Vestita di rosso |
Scritto da M.Miani | |
venerdì, 05 marzo 2010 07:24 | |
Ogni tanto l'amico Michele ci sorprende con versi dal sapore onirico-erotici, che dimostrano comunque la sua vena poetica ancora fresca, sebbene l'età, (non me ne volere amico mio). Questa donna vestita di rosso fa presagire momenti caldi e appassionati, chissà se si è trattato di realtà o fantasia, non è dato saperlo e a noi non interessa più di tanto, importante è invece gustare il profumo che sicuramente questa novella venere doveva avere addosso. Provare per credere, tirate su col naso mentre leggete...... buona lettura.
Vestita di rossoStava al di là del confine. La mia terra arsa dal sole, la sua dall’erbe già fieno. Era stata altre volte a guardarmi ma oggi altri occhi ne ricambiavano lo sguardo.
Aveva agli orecchi Pendule d’altri tempi. V’erano ciocche di ciliege amaranto. Aveva nei capelli due rose di fuoco scarlatte.
Un vestito rosso, colore del sangue, di poco scollato ne copriva la pelle scura, abbronzata, turgida splendente.
Le labbra, carnose carminio, vestali coperte di porpora facevano corona ad un sorriso smagliante. Le guance mostravano il rosso calore del sole.
Era là lei immobile sotto la caligena d’agosto.
Tu mi vuoi? disse quasi cantando.
Sarò tua dal rosso di sera al rosa dell’alba.
T’amerò fino alla pazzia. I miei urli li lancerò oltre le stelle, i gemiti miei saranno guati pressanti di richiesta d’amore, il fuoco scoppierà nella testa arderà immediato nelle tue vene.
Mi chiamo amore. Sono nata come Afrodite dal seme di Urano di questa detengo l’alloro, il pomo di Paride tra le Dee scelta mi fece.
Mi feci stringere dalle sue braccia. Mi lacerarono il corpo spine di rose selvagge.
Il corpo bruciò divampando nell’aria. Sensibile amante, accorto, voglioso giacqui con lei tal qual Adone. Rubai la mela che era di Era dalle frondi del giardino delle Esperidi vincendo il guardiano Ladone.
Diedi baci al sapore di rosso ginebro alle labbra che ridevano d’amore, sussurrando, io sono figlio di Zeus di questi ho il vezzo d’amare ogni Dea. Come lui sono amante infedele, allorché amato ricerco altre Ninfe.
Risposi all’amore con punte di frecce. Con lame affilate penetrai nel suo corpo, recisi le vene le tolsi anche l’anima.
Resto lei immobile sotto il sole di un’alba d’agosto.
Vestita di rosso, coperta dal sangue che usciva dall’anima, mi ripeteva cantando t’amerò oltre la pazzia, oltre i confini del cosmo.
T’amerò oltre il tempo che passa. |
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