Lo Stato ha fallito, più bravi i Borbone |
Scritto da A.Forgione | |
giovedì, 23 dicembre 2010 08:14 | |
Le celebrazioni dei 150 anni dell’unità d’Italia si preannunciano sempre più in sordina mentre fanno decisamente più rumore le argomentazioni degli autorevoli personaggi della cultura che stanno pian piano abbattendo il muro della retorica risorgimentale, restituendo dignità al sud pre-unitario e alla dinastia borbonica che lo condusse ai vertici del prestigio internazionale. Sotto il profilo economico-industriale, i saggi di Paolo Malanima, direttore dell’Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo del CNR e Vittorio Daniele dell’Università “Magna Græcia” di Catanzaro, e quello di Stefano Fenoaltea e Carlo Ciccarelli della Banca d’Italia hanno ben dimostrato che il sud non era affatto sottosviluppato rispetto al nord.. Ormai gli “opinion leaders” sono sempre più frequenti nel rafforzare e amplificare ciò su cui i meridionalisti poggiano la battaglia culturale.
Dopo lo “sdoganamento” della legge borbonica sull’introduzione pionieristica della raccolta differenziata portata alla ribalta nazionale da Roberto Saviano, sulle pagine de “IL MATTINO” del 1 Dicembre 2010 è stato il turno di Philippe Daverio, apprezzato e stimato critico d’arte e docente universitario, che ha decretato il fallimento della tutela del patrimonio artistico in Italia e la superiorità e l’efficienza delle Due Sicilie rispetto alla moderna nazione italica: «La tutela del patrimonio in Italia - ha detto Daverio - è un fallimento. Lo Stato ha fallito e l’Italia si è dimostrata meno capace di quanto fecero i Borbone nelle Due Sicilie che era un grande Stato. La tutela di Pompei - ha aggiunto il critico d’arte - è al di sopra delle possibilità dello Stato italiano. Bisognerebbe sotterrare di nuovo l’intera città antica e riportarla a tre secoli fa quando i Borbone cominciarono gli scavi». (di Angelo Forgione) |
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