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Caino, dov'è tuo fratello? PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Albanese   
venerdì, 31 dicembre 2010 06:47
ImageIl 2010 sta per lasciarci e quasi tutti noi tiriamo un respiro di sollievo, non sono stati un granchè questi ultimi 12 mesi, ma si sa, degli anni passati ricordiamo di solito solo le cose poco belle e l'anno che sta per iniziare si spera sempre che sia migliore di quello appena trascorso. E' così dalla notte dei tempi. Certo nessuno di noi può fare singolarmente molto per mutare le decisioni di macro-politica che ci vengono calate dall'alto, ma ognuno può, nel proprio piccolo,  migliorare l'esistenza di chi ha più bisogno. Spesso siamo infastiditi dalle richieste di quei ragazzi, ragazze, uomini e donne che con la mano tesa ci chiedono una monetina agli incroci o ai semafori delle nostre città, ma provate a guardare negli occhi quelle persone, ci troverete spesso i segni della disperazione, della fame, dell'angoscia. Proviamo a metterci nei loro panni, il senso di vergogna e di profonda umiliazione ci pervaderebbe. Quella monetina che rifiutiamo, magari verrà spesa per cose futili, mentre per loro significa la sopravvivenza. Scusatemi se vi ho intristito ma se vogliamo che la nostra situazione migliori, è necessario che chi ha più bisogno di noi possa avere la possibilità di una vita più decorosa e degna di essere vissuta, Nell'augurarvi BUON ANNO, vi invito a leggere la poesia che segue. (antonio cavallaro)

 

Caino, dov'è tuo fratello?

Quello che ti avevo affidato,
straniero, che non ha nulla
neppure un tetto rotto,
con cui coprire suo figlio
o una terra su cui morire.
Perché è nel pianto del mondo
ch'io sento i miei figli,
in un lamento confuso
a un dolore rabbioso
e distante dall'amore prezioso
a voi consegnato?
Caino, Caino, dove hai lasciato
mio figlio, tuo fratello
l'indifeso umile Abele
il diletto da me amato
e con lui il tuo cuore?
Vedrai la tua vanità gemere,
contorcersi pentita e umiliata
morire, in umili tristi bare,
nella solitudine d'un presunto
potere o forza, che ai miei occhi
non ha valore e fiori
vanitosi come te decomporsi
e puzzare, con un non meno fetore,
di quelli da te disprezzati.
E la tua anima non sarà
certo salvata, con l'avanzo
che gli avrai gettato come
a cani o servi inferiori,
ma rimanendogli accanto,
 amandolo, confortandolo
e restituendogli  la dignità
e il necessario calore.
Caino, mentre mangi o festeggi
l'Agnello a Natale in quale Ospedale
o selciato, hai lasciato morire
 il cuore di tuo fratello?.

di Aurelio Albanese

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