappunto, ci auguriamo, però, che persone che stimiamo professionalmente e personalmente non svendano la loro intelligenza per qualche briciola di potere vero o presunto. (di seguito l’articolo della Gazzetta) Ha un logo registrato con tanto di atto notarile, comitati che si battono nel suo nome, eminenti sponsorizzazioni politiche, ma continua a rimanere ciò che è sempre stata: una chimera. E per lei non c’è spazio né fortuna neppure in Parlamento. Continuano infatti a giacere nei cassetti di Camera e Senato i disegni di legge tesi all'istituzione della sesta provincia calabrese con capoluogo Sibari. La storia recente di quel sogno chiamato Provincia comincia dalle cronache d'un anno e mezzo fa: è la fine del gennaio 2006 quando a Roma la Commissione Affari Costituzionali di un Senato ormai prossimo alla chiusura dei battenti, per rinnovo dei locali e dei parlamentari, benedice una risoluzione con cui si raccomanda al Parlamento di prossima elezione di voler trattare «con procedura d'urgenza, l'esame dei disegni di legge afferenti l'istituzione della provincia italo-albanese della Sibaritide e del Pollino e delle sue consorelle Aversa, Avezzano, Sulmona, Venezia orientale, Melfi, Bassano del Grappa e Nola. In periferia, i comitati popolari plaudono all'evento, cui viene appiccicato il marchio del successo: «Il risultato politico eccellente è fuori discussione ed obbliga ad andare avanti con maggiore determinazione». Insomma, sembra fatta. E la speranza diventa addirittura rosa senza spine quando, insediate le nuove Camere, in Aula vengono illustrati due disegni di legge finalizzati all'istituzione della provincia della Calabria citra. Uno lo presenta al Senato, il 19 luglio del 2006, il senatore calabrese Pietro Fuda. L'altro, invece, alla Camera, sei giorni dopo, il deputato Gianfranco Rotondi.Tra loro diverse, sebbene alquanto simili nei contenuti, le due iniziative legislative vengono smistate per l'esame di merito: il PDL targato Fuda entra in Commissione Affari Costituzionali il successivo 12 di settembre; quello sottoscritto da Rotondi il 4 ottobre. Dovrebbe essere il punto di partenza. Diventa invece il capolinea. Perché quando il calendario segna lo spirare dell'agosto 2007, le due proposte sono sempre lì; in Commissione. «Esame non iniziato», informa impietoso il sito internet del Parlamento. Parole poche ma chiare: per la Sibaritide non è ancora tempo di provincia. Né, forse, mai lo sarà. Fonte: Gazzetta del Sud - G. Iacobini |
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