Quasi al centro del litorale sibarita al confine nord del comune di Rossano, a ridosso del territorio di Corigliano ed a un tiro di schioppo dalle spiagge e dalle colture di Sibari troneggiano due alte ciminiere, monumento all'ingordigia di alcuni poco illuminati politici di trent'anni fa che per pochi miliardi di lire concessero all'ENEL di costruire il MOSTRO. Dopo circa tre decenni la storia si ripete. Questa volta però sia il sindaco di Rossano, prof. Filareto, che gli altri sindaci dell'intera sibaritide si dichiarano contrari alla conversione a carbone della centrale elettrica. E chi è che si erge a paladino dell'inquinamento a oltranza? Naturalmente un altro politico, non soltanto poco illuminato, ma completamento cieco e sordo, per motivi sicuramente elettoralistici, visto che fra poco a Rossano ci saranno le consultazioni elettorali comunali, tira in ballo i sindacati sbandierando sotto i loro occhi la panzana di centinaia di posti di lavoro. Abbiamo già pochi giorni fa, pubblicato uno studio approfondito sulla pericolosità delle polveri sottili emesse dalle centrali a carbone, pericoli messi in evidenza anche da ben più autorevoli mezzi d'informazione, ma evidentemente questa gente tiene poco all'incolumità anche delle loro stesse famiglie che comunque vivono quì e respirano la nostra stessa aria. La Gazzetta del Sud è tornata sull'argomento e questa volta l'articolista mette in evidenza i forti dubbi e le preoccupazioni sacrosante del prof. Filareto. Di seguito potete leggere l'articolo di Benigno Lepera.
Un altro confronto sulla Centrale Il plauso dell'Enel e i dubbi di Filareto Il sindaco continua a manifestare forti preoccupazioni: «Si andrà a un tavolo fra sordi» - Con le elezioni comunali alle porte si torna a discutere, questa volta su iniziativa del Presidente della Regione Calabria, della trasformazione della centrale Enel. L'incontro, pur non avendo fatto registrare fatti nuovi, è servito per indire un nuovo tavolo di discussione, che è stato giudicato positivo (probabilmente l'obiettivo era proprio questo) sia dall'Enel che dalle organizzazioni sindacali Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uilcem-Uil), sia dalla Confindustria che dal Coricer (comitato per la riconversione della centrale elettrica di Rossano) ma che ha destato preoccupazione nei due sindaci di Rossano e Corigliano. Le valutazioni del sindaco di Rossano sull'incontro di Catanzaro sono emerse dalla conferenza stampa che si è tenuta ieri mattina nel Palazzo di città. Filareto ha definito l'incontro «una riunione atipica, visto che sia le istituzioni (Regione, Provincia di Cosenza, Comuni di Rossano, Corigliano e della Calabria del nord-est), sia l'Enel hanno riconfermato e ribadito le loro posizioni, già consolidate e cristallizzate, di contrarietà alla riconversione a carbone della centrale, le prime, e di riproposizione del carbone, quale unico modo di trasformazione del sito elettrico da parte dell'Enel». E nell'esprimere preoccupazione «che si possano mettere in discussione una volontà di contrarietà al carbone dibattuta e condivisa ai diversi livelli istituzionali (Piano Energetico Ambientale Regionale approvato nel 2005, Mozione approvato dal Consiglio Regionale nello scorso novembre, deliberati dei consigli comunali di Rossano, Corigliano e di tutti i centri della Calabria del Nord-est, deliberato della Provincia)», va già oltre, a quando si terrà il cosiddetto tavolo tecnico. «Si andrà», ha sottolineato, a un tavolo tra sordi visto che l'Enel non ha modificato nulla rispetto alla propria proposta, al progetto integrato presentato al Ministero dell'Ambiente e bocciato da quest'ultimo, rispetto all'occupazione (saranno garantiti gli attuali 80-100 occupati), alla percentuale di utilizzo del carbone (95%), alle modalità di approvvigionamento del carbone, al trasporto delle ceneri che dovrebbero finire con automezzi al porto di Corigliano dove giungerebbero anche le biomasse, che snaturerebbero le potenzialità del Porto dove vi è la principale flotta peschereccia dello Jonio». Insomma, alla luce di ciò, Filareto, che ha puntualizzato di avere mantenuto fede all'impegno assunto nel 2006, si chiede e chiede «a chi giova una eventuale trasformazione a carbone che taglierebbe le potenzialità turistiche, agricole ed ambientali del territorio?» Sull'altro fronte, invece, si plaude all'iniziativa e all'esito della stessa. Per l'Enel il tavolo tecnico deciso l'altro ieri «potrà fornire a tutti gli enti locali maggiori elementi oggettivi per definire le proprie posizioni all'interno del procedimento di Valutazione d'Impatto Ambientale e dell'iter autorizzativo che saranno svolti dinnanzi ai Ministeri competenti». Inoltre la holding fa presente che «la riduzione da 1320 a 760 MW della potenza a carbone del progetto, l'utilizzo aggiuntivo di fonti rinnovabili quale solare termodinamico e biomasse, l'abbattimento di tutte le emissioni, le innovazioni che riguardano la logistica per la movimentazione del combustibile costituiscono, miglioramenti sostanziali del progetto di riconversione, che lo rendono pienamente compatibile con le vocazioni agricole e turistiche del territorio». Dal Coricer si esprime soddisfazione e si sostiene che «si discuterà senza pregiudizi e preconcetti per come invece è avvenuto fino a questo momento». Gazzetta del Sud - Benigno Lepera - 8 marzo |