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Convegno sull'associazionismo PDF Stampa E-mail
Scritto da A.Cavallaro   
sabato, 16 ottobre 2010 15:40
Bloise
La prof.ssa Bloise
In occasione del 16° "compleanno" dell'associazione culturale "Nuova Idea Cittadina" di Cassano, il suo presidente prof. Antonio Franzese ha pensato bene di organizzare un convegno su un tema accattivante, ma anche particolarmente impegnativo:"Il ruolo delle associazioni culturali nel Mezzogiorno con particolare riguardo alle comunità locali". L'associazionismo negli ultimi anni ha avuto un boom straordinario, specialmente in Calabria. Ci sono associazioni di qualsiasi tipo, ma quelle che vanno più di "moda" sono le "ONLUS". Ad un osservatore distratto questo florilegio di clubs potrebbe sembrare di buon auspicio, ma se si va a scavare, si troverà che sotto sotto, ci sono spesso interessi economici non indifferenti,  per ottenere contributi a vari livelli e per svolgere attività per le quali occorrerebbero permessi, licenze e, soprattutto, registri contabili e dichiarazioni fiscali. Sotto il paravento di associazioni più o meno innocenti si svolgono vere e proprie attività imprenditoriali nel campo del turismo, del commercio, del trasporto e chi più ne ha più ne metta.

Ma la cosa che fa arrabbiare, è che tutto si svolge spesso sotto l'occhio benevolo e protettivo di chi gestisce la cosa pubblica e dovrebbe invece sanzionare certi comportamenti. Recentemente proprio in un'importante trasmissione televisiva, sono stati intervistati gestori di bars, paninoteche e discoteche intestati ad associazioni e quindi non sottoposti all'emissione di scontrini fiscali, evadendo in modo plateale il fisco. Per fortuna non tutte le organizzazioni associative sono di questo tipo ed è necessario non fare di tutte le erbe un fascio;  ma torniamo alla manifestazione svoltasi ieri sera, 15 ottobre nel teatro comunale di Cassano. Il presidente prof. Franzese leggeva una breve relazione introduttiva per ricordare le tappe più importanti della vita dell'associazione e poi cedeva la parola al sindaco di Cassano on. Gianluca Gallo, che ha ricordato alcuni avvenimenti poco lusinghieri accaduti ultimamente nella città delle terme ed ha ringraziato il prof. Franzese per il suo impegno nel promuovere la cultura fra la popolazione di Cassano.
La parola toccava successivamente alla relatrice del convegno, prof.ssa Filomena Bloise, insegnante di lettere presso il liceo scientifico di Castrovillari, che presentava all'attento pubblico una dettagliatissima relazione dimostrando di aver approfondito il tema proposto con grande impegno e professionalità.
Di solito sul nostro sito non pubblichiamo i testi di lavori congressuali o convegnistici, questa volta facciamo un'eccezione perchè l'argomento è stata trattato dalla prof.ssa Bloise con capacità, equilibrio e grande spirito di osservazione.

Di seguito la parte finale della relazione di Filomena Bloise.

 

 

