 il Prof. Cesare Mirabelli I 150 anni trascorsi dal giorno in cui è stata sancita l'Unita d'Italia sono stati ricordati sabato 22 gennaio scorso nel teatro comunale di Cassano durante un convegno ben organizzato dall'Associazione culturale Giorgio La Pira di Cassano. Il solerte presidente Francesco Garofalo ha fatto le cose per bene, infatti ha chiamato come relatore principale della manifestazione il prof. Cesare Mirabelli, calabrese illustre, presidente emerito della Corte Costituzionale, a corollario, ma non meno importanti, gli interventi del neo-prefetto di Cosenza dott. Raffaele Cannizzaro, del vescovo della nostra diocesi mons. Vincenzo Bertolone, del prof. Antonio Morabito preside dell'Istituto d'istruzione superiore di Cassano, dell'on. Gallo, dell'assessore comunale Atene, il tutto coordinato in modo eccellente dal dott. Vincenzo Conso segretario nazionale di Retinopera. Il prof. Mirabelli ha fatto un'analisi storica, di questi primi 150 anni di unità nazionale, attenta e precisa senza cedere alle facili retoriche risorgimentali e mettendo spesso in evidenza, seppur in modo garbato, le problematiche gravi che il meridione ha subito di continuo per sopportare il peso di un'unità sofferta e ancora tutta da realizzare.
Si è soffermato sull'importanza storica di un'unità ch esisteva già sotto il profilo linguistico, ma che mancava sotto il profilo politico e che ha permesso alla nostra nazione di crescere d'importanza nel consesso internazionale e di realizzare nel secondo dopo-guerra il boom economico che l'ha vista al quinto posto tra le potenze mondiali. Una relazione, quella del prof. Mirabelli, tutto sommato, lineare, senza sbavature e senza appigli polemici com'era da aspettarsi da un presidente di Corte Costituzionale. La relazione del nostro vescovo, seppur contenuta nei termini, ha fatto rilevare in alcuni passaggi, la dimenticanza in cui è tenuto il meridione dall'attuale governo nazionale, che, in modo neppur tanto nascosto, dirotta proditoriamente investimenti e fondi europei verso destinazioni diverse. (L'intervento del vescovo lo si può leggere per intero in formato PDF alla fine dell'articolo).  dott. Vincenzo Conso Di ben diverso tenore le domande di alcuni studenti dell'Istituto tecnico di Cassano, rivolte al prof. Mirabelli, riguardo proprio i disagi pesanti che il sud ha sopportato in nome di un'unità voluta da pochi e subita da molti. Domande spontanee, certamente non frutto di accordi preliminari, che hanno messo in evidenza il distacco sempre più grande tra il sud e il nord del paese, domande sulle quali tutti dovremmo riflettere con grande attenzione. Il prof. Mirabelli, a onor del vero, nella sua prolusione aveva rimarcato come l'unità d'Italia era stata raggiunta per una serie di "annessioni" (per quel che riguarda il Regno delle due Sicilie si potrebbe utilizzare il termine occupazione armata) e non in seguito a sconvolgimenti popolari. Ha ricordato che ai plebisciti popolari di cui si parla nei libri di storia, parteciparono solo poche centinaia di migliaia di cittadini e che non fu concesso di votare alle donne. I ragazzi, seppur in modo garbato, hanno posto l'accento sulle sofferenze che ancor oggi il meridione sopporta in nome di un'unità a due pesi e due misure. Alla fine è risultato un incontro interessante, potrebbe essere l'inizio di un dibattito da portare avanti, sopratutto con i giovani che spesso sono fuorviati dalla storia che per 150 anni è stata propinata nelle nostre scuole.
 Mons.Vincenzo Bertolone Molti non sanno per esempio, che subito dopo l'annessione del regno borbonico allo stato sabaudo, in tutto il sud furono tenute chiuse le scuole per circa 15 anni, in modo da ottenere un'intera generazione di analfabeti da utilizzare come servi nelle zone industrializzate del Nord. Ai ragazzi bisognerebbe consigliare di leggere gli scritti di alcuni letterati meridionali come Vincenzo Padula che vissero proprio a cavallo di quegli anni che segnarono col sangue la storia del sud. Letterati che in un primo tempo guardarono con entusiasmo verso il risorgimento, ma che poi, negli anni successivi, dovettero amaramente rendersi conto che l'annessione aveva ulteriormente impoverito le classi meno abbienti a vantaggio dei vecchi e nuovi ricchi creati dai nuovi padroni del Nord. Voglio chiudere questa nota con due frasi scritte da due importanti personaggi della nostra storia nazionale, Garibaldi e Gramsci, leggetele e riflettete con attenzione. Viva l'Italia.....!? "Gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili. Sono convinto di non aver fatto male, nonostante ciò, non rifarei oggi la via dell'Italia meridionale, temendo di essere preso a sassate, essendosi colà cagionato solo squallore e suscitato solo odio" ( Giuseppe Garibaldi, da una lettera ad Adelaide Cairoli del 1868) "Lo Stato italiano (leggasi sabaudo) è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l'Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti". (Antonio Gramsci, da Ordine Nuovo del 1920) Tonino Cavallaro (Cliccare quì per la relazione di mons. Bertolone) BREVE PRO-MEMORIA (PER NON DIMENTICARE) Ogni anno viene ricordata giustamente la SHOA degli ebrei trucidati dai nazisti, ma nessuno ricorda le centinaia di migliaia di meridionali, tra cui vecchi, donne e bambini, morti, trucidati barbaramente dall'esercito dei "fratelli italiani" del Nord. Quando chiederà il Sud il risarcimento per questi soprusi? Bossi e compagni contano i centesimi che vengono spesi nel meridione, se dovessero pagare in danaro contante tutto quello che è stato subito dovrebbero pagare da ora fino all'eternità.
