Riuscito convegno sulla Sanità |
![]() |
![]() |
![]() |
Scritto da A.Cavallaro | |
mercoledì, 24 novembre 2010 08:33 | |
![]() A seguire, la dott.ssa Carmela Maradei che, con l’ausilio anche di tabulati proiettati sullo schermo, ha relazionato con dovizia di dati sul tema:”L’ospedale di Trebisacce, una risorsa per il piano di rientro nel rispetto dei LEA” e presentando, con tono pacato ma fermo, la situazione che si è venuta a creare dopo i tagli voluti dall’Amministrazione regionale della sanità, che è commissariata fin dai tempi dell’ex-presidente Lojero e di cui è ora responsabile l’attuale presidente regionale on.Scopelliti.
Le conclusioni finali di mons. Bertolone richiamavano i valori della Carità propugnata da Nostro Signore Gesù nei confronti delle categorie più deboli e indifese e non ha mancato di invitare il nostro consigliere regionale on. Gallo di portare al commissario straordinario on. Scopelliti le giuste istanze della popolazione dell’Alto Ionio Cosentino e della Sibaritide tutta.
![]() L'attento e folto uditorio
(Di seguito il testo del manifesto di protesta diffuso durante il blocco stradale messo in atto dai dimostranti a Trebisacce)
PERCHE' l'OSPEDALE DI TREBISACCE DEVE RIMANERE APERTO A Trebisacce sesto giorno di protesta sulla SS 106, a difesa dell'ospedale Chidichimo di Trebisacce. Centinaia di cittadini di tutto l'Alto Jonio reclamano con forza il diritto alla salute. L'Alto Jonio privo del diritto alla mobilità, senza ferrovia, senza Aeroporto nel raggio di trecento chilometri, con una mulattiera di strada Statale 106, ora viene privato anche del diritto alla salute, dell'unico Presidio sanitario capace di dare risposte sanitarie determinanti per la salvezza di vite umane. Altro che Ospedale della morte. Non serve dichiarare che il piano di rientro è quello di Loiero, perché i piani si possono cambiare, ed il piano di Loiero era errato nel metodo, vedi DGR 87/10. La pianificazione va fatta in base al fabbisogno dei territori e non del numero di posti letto sopravvissuti alle varie tempeste campanilistiche dei vari politici e Direttori Generali di turno! E sicuramente tanti cittadini dell'Alto Jonio avranno sostenuto il Presidente Scopelliti anche nella speranza di un cambiamento nel metodo. La chiusura del Presidio di Trebisacce, così come quella di Cariati e Praia a Mare, è immotivata dal punto di vista tecnico: la struttura è in buone condizioni; i posti presenti nella Provincia di Cosenza sono in meno rispetto a quelli spettanti in base agli standard nazionali; infatti facendo dei semplici conti da massaia, se la popolazione della Provincia di Cosenza è pari a 734.445 abitanti, i posti letto spettanti sono in totale 2784 (3,8 x mille) di cui 2197 per acuti (3 x mille) e 587 (0,8 x mille) per postacuzie (Riabilitazione e Lungodegenza). I posti letto attualmente presenti nella Provincia di Cosenza, tra pubblico e privato, non superano i 2700. Quindi per la Provincia di Cosenza non necessita alcun taglio di posti letto, semmai una ridistribuzione tra tipologie e tra aree poiché sullo Jònio i cittadini di serie B dispongono solamente di 1,5 posti letto per mille abitanti mentre su altre aree i cittadini di serie A dispongono di circa 4,5 posti letto per mille abitanti. Infatti il fabbisogno di posti letto per l'area Jonica su 175.000 abitanti è pari a 524 posti letto per acuti e 140 per postacuti, per un totale di 664 posti letto. Da ciò si evince che nell'area Jonica mancheranno in totale circa 300 posti letto di cui 250 per acuti, che sommati ai posti letto sottratti ad altri Presidi quale Praia, San Marco, ecc. fanno circa 500 posti letto rubati alla Provincia di Cosenza; che fine faranno? Il piano non è giustificato da un punto di vista economico perché altrimenti·non si spiega come mai Ospedali con 100 parti, 60 interventi chirurgici all'anno e con un costo per ricovero altissimo restano aperti mentre Trebisacce con circa 5000 ricoveri a regime, 350 parti e 900 interventi chirurgici si chiude. Come mai si rinuncia alla possibilità di poter recuperare circa cinque milioni di euro di mobilità verso Puglia e Basilicata, rischiando invece con la chiusura di Trebisacce di raddoppiare tale importo? O si pensa di risolvere il problema della mobilità con protocolli d'intesa con la Basilicata, che di fatto impediranno i ricoveri e quindi la libera scelta del cittadino? Forse si è deciso di fare morire i pazienti in ambulanza, in attesa della ricerca di un posto disponibile? Oppure si è deciso di spendere i soldi della sanità in trasporti anziché in prestazioni sanitarie? Oltretutto sorge spontanea una domanda: se a Cosenza si sottraggono 500 posti letto, da qualche altra parte ne resteranno 500 in più, o no? Forse si vuole far gravare il peso del piano di rientro unicamente o prevalentemente sulla periferia della Provincia di Cosenza? La chiusura del Chidichimo non è giustificata neanche da un punto di vista logistico perché è Ospedale di Frontiera, è Ospedale di Montagna (serve 17 Comuni di cui 11 Montani), ed è l'unico Presidio sanitario nel raggio di decine e decine di chilometri, a differenza di quanto succede in altre aree. Né può esistere un pronto soccorso degno del nome senza che vi siano i reparti previsti per legge. La protesta dei cittadini dell'Alto Jonio è più che legittima in quanto a tutela del diritto alla salute, all'assistenza, alla libera scelta alla pari di tutti i cittadini italiani; infatti per legge i LEA oltre che essenziali, devono essere garantiti anche in modo uniforme su tutto il territorio, e per questo abbiamo attivato la Class Action che a breve darà le prime risposte ai cittadini dell' Alto Jonio. Noi non siamo contro il cambiamento, ma vogliamo un cambiamento in meglio e non in peggio, con un piano razionale, comprensibile, oggettivo, spiega bile e basato sul fabbisogno delle popolazioni, e non su criteri campanilistici o di partito. Non ci interessa se il piano è quello di Loiero o di Scopelliti, a noi cittadini interessa solo che sia giusto, e se Loiero ha sbagliato, il piano va cambiato. Alla luce di quanto detto, invitiamo tutti a mobilitarsi ed associarsi alla protesta dei Sindaci e delle popolazioni dell'Alto e Basso Jonio per difendere il furto di circa 300 posti letto operato nel piano di rientro all'area Jonica, ma invitiamo anche tutte le autorità istituzionali della Provincia di Cosenza a reagire perche è l'intera Provincia penalizzata di oltre 500 posti letto e tutto ciò graverà comunque sulla gestione delle attività sanitarie delle strutture interessate, oltre che sicuramente sulla salute dei cittadini. Il Coordinamento delle Associazioni a difesa del Chidichimo Dott.ssa Carmela Maradei |
< Precedente | Prossimo > |
---|