"La tendenza associativa nasce con l'uomo e trova la sua massima espressione nella collettività statale, la quale per l'ampiezza dei suoi f...ini, la molteplicità e la pote...nza dei suoi mez...zi, domina ogni altra forma di associazione. Ma tale tendenza non è soddisfatta con la creazione dello stato, perchè non tutti i bisogni vengono da questo assunti. In regime liberale il diritto di associazione viene considerato come un attributo essenziale dell'individuo, quello che concorre con le altre libertà a sviluppare e a perfezionare il suo carattere e a renderlo attivamente partecipe della vita della nazione.; là dove nei regimi assoluti tale diritto è spesso disconosciuto o circondato da severe limitazioni. E veniamo all'oggi. Per rispondere al ruolo che le associazioni culturali potranno svolgere nel prossimo futuro dobbiamo interrogarci su quale riconoscimento abbia la cultura, quale riconiscimento abbiano gli intellettuali oggi in Italia. Christian Raimo, scrittore e docente di storia e filosofia, consulente per Laterza e Minimumfax, autore di un progetto sul precariato in Italia, realizzato nel 2007, ha scritto in un recente Domenicale del Sole24ore che viviamo in un “deserto di cultura”, ma è un deserto pieno di risentimento: in Italia c'è una lampante carenza di meritocrazia; in qualsiasi contesto, dall'architettura all'arte contemporanea, dall'editoria letteraria al mondo accademico prevale il seguente atteggiamento : “Tu non sei più bravo di me”. E via alle raccomandazioni, alle clientele nepotistiche parentali o sessuali, ai privilegi sottobanco, al gioco politico sporco, che passa anche attraverso forme di finanziamento ad enti ed associazioni che di ben poco utile, produttivo e culturale, in senso alto esprimono. L'Italia pare diventata un egodromo in cui si fanno solo corse clandestine o incursioni virtuali , spacciate per interventi culturali, nelle piazze dei socialnetwork, come facebook o twitter, in cui lo strumento critico per eccellenza sembrano i commenti degli utenti sulla blogosfera e le pubblicazioni dei link o sui blog appaiono il duplicato narcisistico di chi vuol comparire a tutti i costi. Poi, d'altra parte, c'è per fortuna una fetta del Paese, solitamente quella che soffre ma agisce in silenzio, gli Italiani dalle gambe leggere, che delusi da un sistema universitario rapace e sfruttatore, prendono i vari aerei per l'Europa che li sa accogliere, e ci sono i tanti talenti sommersi, musicisti, direttori di musei, insegnanti motivati ed ancora appassionati alla scuola, giornalisti non affiliati, scrittori , disegnatori , operatori culturali, che esprimono sottobanco i loro talenti , lontano, ma forse anche per loro fortuna, dai riflettori della brutta cronaca politica di questi ultimi anni, che fatti salvi i presenti, ben poco di culturale ha evidenziato nello stile di conduzione di molti politici della nostra res publica. E poi ci sono ancora le vite sospese dei tanti ricercatori e studiosi che non trovano collocazione nelle maglie del sistema lavoro, che si prestano a lavorare in nero fino a notte fonda per i baroni accademici che attingono dalle loro giovani energie e che, fortemente motivati e specializzati, finiranno, forse, per fare anche i camerieri negli agriturismi. La cultura in Italia sembra ufficiostampizzata scrive Christian Raimo, la disoccupazione giovanile sfiora il 30%, il disagio nasce dalla certezza familiare, poi trasformata spesso in illusione, che ad un progresso culturale segua un'ascesa sociale, e dalla perdita del senso della collettività nella valutazione del prodotto del proprio lavoro: perchè è ovvio e sacrosanto per affermare la dignità della persona che nel rivedersi riconoscere e non solo economicamente i frutti del proprio onesto lavoro trova un senso di più alta appartenenza alla comunità e diventa fattore di coesione della stessa. Oggi , invece, assistiamo alla confusione più assoluta tra gli obblighi dello stato e le prerogative dei singoli o delle associazioni, i problemi che appartengono alla cattiva gestione del pubblico finiscono col diventare compresi tutti nell'individualità, incidono drammaticamente sulla vita dei singoli e dei loro destini di lavoratori frustrati,e sfuttati, precari e senza pensione da anziani, e questo avviene sopratutto nel campo culturale. La cultura è svalutata, se non addirittura vilipesa e mortificata, la progettualità langue, i rapporti intergenerazionali si fanno più aspri ed alimentano solitudini disperate. Per ripartire servono basi solide, radicate nel sapere progressivo e frutto di vero sacrificio, alimentato nel tempo, occorre responsabilità politica da parte di tutti, occorre abbandonare di tanto in tanto e molto più spesso l'agorà virtuale e scendere nell'agorà reale, disertare le passerelle televisive o giornalistiche e scendere tra la gente comune che lotta per sopravvivere e giungere a fine mese, dove il confronto tra cittadini ritorni ad essere fonte di accrescimento morale e culturale. Ma sopratutto occorre fare piazza pulita degli affarismi e degli affaristi che hanno sfruttato la politica per affermarsi egotisticamente in senso monopolistico ed assolutistico, intrecciando rapporti di potere tra economia, politica e massmedia, pervenendo, infine , alla malsana idea di identificarsi con lo stesso Stato di diritto.Data l'emergenza morale e culturale in atto, Solo se sapremo,. Come uomini di cultura vera e perciò spiriti critici, riannodare le fila scompaginate della nostra società italiana, dando ai giovani, agli emarginati, alle donne, ai disoccupati, giuste e dovute risposte ed esempi, allora le forme associative finora descritte potranno tornare a dare un contributo fattivo ancor più fattivo alla crescita ed allo sviluppo, alla ripresa della comunicazione democratica tra stato ed istituzioni, all'elevazione della qualità delle nostre stesse esistenze". (Filomena Bloise)

 

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