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...sui clan non tacerò.. PDF Stampa E-mail
Scritto da R.Saviano   
sabato, 17 aprile 2010 15:58
Roberto Saviano
Roberto Saviano
Roberto Saviano: «Il premier mi vuole zittire, ma sui clan non tacerò mai» «Chieda scusa alle vittime della mafia, non a me. I miei libri con le sue case editrici, ora non so se sarà più possibile»
ROMA (17 aprile) - «Chiederei di porgere le sue scuse non a me, ma ai parenti delle vittime di tutti coloro che sono caduti raccontando». Così lo scrittore Roberto Saviano, in una lettera pubblicata su Repubblica, si rivolge al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo l'attacco del premier di ieri. «La mafia italiana, non so in base a quale classifica, risulta la sesta nel mondo ma in realtà è la più conosciuta grazie al supporto promozionale che ha ricevuto dalle otto serie tv come La piovra vista in 160 Paesi e anche dalla letteratura come ad esempio Gomorra», ha detto Berlusconi.

«Accusare chi racconta il potere della criminalità organizzata di fare cattiva pubblicità al paese - scrive Saviano - non è un modo per migliorare l'immagine italiana quanto piuttosto per isolare chi lo fa. Raccontare è il modo per innescare il cambiamento. Questa è l'unica strada per dimostrare che siamo il paese di Giovanni Falcone, di Don Peppe Diana, e non il paese di Totò Riina e di Schiavone Sandokan».

«Eppure la sua non è un'accusa nuova - sostiene Saviano -. Anche molte personalità del centrosinistra campano, quando uscì il libro, dissero che avevo diffamato il rinascimento napoletano, che mi ero fatto pubblicità, che la mia era semplicemente un'insana voglia di apparire».

«Credo che nella battaglia antimafia non ci sia una destra o una sinistra - aggiunge lo scrittore - Credo semplicemente che ci sia un movimento culturale e morale al quale aspirare. Io continuerò a parlare a tutti, qualunque sarà il credo politico, anche e soprattutto ai suoi elettori, Presidente: molti di loro, credo, saranno rimasti sbigottiti e indignati dalle sue parole. Chiedo ai suoi elettori, chiedo agli elettori del Pdl, di aiutarla a smentire le sue parole. È l'unico modo per ridare la giusta direzione alla lotta alla mafia».

Lo scrittore mette in discussione anche la collaborazione con la Mondadori. «Io sono un autore che ha pubblicato i suoi libri per Mondadori ed Einaudi, entrambe case editrici di proprietà della sua famiglia. Ho sempre pensato che la storia partita da molto lontano della Mondadori fosse pienamente in linea per accettare un tipo di narrazioni come la mia, pensavo che avesse gli strumenti per convalidare anche posizioni forti, correnti di pensiero diverse. Dopo le sue parole non so se sarà più così».

(da "il Messaggero" del 17 aprile 2010)

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