L'unita' d'italia e' stata fatta sulla pelle del regno delle due sicilie, una nazione di gente mite, di gente operosa, gente che col duro lavoro, aveva conquistato un posto d'onore in Europa, mentre i miseri staterelli del nord della penisola, affogavano nell'ignoranza e nella miseria, dove il popolo moriva di pellagra, mentre al sud si collezionavano primati d'eccellenza: - prima ferrovia - prima illuminazione stradale a gas - piu' medici per numero d'abitanti - piu' ospedali per abitanti - un esercito di 92000 regolari, tra i meglio equipaggiati d'europa - la flotta navale militare piu' imponente d'europa - flotte mercantili all'avanguardia - i cantieri navali di castellammare di stabia fino al 1860 contavano 1000 operai - primo ospedale per i poveri - primo museo - primo teatro lirico del mondo, il real teatro san carlo - primi a portare l'acqua potabile nelle case - un sistema fiscale efficiente ed equo - la nazione che possedeva oltre i due terzi della ricchezza di tutti gli stati della penisola - il polo siderurgico piu' importante d'europa (officine di Pietrarsa , Portici e mongiana in Calabria) - e tanti altri primati...... solo nella sua capitale NAPOLI senza citare il resto del regno che si estendeva dalla Sicilia all'Abruzzo , compreso il basso lazio.
TUTTO QUESTO E' STATO DISTRUTTO! ANNIENTATO! DALLA CUPIDIGIA DEGLI STATI DEL NORD, PIEMONTE INNANZITUTTO, CHE INSIEME ALLA SARDEGNA VIVEVANO UN GRAVE PERIODO DI CRISI ECONOMICA, A CAUSA DELLE TANTE GUERRE. COLPA DEL MERCENARIO GARIBALDI E DEL SUO FALSO ESERCITO , FORMATO IN GRAN PARTE DA GALEOTTI E DISSIDENTI POLITICI ESILIATI, UN ESERCITO CHE CORROMPENDO ALCUNI MILITARI DEL REGNO E' RIUSCITO A METTERE PIEDE IN SICILIA, CON LA CONNIVENZA DEGL'INGLESI, E SENZA DICHIARAZIONE DI GUERRA E CONTRAVVENENDO A TUTTE LE REGOLE INTERNAZIONALI HANNO INCENDIATO INTERE CITTA' HANNO AMMAZZATO POPOLAZIONI INERMI , HANNO VIOLENTATO E OLTRAGGIATO LE DONNE. I BERSAGLIERI ED I CARABINIERI, CORPI D'ECCELLENZA Di QUELLO STATO, HANNO INFILZATO CON LE BAIONETTE DEI LORO FUCILI I BAMBINI, PER NON SPRECARE MUNIZIONI, HANNO ATTACCATO LA CITTA’ DI GAETA, DURANTE LA NOTTE E L'HANNO RASA AL SUOLO. GARIBALDI HA TRAFUGATO ORO E TITOLI DAL BANCO DI NAPOLI PER UN AMMONTARE DI CINQUE MILIONI DI LIRE E PER GIUSTIFICARE QUESTA CARNEFICINA NEI CONFRONTI DELL'EUROPA, HANNO FATTO PASSARE QUELLA CHE OGGI POTREMMO DEFINIRE "PULIZIA ETNICA" COME LOTTA AL BRIGANTAGGIO, I BRIGANTI, POVERA GENTE CHE DIFENDEVA IL PROPRIO STATO DALLO STRANIERO, GENTE CHE HA PREFERITO LA MACCHIA, CHE NON ARRENDERSI AGLI INVASORI, SCRIVETELO SUI LIBRI DI SCUOLA CHE IL PRIMO LAGER DELLA STORIA DELL'UMANITA' E' STATO IL CARCERE DI FENESTRELLE A TORINO, DOVE VENNERO DEPORTATI CENTOMILA PERSONE E SETTANTAMILA FURONO CALATE NELLA CALCE VIVA, PERCHE' NON VOLLERO RICONOSCERE LA SOVRANITA' DEI PORCI SAVOIA, I SAVOIA CHE HANNO FATTO CHIUDERE LE NOSTRE FABBRICHE, I NOSTRI CANTIERI NAVALI , CHE HANNO FATTO AMMAZZARE DAI BERSAGLIERI DECINE DI OPERAI CHE SCIOPERAVANO PER DIFENDERE IL LORO POSTO DI LAVORO, I SAVOIA CHE HANNO CHIUSO LE SCUOLE AL SUD PER QUINDICI ANNI. QUESTA E' LA VERA STORIA DELL'UNITA' D'ITALIA, LA STORIA DI UN GRANDE SOPRUSO, DI UN INGANNO ... DI UNA RICCHEZZA RUBATA, DI UNA CULTURA ANNIENTATA...TUTTO QUESTO NON RESTERA' IMPUNITO, OGGI I NOSTRI GIOVANI STANNO CONOSCENDO LA VERITA' E LA LORO VENDETTA SARA' TREMENDA, GIUSTIZIA UN GIORNO SARA' FATTA ED IL GIORNO CHE CERTI ITALIANI FESTEGGIANO, SARA' IL GIORNO DELLA COMMEMORAZIONE DEI NOSTRI MORTI ED IL GIORNO DELLA NOSTRA LIBERAZIONE. (Giuseppe D’Urso)
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