Poesia per una nipotina |
Scritto da M.Miani | |
domenica, 16 maggio 2010 08:16 | |
Quando ci si incammina sul "viale del tramonto", per dirla in modo elegante; quando si invecchia, insomma, avere una nipotina che gironzola attorno con i suoi occhietti vispi e che ti fa mille domande e pone centomila perchè, sicuramente fa venire alla memoria tempi passati di giovanile spensieratezza conditi da una dolce melanconia e dall'orgoglio di avere comunque qualcuno che si ricorderà di noi e che magari ogni tanto ci nominerà quando non ci saremo più. L'amico Michele ha interpretato alla sua maniera queste ssensazioni e ce le propone in versi attraverso la poesia che potete leggere nella seconda parte. Nella foto sono ritratti il nostro Michele Miani e l'amico "mastr" Franchino Vuoto negli anni '50, istantanea scattata durante la festa della Madonna della Catena. I grandi occhi di Chiara
Due pupille mobili sfrecciano ruotando sull’orizzonte. Hanno velocità una, due, tre, quattro volte quella dei miei posati occhi. Scrutano tutto rubando immagini nuove da immettere nella memoria.
Mi guardano i grandi occhi palline colorate che spiccano su viso paffuto, rotondo color dell’alba con tanti, moltissimi perché. Mille domande certe che aspettano milioni di risposte vere.
Si vede chiaro limpido il cristallino come acqua di sorgente pura. Occhi incantati di cucciolo curioso, che non s’avvezza al nuovo, sempre costantemente in cerca di emozioni calde. Chiara, il mio sguardo ti segue attento gli occhi sono vigili ai tuoi repentini movimenti.
Le pupille d’uomo maturo, ora già nonno dai capelli innevati, si posano su te non più veloci. Ti guardo, vedo le moine tue, i capricci, gli stizzosi strilli, le lacrime che pressano alla conquista di coccole, carezze soffici che in altri tempi dedicavo alla putta amore.
Sorrido compiacente allo sguardo tuo quasi complice delle tue angherie. Tu, irredente verso tutti, occhieggi sicura di trovare cedevole amore, quando apri i grandi oblò, finestre sul mare infinito della vita. Diverso era il mio fare con colei che, mia figlia, ti ha portata in grembo, aveva i mesi tuoi, e gli occhi uguali.
Celavo spesso l’aspetto del mio cuore dietro cortine di se, ma, falsi sguardi burberi per stringerla ad ascoltare i miei divieti, e preoccupazioni. Oggi il sole lampeggiante, che esce dall’orbita degli occhi tuoi, mi scioglie come neve di primavera, mi costringe privo di confini ad amare.
Chiara, così si chiamava mia madre, quando conquistato avrai il mondo che ti sta attorno, scoprendo angoli, scorci di paesaggi nascoste verità, conoscendo virtù pene, gioe, ed il peso della vita, non serrare gli occhi altro, tante altre cose ancora dovrai guardare.
Aprirai i tuoi grandi occhi al di là dell’occaso, guarderai oltre i confini delle stelle, dove i limiti sono irreali, sono linee inimmaginabili, e la fantasia scorrerà libera alla ricerca di favole, realtà avverate. Tra queste troverai me, tuo nonno, punto invisibile dell’infinito, che ancora compiacente sorriderà felice alle tue nuove angherie di donna, così come sorride adesso a quelle di tua madre.
Michele Miani |
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